Fortunatamente il conducente e un passeggero riescono a mettersi in salvo. Stessa sorte è toccata, neanche un anno fa, ad un altro autobus in località Gabbro e ancora, l’11 marzo 2015, un autobus CTT carico di studenti prende fuoco nel comune di Cascina
20maggio 2017 da Coordinamento Autoferrotranvieri-Unione Sindacale di Base Federazione di Livorno
Anche in quell’occasione autista e passeggero riuscirono ad abbandonare il mezzo in tempo, e anche in quel caso nessuna spia segnalò una qualche anomalia al motore. E ancora, l’11 marzo 2015, un autobus CTT carico di studenti prende fuoco nel comune di Cascina. Sarebbe dovuto bastare uno solo, dei casi fin’ora descritti, per far scattare una reazione forte e decisa sia da parte degli enti pubblici appaltanti sia, ovviamente, da parte della stessa azienda. Perché quando c’è di mezzo la vita stessa dei lavoratori e dei cittadini/utenti non è lecito tergiversare per nessun motivo. Invece succede proprio il contrario: In data 13 maggio il dirigente della compagnia Bruno Bastogi rilascia delle vergognose e pericolose dichiarazioni agli organi di stampa. Dichiarazioni che in un paese minimamente “normale” dovrebbero portare alle dimissioni immediate:
“Non ci sono stati altri incendi di mezzi “, spiega Bastogi, “due in un anno sono un numero fisiologico per una realtà come la Ctt.”.
Due mezzi andati completamente a fuoco durante il servizio, con a bordo dei passeggeri, sarebbero avvenimenti fisiologici, quindi normali. Queste dichiarazioni sono in realtà, lo specchio di una gestione complessiva del trasporto pubblico locale in mano a dirigenti non all’altezza del ruolo ricoperto e totalmente “impuniti”, quando non direttamente coperti dalle Amministrazioni Locali.
E’ lo stesso Bruno Bastogi a fare la voce grossa, neanche tre giorni fa, in occasione dell’ennesima aggressione ai danni di un conducente da parte di un balordo.
Come USB, già da tempo avevamo denunciato agli organi competenti la totale mancanza di sicurezza per i conducenti e i lavoratori a bordo dei mezzi, in occasione di un’altra aggressione messa in atto, in quel caso, da un cittadino italiano (giusto per precisare che per noi il tema della sicurezza non ha nessun legame con la questione immigrazione).
Ma intanto le telecamere all’interno degli autobus non sono ancora in funzione; il posto guida è ancora facilmente accessibile a chiunque, in qualsiasi momento, perfino con la possibilità di agire sui comandi durante la marcia del veicolo; il centro di controllo, presso il deposito di via Impastato, cessa l’attività alle ore 20, lasciando pertanto privi di qualsiasi assistenza i lavoratori ancora in servizio; le verifiche dei titoli di viaggio vengono spesso effettuate da un solo verificatore a bordo delle vetture; e oltretutto, a seguito della modifica di alcune linee urbane, i conducenti si trovano spesso a sostare, anche per 40 minuti, in capolinea sprovvisti di qualsiasi area a loro dedicata e senza neanche la presenza di un collega.
A tali macroscopiche criticità se ne aggiungono una moltitudine, meno evidenti ma non meno gravi, che potrebbero essere facilmente cancellate con una gestione del lavoro quotidiano che appena tenesse conto della questione sicurezza.
Per questo, invece che perseverare in inutili e surreali dichiarazioni di facciata, crediamo sia arrivato il momento di affrontare, una volta per tutte, il tema della sicurezza dei lavoratori CTT Nord e degli utenti in modo serio e coerente, perché su questo tema non si scherza, e qui passa il confine tra civiltà e inciviltà.
Diversamente, USB continuerà a denunciare le gravi carenze in tema di sicurezza presso organi competenti e d’informazione, riservandosi al contempo di intraprendere le azioni che potrà ritenere più opportune al fine di tutelare la sicurezza dei lavoratori e degli utenti.