Arriva dalla Regione Toscana un aiuto concreto alle donne vittime di violenze. E’ quanto prevedono due delibere, approvate nel corso dell’ultima Giunta regionale, con cui si stanziano 1,3 milioni di euro, da utilizzare da qui a fine anno per favorire la loro autonomia, abitativa e lavorativa.
21aprile 2018 da Tiziano Carradori, Firenze
Ciascuna vittima potrà ottenere fino ad un massimo di 13.100 euro, 8.000 dei quali finalizzati a permettere di vivere o in un appartamento autonomo o in coabitazione e i restanti 5.100 destinati a finanziare in parte percorsi di accompagnamento al lavoro basati su azioni di orientamento, o di formazione di gruppo, o su tirocini non curriculari, o sulla formazione a distanza, o su percorsi formativi o corsi per adulti. Per questo potranno ricevere fino a 500 euro. Un massimo di 1.000 euro sono invece previsti per aiutarle nella mobilità, cioè a raggiungere il luogo della formazione, oppure per mandare i figli ai nidi o nelle scuole dell’infanzia. Infine dai 1200 ai 3600 euro potranno essere erogati per favorire la frequenza dei tirocini non curricolari. Si tratta di 600 euro al mese per un minimo di due e un massimo di sei mesi.
E’ questo l’innovativo “pacchetto” di misure finalizzato ad aiutare una parte delle 4.017 donne che nel 2017 si sono rivolte ai centri antiviolenza presenti sul territorio regionale. Si tratta di un numero che dal 2016 allo scorso anno è cresciuto del 22,5% fino a raggiungere l’impressionante cifra di 11 al giorno. La maggior parte di queste ha figli minori. Il percorso di aiuto individuato dalla Regione è subordinato ad un progetto per la loro occupabilità, definito presso i Centri per l’impiego e prevede per ciascuna donna un doppio tutor / consulente: uno presso il Centro per l’impiego, l’altro messo a disposizione dal Centro antiviolenza che, attraverso i servizi sociali dei Comuni, garantiscono alle donne vittime di violenza una casa rifugio per loro e i loro bambini. Ma non potendo queste strutture garantire accoglienze molto prolungate, nei casi in cui le donne vittime di violenza non possano rientrare nella loro abitazione originaria, ecco che il percorso individuato dalla Regione punta a favorire la loro autonomia abitativa, attraverso un sostegno, per un massimo di 8.000 euro, che vada a coprire in tutto o in parte i canoni di affitto, le spese condominiali, l’allacciamento delle utenze, l’acquisto di arredi o elettrodomestici e la manutenzione ordinaria dell’alloggio.
Si tratta di un primo esperimento di questa dimensione, attraverso il quale si conta di favorire l’autonomia di circa 200 donne da qui a fine anno. I bandi relativi all’inserimento al lavoro saranno pubblicati entro la prima metà del mese di maggio e i contributi, per i quali è prevista una precisa rendicontazione, saranno erogati fino ad esaurimento delle risorse disponibili (pari a 851.500 euro) e comunque entro il 31 dicembre di quest’anno.
Sono invece 465.000 euro i fondi a disposizione per favorire l’autonomia abitativa delle donne inserite nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza subita e per i loro figli, sia in appartamenti autonomi che in alloggi in coabitazione con altre donne, sostenendole nella prima fase di vita autonoma dopo la loro uscita dalle case rifugio o da alloggi di transizione.