“E’ scoppiato come una bomba il caso facebook dei 50 milioni di ‘profili’ sottratti, non si sa come, per influenzare e depistare gli elettori americani, durante la campagna elettorale Clinton-Trump”
22marzo 2018 di Ruggero Morelli
Pochi giorni prima di essere inondati dalle notizie della vicenda, che sembra si estenda ad altri casi e ad altre elezioni, a Lugano gli eredi di Vittorio Dan Segre avevano organizzato un convegno che trattava del tema della rete e l’uso possibile in politica internazionale. Dan Segre torinese, di famiglia israeliana, grande giornalista, fondò a Lugano il Centro di studi del mediterraneo…
Perché quindi un convegno, perché è ormai evidente che il web, oltre ad essere fonte di benefici e comodità, è anche un’arma raffinata nella storia dell’umanità. Basta leggere i dati relativi al mondo che usa internet oggi per avere la misura del fenomeno.
Prima di tronare al caso di attualità, segnalo che ormai da tempo, quando per necessità o curiosità, clicco per saperne di più su Leopardi oppure sui pannelli solari od infine su un albergo di Ischia, inizio a ricevere email da ogni parte con la pubblicità relativa a libri, pannelli e alberghi ischitani. Quindi noi lasciamo una traccia e come spiegano gli esperti, diventiamo merce da affittare o vendere, e per questo siamo anche stimati un prezzo: un italiano può valere 8 dollari mentre un canadese ne vale 25.Nessuno si meravigli se questo mercato si è esteso alla politica, con la P minuscola, e consideri che le nostre tracce sono tanto chiare che è possibile capire gli orientamenti dei potenziali elettori e inviare loro messaggi influenti. Sembra proprio che oggi il punto dolente sia quello di sapere come quei dati siano finiti in mani di altri : se abusivamente o meno.
E di questo hanno parlato nel convegno di Lugano che non ha dimenticato di parlare delle interferenze dei Servizi russi nelle elezioni presidenziali Usa. Tra i partecipanti c’è chi ha sostenuto che per evitare l’uso distorto dei dati la rete dovrebbe essere resa neutrale. Forse la Svizzera ha indirettamente influenzato il relatore, ed è per questo che Sergio Romano è intervenuto per sostenere che il caso della rete è diverso dalla neutralità del paese Svizzera:
‘la Svizzera ha goduto del riconoscimento della neutralità da tutti gli stati confinanti e dalle potenze internazionali. Il web , lo spazio cibernetico non solo non ha un padrone, ma ben può essere attraversato da tutti, corsari e banditi di ogni genere.’’
Corrono subito i paragoni con gli armamenti ed i comportamenti degli stati: gli accordi sulla riduzione di armi possono funzionare perché gli stati hanno il monopolio della forza al loro interno. Diffidano gli uni degli altri, ma se hanno armi simili gli accordi possono valere. Nel web lo spazio è di tutti e di nessuno, quindi gli accordi sono difficili. Conclusione, si può e si deve tendere alla neutralità della rete da parte della comunità internazionale, ‘’purché ad esempio- suggerisce Romano-, sia un organo come l’Onu a patrocinare questa tendenza.‘’