Venezuela, oltre 8 milioni di votanti. Un risultato da acquisire come occasione di superamento positivo della crisi

Un risultato straordinario di partecipazione al voto per eleggere i membri dell’Assemblea Costituente

31luglio 2017 da cambiailmondo

Secondo i dati emessi dal CNE (Consiglio Nazionale Elettorale), uno dei 5 poteri autonomi in cui è articolato lo Stato venezuelano, gli elettori che hanno partecipato alla consultazione sono stati 8.089.320. Si tratta del risultato più grande che può vantare il chavismo tra tutti i processi elettorali che si sono svolti negli ultimi 18 anni.

Anche se i candidati che risulteranno eletti nell’Assemblea Costituente non sono necessariamente aderenti al PSUV, il risultato è significativo perché è stato ottenuto dopo quasi 4 mesi di manifestazioni violente organizzate dall’opposizione e in un clima di intimidazione che, ad esempio a Caracas, ha imposto l’apertura di seggi distaccati dai quartieri bene centri degli scontri, per consentire alle persone che volevano farlo, di votare in tranquillità. Il seggio del Poliedro, si è riempito di una fila interminabile di elettori provenienti da questi quartieri fin dalle 6 della mattina di domenica e l’afflusso è continuato ininterrotto fino a serata inoltrata; a dimostrazione che anche nei quartieri bene di Caracas, una consistente parte della popolazione non si riconosce affatto nelle posizioni dell’opposizione che aveva chiesto di astenersi dal partecipare al voto, secondo una prassi di rifiuto del confronto elettorale che dura da decenni.

Ora, il risultato del voto sancisce e conferma la spaccatura del paese, dove tuttavia, vi è ancora una prevalenza del chavismo, pur in una situazione di grave crisi economica e politica: se si vuole tirare una prima somma dal voto di ieri è che il Venezuela non vuole tornare alle politiche neoliberiste in vigore prima dell’avvento di Chavez. E non è poca cosa, considerando che il mainstrem mediatico internazionale dava per definitivamente chiusa la stagione bolivariana. Naturalmente questo risultato non risolve di per sè la crisi: gli annunci di diversi paesi latino americani a guida neoliberista in accordo con il governo USA (Cile, Perù, Colombia, Messico) hanno già detto che non riconosceranno il voto. E da quanto si legge sui media europei, anche le classi dirigenti della UE si stanno accodando, prefigurando scenari di conflitto destinati ulteriormente ad esasperarsi, in attesa di qualche intervento esterno.

  • Tuttavia il blocco sociale che sostiene il Governo Maduro è consistente e maggioritario. Il 41,53% di votanti su una base elettorale di circa 19,5 milioni di potenziali elettori, considerando un’astensione media strutturale del 20-25%, significa che il sostegno alla Costituente si aggira intorno al 54-55% dell’elettorato attivo. Quindi chi ha in mente di continuare a destabilizzare il Venezuela dovrebbe riflettere con molta attenzione.
  • In realtà, la confermata polarizzazione della società venezuelana implica che non vi sia altra via che un processo di pacificazione e di riconoscimento reciproco. La violenza messa in moto dalle destre non ha raggiunto l’obiettivo. Se si volesse continuare su questa strada si va solo alla guerra civile non più a bassa intensità. Il risultato della Costituente va rispettato e acquisito come un’occasione di superamento positivo della crisi.

   

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