14novembre 2015 admin
Il mondo della scuola nella giornata di lotta contro la cosiddetta “Buona scuola”, per contrastare la controriforma di Renzi e Giannini, è riuscita a portare in pazza migliaia di persone tra studenti e docenti, in un clima tutt’altro che facile, considerate le divisioni sindacali e il clima di tensione muscolare impartito alle forze dell’ordine, come hanno testimoniato le cariche e gli scontri avvenuti tra polizia e manifestanti con alcuni feriti registrati a Napoli e a Milano. Tuttavia, in questo primo sciopero generale, in oltre settemila sono riusciti ad arrivare in piazza Montecitorio partendo dai concentramenti di “Piramide” e “Miur”, e manifestazioni si sono svolte in altre città tra cui: Milano, Napoli e Torino. A Roma, Unicobas ha scelto di partire dall’Esquilino; Anief, Cub, Cobas, Usi Surf, insieme da viale Trastevere. Gli studenti da Piramide.
Questo il commento di Piero Bernocchi, portavoce nazionale COBAS:
Un ottimo sciopero e una bellissima manifestazione: un lavoratore/trice su quattro non è andato a scuola.
Oltre diecimila manifestano a Roma tra il MIUR e il Parlamento Impedire l’applicazione dei distruttivi provvedimenti della legge 107. Esigere l’assunzione stabile di tutti i precari abilitati o con almeno 36 mesi di servizio. Ottenere un consistente recupero salariale per docenti ed Ata di quanto perso negli ultimi anni
Almeno un docente ed un Ata su quattro hanno scioperato oggi nell’unico appuntamento di lotta possibile e fondamentale per impedire l’applicazione almeno delle parti più deleterie della legge 107, per ridicolizzare l’ignobile “offerta” governativa di rinnovo contrattuale con un aumento medio di 8 euro lorde al mese, per richiedere un consistente recupero salariale per docenti ed Ata, nonché la stabilizzazione di tutti i precari abilitati o con 36 mesi di servizio, esclusi dalla 107. E a Roma oltre diecimila manifestanti docenti, Ata e studenti hanno sfilato in corteo dal MIUR (ove numerosi interventi hanno criticato aspramente le politiche governative) fino al Parlamento, ove decine e decine di voci hanno rinnovato la loro volontà di continuare la lotta.
Qualche giornalista in piazza, ci faceva notare che uno sciopero del 25% è un passo indietro rispetto al 65-70% del 5 maggio scorso. Ma a noi pare comunque un ottimo risultato, tenendo conto che avviene a legge approvata (anche se non ancora messa in opera) e con l’incredibile e inspiegabile defezione dei Cinque sindacati (Cgil-Cisl-Uil, Snals e Gilda) che allora scioperarono con noi e che ci seguirono persino nel blocco degli scrutini, in passato da essi sempre giudicato “estremista”. Dell’importanza di tale unità eravamo così convinti da attendere pazientemente, fin dall’inizio di settembre, che i Cinque si decidessero a convocare lo sciopero, disposti a prendere anche la loro data pur di ripresentare un’alleanza plebiscitaria. Purtroppo, i Cinque non hanno dato alcuna risposta ai nostri ripetuti inviti a lottare e scioperare insieme, ma si sono limitati a convocare una manifestazione del pubblico impiego a fine novembre, senza sciopero, in cui la lotta contro la 107 svanisce, inviando al governo Renzi e a docenti ed Ata un segnale di resa incondizionata.
Lo sciopero di oggi e le manifestazioni (oltre a quella di maggior rilievo di Roma, altre se ne sono svolte, a prevalente presenza studentesca, in varie città) hanno ciò malgrado un grande rilievo perché mandano un segnale chiaro al governo e anche a quei lavoratori/trici che oggi sono andati a scuola: la partita contro la cattiva scuola di Renzi non è terminata, è finito solo il primo tempo, in cui, seppur di misura, Renzi è risultato in vantaggio. Ma ora arriva il secondo tempo, perché il conflitto contro la 107 esploderà nei prossimi mesi quando, dopo il furbesco suggerimento ministeriale che ha indotto i Presidi a rinviare la formazione dei Comitati di valutazione e il varo dei PTOF triennali.