Il GIGA, in merito alle attuali e massicce mobilitazioni in corso nel mondo della scuola contro il devastante progetto di riforma del sistema dell’istruzione pubblica denominato, con arrogante disprezzo dell’intelligenza collettiva, “Buona Scuola”, esprime il proprio totale consenso e appoggio alle forme di lotta messe in atto in queste settimane dai lavoratori della scuola, docenti e personale ATA, studenti, famiglie e cittadini.
11giugno 2015 da Giga
Noi, insegnanti specialisti di Geografia economica (classe A039), crediamo di poter esprimere, come e più di altri, il disagio e forse anche la rabbia che ci viene dall’essere stati già da diversi anni travolti dalla stessa forza demolitrice che investe adesso l’intero impianto del sistema di istruzione pubblico statale e che già si era esercitata nello smantellamento della nostra materia di docenza, cancellata con la mannaia da ordini e indirizzi scolastici in cui costituiva insegnamento qualificante e di indirizzo (I.P. Commerciali e alberghieri, I. T nautici) e fortemente ridimensionata e dequalificata nei curricula nei quali ancora sopravvive (I. T. commerciali e turistici).
Abbiamo l’assoluta certezza che una medesima ostinata intenzione di ridimensionamento del sistema pubblico di istruzione stia pervicacemente operando per mano di compagini politiche diversamente connotate ma condizionate egualmente più dalla pressioni di poteri economico-aziendali che dall’interesse pubblico, per ridurre ogni forma di autonoma e libera costruzione del sapere critico a mero sistema di addestramento e conformismo formativo e culturale.
Crediamo che ora più che mai, in difesa di valori e principi che costituiscono l’essenza stessa di una società libera e consapevole, debbano essere valorizzate tutte le iniziative di coinvolgimento ed impegno diretto, tutte le forme di autorganizzazione e di azione sindacale non delegata, principi ai quali abbiamo ispirato l’azione e le rivendicazioni della nostra organizzazione di insegnanti di Geografia, convinti come siamo che solo in questo modo si possa spezzare il carattere di autoreferenzialità che la politica e i gruppi di potere hanno assunto nei confronti della gestione dei beni comuni, non a caso, in particolare nei confronti della pubblica istruzione.
Riteniamo che il disegno di legge attualmente in discussione al parlamento esprima in modo eclatante questa volontà di ridurre un sistema che nelle pratiche della condivisione e della partecipazione poggia la sua pedagogica ragione costitutiva su di una struttura di tipo aziendalistica e che al fuori di questo nulla rimanga in termini di contenuti innovativi e propositivi e che pertanto esso non sia emendabile e vada rigettato in toto e che da questo vada scorporato e attuato con urgenza il provvedimento di assunzione dei precari su tutti i posti vacanti e disponibili a risarcimento, seppur tardivo, del loro insostituibile apporto per il pieno funzionamento della scuola nonostante le condizioni di palese discriminazione a cui sono stati sottoposti in tutti questi anni.
Non riteniamo “buona scuola” ma anzi pessima, inaccettabile, improponibile, una scuola in cui:
- i dirigenti scolastici assumono il totale controllo della scuola, annullando le prerogative degli organi collegiali finora principale garanzia di partecipazione, democrazia e pluralismo culturale della scuola di tutti e aperta a tutte le sue componenti;
- docenti e Ata vengono scelti e premiati dai dirigenti e dai loro staff e che solo questi soggetti decidano l’orientamento didattico e la formazione obbligatoria, cancellando così di fatto la libertà d’insegnamento, asse portante della scuola democratica. I docenti “prescelti” a chiamata diretta da parte dei presidi, saranno costretti – sotto costante ricatto di espulsione se non più graditi – a rinunciare alla propria indipendenza e diventare meri esecutori della volontà del “capo”;
- la valutazione di studenti, docenti, e scuole basata sui Quiz Invalsi – prove standardizzate e decontestualizzate di conformismo culturale – riducono l’insegnamento ad addestramento e i docenti a somministratori e tabulatori; i nuclei di valutazione integrati da genitori ed alunni rischiano di far prevalere criteri personali, occasionali e non oggettivi a fronte della complessità irriducibile e necessaria della funzione docente;
- mentre diventano sempre più pesanti i tagli delle risorse pubbliche e i contratti di lavoro, scaduti nel 2009, sono ibernati sine die, le scuole devono ricorrere al finanziamento “fai da te”, con donazioni private che aumentano il divario tra scuole di serie A, B, C e conferiscono alla scuola un sempre più spiccato e intollerabile carattere di selezione sociale;