Penultimo spettacolo al Deep Festival, che si è svolto Sabato 27 Luglio in Fortezza Vecchia.
28 Luglio 2019, di Simonetta Ottone
“Niente panico” ci presenta un Luca Avagliano esplosivo e geniale, in balìa (citando le sue parole) di “un incontentabile flusso d’incoscienza che spazierà dalla poesia al catechismo, dalla scienza alla saggezza popolare, dalla psicanalisi, all’equitazione, dall’amore a…gli alieni, forse unica via d’uscita e di salvezza, anche se, restando fermo immobile in attesa di un raggio traente, è facile farsi prendere dal panico. Magari basterebbe correre per non farsi prendere, e ci si potrebbe anche accorgere di non essere cosi soli nell’universo”.
Un monologo, insomma, comico e disperato, intimo e interagente sotto il segno di un logico nonsenso, che involontariamente si affida alla “patafisica”, ovvero alla scienza delle soluzioni immaginarie.
Attore dalle straordinarie capacità espressive e vocali, Avagliano con questo spettacolo mette al centro la dittatura di un presente che non lascia intravedere un futuro. E’ una donna, Mirella, che gli ricorda che dobbiamo crescere, altrimenti “non abbiamo più un futuro”. E questa frase ricorre in tutto lo spettacolo, come un trauma, come una ferita aperta che solo la fine di un amore può dare. Ma per “lui”, è troppo difficile crescere, la surrealtà prende il posto della realtà in un susseguirsi di situazioni esilaranti e tragiche, dove il senso di smarrimento diventa il sentire più diffuso ed immobilizzante.
Si ride pensando nel teatro di Avagliano, come sa fare il buon teatro.
Il Deep Festival si è concluso con Ottavia Piccolo in “White Rabbit Red Rabbit”.
Si tratta di un esperimento sociale in forma di spettacolo prodotto in Italia da 369gradi. L’attrice o l’attore che lo interpreta per un’unica volta, senza regia e senza prove, apre la busta sigillata che contiene il testo già sul palco e ne condivide il contenuto con il pubblico. Una sedia, un tavolo, due bicchieri, gli orpelli concessi. Il qui e ora nella sua massima espressione. Ci sono delle regole da rispettare per chi accetta la sfida: chi decide di portarlo sulla scena non può averlo visto prima.
“White Rabbit Red Rabbit” è un testo teatrale scritto dall’iraniano Nassim Soleimanpour nel 2010, all’età di 29 anni, in un momento in cui non aveva possibilità di comunicare con l’esterno del suo Paese.
“White Rabbit Red Rabbit” è prima di tutto il sogno realizzato di un dialogo impossibile, un gioco teatrale contro ogni censura e ogni distanza geografica e culturale, un incontro ravvicinato che lascia tracce profonde, perché mette sullo stesso piano emotivo autore, attore e spettatore.
Il numeroso pubblico intervenuto è stato fortemente coinvolto dalla portata simbolica ed emotiva dell’iniziativa, accolta da Ottavia Piccolo, attrice di spessore e di impegno.
La traduzione del testo è stata curata da Marina Dammacco.
La II° Edizione di Deep Festival ha animato per svariati giorni (dal 22 al 27 Luglio) la vita culturale di Livorno, con una programmazione scelta ed elegante tra Teatro, Musica, Danza, Letteratura e Cinema, grazie alla collaborazione tra più realtà, quali:
MO – WAN Teatro, Nuovo Teatro delle Commedie, Eden, Kinoglaz, Comune di Livorno, Regione Toscana e molte altre.