Presentato da Save the Children il Rapporto sulla povertà economica ed educativa dei minori, con l’obiettivo di sradicare tali fenomeni entro il 2030
29settembre 2015 di Gisella Seghettini
Quasi il 25% dei quindicenni, secondo il rapporto di Save the Children, è sotto la soglia minima di competenze in matematica e quasi 1 su 5 in lettura, percentuale che raggiunge rispettivamente il 36% e il 29% fra gli adolescenti che vivono in famiglie con un basso livello socio-economico e culturale: povertà economica e povertà educativa, infatti, si alimentano reciprocamente e si trasmettono di generazione in generazione.
Notevoli sono le carenze di servizi e opportunità formative scolastiche ed extrascolastiche: solo il 14% dei bambini tra 0 e 2 anni riesce ad andare al nido o usufruire di servizi integrativi, il 68% delle classi della scuola primaria non offre il tempo pieno e il 64% dei minori non accede ad una serie di attività ricreative, sportive, formative e culturali, con punte estreme in Campania (84%), Sicilia (79%) e Calabria (78%). In particolare, il 48,4% dei minori tra 6 e 17 anni non ha letto neanche un libro nell’anno precedente, il 69,4% non ha visitato un sito archeologico e il 55,2% un museo, il 45,5% non ha svolto alcuna attività sportiva.
A Sud e nelle isole, la percentuale di adolescenti che non consegue le competenze minime in matematica e lettura raggiunge rispettivamente il 44,2% e il 42%, con un picco estremo in Calabria (46% e 37%). In relazione al genere, le disuguaglianze colpiscono in modo particolare le ragazze per la matematica (il 23% delle alunne non raggiunge le competenze minime contro il 20% dei maschi), mentre i ragazzi sono meno competenti in lettura: il 23% risulta insufficiente contro l’11% delle coetanee. Le ragazze e i ragazzi meridionali sono maggiormente svantaggiati sia in matematica che in lettura rispetto ai coetanei settentrionali: la percentuale delle ragazze che non raggiungono le competenze minime in matematica è del 32% al Sud, il doppio delle coetanee del Nord (16%) e la stessa differenza percentuale si riscontra per i maschi meridionali (28%) e i loro coetanei settentrionali (14%). Differenze di genere si osservano anche per le attività ricreative e culturali: il 51% delle minori tra i 6 e i 16 anni non ha fatto sport in modo continuativo contro il 40% dei maschi, mentre questi ultimi leggono meno, fanno poche attività culturali e navigano meno su Internet. Altro fattore della povertà educativa è l’origine migrante dei genitori: tra i ragazzi migranti di prima generazione il 41% non raggiunge i livelli minimi di competenze in matematica e lettura, incidenza che cala al 31% in matematica e al 29% in lettura per i quelli di seconda generazione.
Il Rapporto evidenzia che una maggiore offerta di servizi educativi di qualità determina minore povertà educativa: i ragazzi provenienti da famiglie povere ma che hanno frequentato almeno un anno di scuola dell’infanzia superano i livelli minimi di competenze sia in matematica che in lettura a differenza dei coetanei che non hanno avuto questa possibilità.
Tuttavia, in Italia solo il 14% dei minori tra 0 e 2 anni riesce ad andare al nido o usufruire di servizi integrativi, con notevoli differenze tra le regioni. L’offerta di qualità si misura anche sul numero delle classi che garantiscono il tempo pieno nella scuola primaria e secondaria: il 68% delle classi della scuola primaria non offre il tempo pieno (solo la Basilicata si avvicina al 50%, contro il 92% di Molise e Sicilia, l’89% della Campania, l’87% dell’Abruzzo e l’84% della Puglia), percentuale che sale all’80% nella scuola secondaria di primo grado: in tutte le regioni, con l’eccezione di Basilicata (41%), Calabria (55%) e Sardegna (56%), più del 70% delle classi non garantisce il tempo pieno. E in molti casi le attività pomeridiane sono a pagamento. Riguardo al servizio di mensa, fattore importante per promuovere le competenze cognitive e non cognitive, questo è assente nel 40% delle scuole, con percentuali più alte in Puglia (53%), Campania (51%) e Sicilia (49%) e minori in Piemonte e Lombardia (27%) e in Liguria (29%).
Anche la qualità delle infrastrutture, la connessione ad internet, la partecipazione ad attività extracurriculari, sono correlate all’incidenza della povertà educativa.
Il Rapporto rileva che il 45% dei ragazzi in condizioni socio-economiche svantaggiate che hanno aule con connessioni internet carenti non raggiunge le competenze minime in matematica e il 41% in lettura, percentuale che scende a 43% e 28% se le scuole sono ben connesse. In diverse regioni la percentuale di aule non connesse supera il 30% (Basilicata, Piemonte, Veneto, Lazio, Friuli Venezia Giulia), con una punta di quasi il 40% in Calabria.
La qualità delle infrastrutture è fondamentale per lo sviluppo delle capacità di apprendimento, tuttavia in Italia circa la metà delle scuole è priva di un certificato di agibilità e/o abitabilità (45%), il 54% degli edifici non è in regola con la normativa anti-incendio e il 32% non rispetta le norme anti sismiche, configurando una reale condizione di pericolo dato che il 40% degli edifici si trova in zone a rischio sismico (la metà dei quali al Sud) e il 10% in aree a rischio idrogeologico. Anche in questo caso le differenze regionali sono marcate: se in Toscana, Campania, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Veneto il 70% o più dei ragazzi frequenta scuole inadeguate, la percentuale cala a quasi un terzo nella Provincia Autonoma di Trento e Bolzano e in Valle d’Aosta. Ciò che emerge dall’analisi è che il 60% degli alunni di 15 anni frequenta scuole non adeguate a garantire la qualità dell’apprendimento.
E Save the children conclude il rapporto dopo questa analisi spietata dello stato della nostra offerta educativa e formativa con “il manifesto degli Obiettivi Illuminiamo il Futuro 2030”:
Obiettivo 1 – Apprendimento e sviluppo
Tutti i minori devono poter apprendere, sperimentare, sviluppare capacità, talenti ed aspirazioni
Target 1.1 . competenze di base in Matematica e Lettura 2. l’abbandono scolastico SCUOLA • Tutti i ragazzi di 15 anni devono raggiungere i livelli minimi di competenze in matematica e lettura – misurati attraverso i test PISA – entro il 2030 in ogni regione italiana. • Ogni regione deve dimezzare il numero di ragazzi di 15 anni che non raggiungono le competenze minime entro il 2020. Il monitoraggio deve essere eseguito rispetto alla condizione di genere, l’essere migranti, o in condizioni socio-economiche più svantaggiate.
Target 1.2. competenze di base in Matematica e Lettura 2. l’abbandono scolastico SCUOLA • Il tasso di dispersione scolastica – misurato attraverso l’indicatore europeo “Early School Leavers” – deve scendere sotto il 5% entro il 2030 a livello nazionale. • Entro il 2020, tutte le regioni devono ridurre il tasso di dispersione scolastica sotto il 10%, come stabilito dall’Unione europea. Le regioni che hanno già raggiunto tale Obiettivo devono diminuire di un terzo il tasso di dispersione entro il 2020. Il monitoraggio deve essere eseguito rispetto alla condizione di genere, l’essere migranti o in condizioni socio-economiche più svantaggiate.
Target 1.3. attività culturali, ricreative e sportive 4. una scuola dell’infanzia pubblica e di qualità SCUOLA • Entro il 2030 tutti di minori tra i 6 e 17 anni in ogni regione italiana devono svolgere in un anno almeno 4 tra le seguenti attività: andare almeno una volta a teatro, musei o mostre, monumenti o siti archeologici, fare sport in modo continuativo, utilizzare internet spesso, leggere libri. • Entro il 2020, ogni regione deve dimezzare la differenza tra la propria copertura attuale ed il target del 2030. Il monitoraggio deve essere eseguito rispetto alla condizione di genere, l’essere migranti, o in condizioni socioeconomiche più svantaggiate.
Obiettivo 2 – Offerta educativa
Tutti i minori devono avere accesso all’offerta educativa di qualità
Target 2.1 attività culturali, ricreative e sportive 4. una scuola dell’infanzia pubblica e di qualità SCUOLA • Entro il 2030, la differenza nella copertura pubblica dei servizi educativi per l’infanzia tra le regioni non deve essere superiore a 10 punti percentuali. La riduzione delle differenze deve avvenire esclusivamente attraverso l’aumento nella copertura dei low performers. • La copertura pubblica dei servizi educativi per l’infanzia, nidi e servizi integrativi di qualità, per i bambini tra 0 e 2 anni, deve raggiungere il 33% come indicato dall’Unione Europea, entro il 2020 a livello nazionale. Il monitoraggio deve essere eseguito rispetto alla condizione di accesso, prestando particolare attenzione alle differenze di genere, al background migrante e alle situazioni di svantaggio socio-economico.
Target 2.2. assicurare il tempo pieno 6. servizio mensa di qualità • Tutte le classi nella scuola primaria e secondaria di primo grado devono garantire il tempo pieno entro il 2030 in ogni regione italiana. Il tempo pieno deve favorire l’attività etra-curricolare, in particolare, musica, sport, volontariato, arte, e la lettura. • Entro il 2020, ogni regione deve dimezzare la differenza tra la copertura attuale delle classi a tempo pieno ed il target del 2030. Il monitoraggio deve essere eseguito rispetto alla condizione di accesso con specifico riferimento anzitutto al genere, l’essere migranti, o trovarsi in condizioni socio-economiche più svantaggiate.
Target 2.3. assicurare il tempo pieno 6. servizio mensa di qualità • Tutte le istituzioni scolastiche principali devono garantire un servizio mensa di qualità per tutti e tale servizio deve essere gratuito per i minori in condizioni certificate di povertà, entro il 2030 in ogni regione italiana. • Entro il 2020, ogni regione deve dimezzare la differenza tra la copertura attuale ed il target del 2030. Il servizio mensa deve essere prioritariamente attivato nelle zone con un più alto tasso di povertà educativa ed economica.
Target 2.4. edifici scolastici sicuri 8. una scuola innovativa in cui i ragazzi possano sviluppare le competenze digitali SCUOLA • Tutti gli alunni dovranno frequentare entro il 2030 scuole con infrastrutture adeguate per l’apprendimento, misurate attraverso l’indicatore OCSE PISA in ogni regione italiana. • Entro il 2020, ogni regione dovrà dimezzare la percentuale di ragazzi che frequentano scuole con • infrastrutture insufficienti, ed ogni scuola in ogni regione dovà dotarsi di un certificato di agibilità/abitabilità. La ristrutturazione degli edifici scolastici deve essere prioritariamente attivata nelle zone con un più alto tasso di povertà educativa ed economica.
Target 2.5. edifici scolastici sicuri. una scuola innovativa in cui i ragazzi possano sviluppare le competenze digitali SCUOLA • Entro il 2030 tutte le aule didattiche dovranno dotarsi di connessione ad internet veloce in ogni regione italiana. Inoltre, tutte le scuole devono dotarsi di percorsi didattici finalizzati all’acquisizione da parte degli studenti delle competenze digitali necessarie ad utilizzare con dimestichezza e spirito critico le TIC per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. • Entro il 2020, ogni regione deve dimezzare la differenza tra la copertura attuale ed il target del 2030. La connessione ad internet deve essere prioritariamente attivata nelle zone con un più alto tasso di povertà educativa ed economica.
Obiettivo 3 – Povertà minorile
Eliminare la povertà minorile per favorire la crescita educativa
Target 3.1 povertà economica dei minori • La povertà economica dei minori – misurata attraverso il tasso di povertà assoluta – deve essere eliminata entro il 2030 in ognuna delle regioni italiane. • Ogni regione deve dimezzare la percentuale di minori in povertà assoluta entro il 2020. Il monitoraggio deve essere eseguito rispetto alla condizione di genere, l’essere migranti, o in condizioni socio-economiche più svantaggiate.