“La Commisione Europea ha bocciato la Legge Finanziaria italiana, il suo monito lo ha consegnato ad una nota di poche pagine (https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/economy-finance/1263_commission_report_211118_-_italy_it.pdf)”
24npovembre 2018 di Federico Giusti
Le critiche della Troika sono rivolte al debito eccessivo a fronte di una crescita contenuta dell’economica italiana, in realtà chiedono il rispetto degli impegno del Governo Renzi che aveva accordato politiche di austerità e misure prevalentemente indirizzate al contenimento del debito. Pochi hanno letto la risposta del Governo Italiano alla prima lettera di richiamo (un mese fa) nella quale si parlava di privatizzazioni e vendita di molte partecipazioni pubbliche, basta solo questo fatto per ribadire che il Governo Conte non intende reinternalizzare i servizi privatizzati o procedere sulla strada della statalizzazione.
La critica principale della Troika è quindi rivolta all’indebitamento, al rispetto delle regole imposte ai Governi nazionali in materia di economia e contenimento della spesa pubblica (ma anche sulle pensioni e sul lavoro visto che la Fornero e il Jobs act sono copia di leggi simili approvate in altri paesi dell’UE). La Troika giudica le regole di abbattimento del debito necessarie per proteggere la Ue, per garantire (parole loro) “certezza, stabilità e fiducia reciproca”. Da qui nasce il giudizio negativo sul bilancio 2019, sull’indebitamento portato al 2,4% del Pil, rispetto all’impegno assunto da Renzi pari allo 0,8%
L’indebitamento italiano avrà effetti positivi sui salari e sulla vita degli italiani? Sta qui la scommessa, noi pensiamo che se il contenimento del debito sarà attuato, dal 2019 in poi, attraverso le privatizzazioni si rischia di cadere dalla padella alla fossa della brace. Tanto rumore attorno alla Fornero che non sarà cancellata ma solo in piccola parte corretta e nella sostanza rimarranno intatti i meccanismi che hanno portato all’innalzamento dell’età pensionabile e all’alleggerimento degli assegni previdenziali.
Che cosa vuole allora l’Ue?
Vuole evitare che altri paesi europei decidano di innalzare il rapporto debito\Pil (rinviamo a un articolo interessante de Il fatto quotidiano on line: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/11/24/ue-e-procedure-di-infrazione-non-solo-manovra-dai-trasporti-allambiente-la-classifica-dei-paesi-piu-sotto-osservazione/4786720/, ricorreranno magari alla solita procedura di infrazione contro l’Italia per soddisfare gli interessi del capitalismo finanziario. Ma allo stesso tempo pensare che l’attuale esecutivo rappresenti una alternativa allo strapotere della finanza è un grave errore come dimostrato dalla reiterata volontà di procedere con la vendita delle partecipazioni pubbliche inaugurando una nuova stagione all’insegna delle privatizzazioni per non parlare poi degli aumenti irrisori messi a bilancio per i 3,2 milioni di dipendenti pubblici, tacendo infine sui mancati interventi in materia di salute, istruzione e sanità, le vere emergenze(taciute ) del bel paese.
Sulla base dei dati comunicati e delle previsioni d’autunno 2018 della Commissione, l’Italia non ha rispettato il parametro per la riduzione del debito né nel 2016 (scostamento del 5,2% del PIL) né nel 2017 (scostamento del 6,6% del PIL). Nel complesso, se si prescinde da tutti i fattori illustrati nel seguito della relazione, la non conformità dell’Italia con il parametro per la riduzione del debito nel 2017 è un elemento che dimostra l’esistenza di un disavanzo eccessivo ai sensi del patto di stabilità e crescita. Da questi dati si evince che anche il Governi Renzi e Gentiloni non avevano raggiunto gli obiettivi fissati dalla Troika.