Ogni buona riflessione nasce da una domanda. La nostra è: che cos’è l’America Latina oggi?
10aprile 2018 Samuele Franceschi, Lucca
Anche se a prima vista la domanda può risultare banale, sicuramente la risposta, o forse le risposte, non lo sono altrettanto. Già di per sé, infatti, lo stesso quesito si compone di molteplici sfaccettature: esiste una sola America Latina? quando inizia la sua storia? Chi sono i principali attori che agiscono in questa grande terra?
America Latina è un concetto ampio, una storia ibrida e valorosa, difficile da comprendere, in cui risuona ancora l’eco lontano dell’arrivo degli spagnoli con le loro strategie imperialistiche, che non vanno a mutare solo l’aspetto politico e territoriale, ma intaccano per sempre l’anima culturale del continente. Da allora, quello della soppressione e della prepotenza subita diventa il triste leit-motiv che attraversa tutto il suo processo storico.
Tornando alla prima parte del quesito, poi, senza cadere in errore, solo con un breve sguardo etnografico veniamo a trovarci di fronte un panorama eterogeneo e multiforme, fatto di America Latina nera, indigena, andina, caraibica, portoghese, spagnola, arricchita di grandi flussi migratori; insomma, di una mescolanza di latinità che, solo sommate, rendono l’idea di che cosa sia questo antico nuovo mondo.
Ma l’America Latina è, in un modo assolutamente unico, anche teatro di profonde contraddizioni: grande laboratorio politico in cui sperimentare dittature militari alimentate dal sangue del popolo col tacito accordo delle grandi potenze internazionali; sede di gruppi politici auto-organizzati in guerriglia, mossi da ideali che talvolta hanno mutato carattere; terra di grandi giacimenti di risorse naturali del mondo, costretta a embarghi feroci e stremanti. È un subcontinente che vede la Chiesa abbassare la testa nei confronti del potere e il popolo abbassare la testa nei confronti della Chiesa; la stessa che, talvolta, ha imbracciato le armi per appoggiare la lotta armata. È un Paese tuttora impegnato a contare le morti che non cessano nonostante la firma del cosiddetto “processo di pace”; un continente in cui oligarchie secolari si spartiscono la ricchezza economica lasciando da spartire al popolo la sola ricchezza di spirito, per altro davvero necessaria, talvolta, quando il più basilare dei diritti umani viene calpestato. Ma sopra ogni cosa, a dispetto di tutto ciò, l’America Latina è ancora, affatto banalmente, il paese della speranza; un angolo di mondo in cui il riscatto non è stato riposto nell’oblio dell’impossibile, e in cui, con alternate malinconie, non ci si dimentica di sorridere, perché il domani è ancora un sinonimo di possibilità.
In molti hanno scritto, credo saggiamente, che il genere del realismo magico poteva nascere solo in America Latina, dove magia, controsenso e assurdità si incrociano entro la cornice del reale, del solido, del tangibile.
In un’epoca storica di pieno stravolgimento, afflitta dall’opera antidemocratica di nuove potenze e prepotenze, conviene allora rivolgere lo sguardo verso questa terra viva, pulsante, e declinare la domanda iniziale in questo senso: quale futuro per l’America Latina?
Mercoledì 11 aprile 2018, presso il C.R.O. Darsene di Viareggio, dalle 18:30, proveremo a parlarne con ospiti e studiosi che hanno trattato alcuni di questi temi già in passato. Interverranno:
- il prof. Andrea Vento, docente di “Geografia Economica” presso l’I.T.C. “A.Pacinotti” Pisa (Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati);
- Mauro Rubichi (Associazione di cooperazione internazionale Italia-Nicaragua);
- il prof. Nelson Martìn La Rotta, politogo dell’università di “Los Andes” di Bogotà.