Le presentazioni – Santalena, Breda, Genovesi, hanno tratteggiato il lavoro svolto in questi anni in favore della innovazione promossa dalla legge impresa 4.0.
27novembre 2018 da Ruggero Morelli
Subito dopo alcune imprese grandi e medie – BHGE Nuovo Pignone, Prometec, Metalquattro, Ineos M.Italia – hanno descritto nei particolari, anche con filmati di notevole qualità, quanto hanno potuto fare grazie alle occasioni fornite dall’iperammortamento nell’acquisto di nuovi macchinari.
Al termine il prof.Paolo Dario, che nel 2016 aveva presentato la proposta per la costituzione di un centro di competenza nel solco della legge conosciuta come impresa 4.0 o legga Calenda, ha informato le aziende e gli studenti presenti a che punto è il processo per la nascita dei centri, e quali opportunità si presentano. Gli otto centri competenza nati dal bando dello scorso gennaio e approvati dal Mise, con il prossimo 10 dicembre diventeranno associazioni riconosciute – nuova formula sperimentale – e firmeranno davanti ad un notaio l’atto di costituzione.
Seppure con due anni e più di ritardo rispetto alla Germania (vedi Lemgo di Roberta Miraglia sul Sole 24 ore) finalmente si vede la conclusione di un cammino difficile e si apre una speranza per tutto il paese. Infatti alcune caratteristiche maturate nel tempo della gestazione hanno reso i centri sia capaci di aggregare università, aziende grandi e medie, fondazioni ed enti locali; sia di qualificarsi nelle diverse branche delle loro specialità: cybersecurity, big data, robotica, materiali ecc.; sia infine di acquisire ciascuno una valenza nazionale. Potranno così offrire servizi alle aziende di ogni regione secondo le diverse esigenze di ognuna. Come ha scritto Luca De Biase sarà necessario e proficuo il dialogo che si creerà tra i Centri:
”Naturalmente tutti lavoreranno nell’ambito delle attività tipiche dell’impresa 4.0e che hanno necessariamente bisogno di un metodo interdisciplinare e dunque di una vera collaborazione.”
Per fortuna i fondi che erano stati stanziati nel bilancio 2017 (70 milioni) sono rimasti intatti a disposizione e saranno erogati ai centri in due parti; la prima metà all’atto della costituzione e la seconda al momento dell’avvio dell’attività sui progetti per le aziende. Questa seconda parte dei fondi, sarà incrementata da una somma eguale che le aziende si sono impegnate a versare secondo la norma che prevede la compartecipazione dei privati.
Il prof. Paolo Dario della Scuola Sant’Anna sarà il coordinatore del centro toscano il quale avrà la sede principale a Pontedera dove c’è l’istituto di biorobotica.
Quanto sopra è il risultato di molti incontri che sono stati necessari per superare alcuni problemi come appunto la sede, la autonomia economica del centro, la forma della governance e l’ambito del lavoro per i primi tre anni. Sarà un’avventura che aggiusterà il proprio modello in corso d’opera anche al fine di partecipare a pieno titolo ai fondi futuri europei. Fondi che, per questa voce, si preannunciano dell’ordine di 15 miliardi di euro. Sembra invero che la Commissione Europea abbia deciso di aumentare il bilancio per la ricerca 2021-2027 da 80 a cento miliardi di euro. Le aziende che si rivolgeranno ai Centri per esporre i loro bisogni di innovazione in ordine ai prodotti e/o ai processi saranno sicure di trovare garantito il massimo della competenza in ogni settore. L’esempio che ha descritto il prof.Dario e quello del contratto per la costruzione di un palazzo ex novo: il contraente sarà assicurato che la controparte offre il meglio degli operatori nella edilizia, negli impianti elettrici, negli infissi, nei materiali. Sarà una esperienza nuova ed esaltante che potrà dare al nostro Paese una marcia in più nel contesto europeo, e d anche una opportunità per un grande numero di studenti. I Centri quindi non si occuperanno della ricerca che resta affidata ad altri settori della Scuola e delle Università, dedicandosi soltanto ad adeguare le imprese all’uso degli strumenti informatici, a dotare le stesse di nuovi servizi.