In conferenza stampa questa mattina, la Fiom Cgil regionale toscana ha presentato l’iniziativa in programma durante l’apertura della kermesse nautica che si svolgerà dal 10 al 13 maggio a Viareggio.
5aprile 2018 da Daniela Francesconi
Alla conferenza stampa hanno partecipato Massimo Braccini, segretario Fiom Cgil toscana, Mauro Rossi, segretario Fiom Cgil provincia di Lucca, Nicola Riva, responsabile Fiom Cgil Versilia. Le rappresentanze dei lavoratori della nautica della costa toscana saranno presenti alla giornata di apertura dell’importante salone viareggino, per testimoniare lo stato del lavoro in questo settore del lusso, che vede nascere le più belle imbarcazioni al mondo in un contesto di appalti e subappalti e precariato senza sicurezza né diritti.
Per cambiare questo modello produttivo, che oltretutto minaccia anche la qualità finale dei prodotti, dobbiamo rimettere in discussione il modello di sviluppo di cui si avvalgono i maggiori costruttori. Perciò come lavoratori e come sindacato Fiom Cgil regionale toscano, saremo al Versilia Yachting Rendez Vous con i nostri volantini, anche in inglese, per dare avvio ad una vertenza che restituisca diritti e qualità del lavoro ad un settore “ricco” che guarda al futuro e per richiamare anche le istituzioni alle proprie responsabilità nella gestione degli spazi demaniali pubblici dove operano i costruttori degli yacht.
Il Testo del volantino:
Potete vedere splendidi yacht costruiti dai più importanti cantieri del mondo. Li potete vedere in una specie di cantiere aperto all’interno delle darsene viareggine, che da sempre sono un vanto della cantieristica italiana nel mondo, fin dai tempi gloriosi dei Maestri d’Ascia a Calafati. Quello che non potete vedere sono le condizioni in cui queste imbarcazioni vengono realizzate, le condizioni di lavoro di molte delle persone, in carne ed ossa, che le hanno costruite. La situazione negli ultimi anni, in questi luoghi di lavoro, è peggiorata in modo esponenziale. Siamo ormai di fronte ad un modello produttivo simile ad una giungla di cui si è perso il controllo, fatto di appalti, subappalti, cooperative di comodo. L’unico imperativo, categorico, è la ricerca del profitto, il taglio dei tempi e dei costi, sempre più spesso a discapito della qualità dei prodotti e della sicurezza di chi lavora. In fondo alla piramide di questa perversa filiera, si trovano lavoratori che percepiscono paghe di 4 o 5 euro l’ora, che vengono immessi nel ciclo produttivo senza alcuna preparazione e formazione, che sono costretti a mangiare un panino in macchina o sui muretti nei giorni di sole.
Crediamo che tutto questo sia ingiusto e che lo sfruttamento abbia ormai superato ogni limite, ma crediamo anche che questo modello non sia sostenibile, alla lunga, nemmeno per le aziende e per il futuro di questo comparto, che è vitale per la nostra costa. Dobbiamo ripensare l’intero sistema produttivo della cantieristica se vogliamo che questo abbia un futuro economicamente e socialmente sostenibile. Le amministrazioni comunali interessate e la Regione Toscana non possono abdicare al loro ruolo di governo, visto che la quasi totalità delle attività cantieristiche si svolgono su concessioni pubbliche, che come tali dovrebbero essere gestite nell’interesse pubblico.