9agosto 2014 di Lamberto Giannini
E’agosto, periodo di ferie, e la colazione al bar per il livornese è il rito dei riti, ma la vera soddisfazione è unire alla sfoglia la lettura del quotidiano rosa che consente il neurone libero; le gesta eroiche dei calciatori creano quella che Kant definisce immaginazione produttiva o schematismo trascendentale, ovvero un ponte tra ideale e reale, quindi nel leggere del calciatore che arriva con chitarra dall’Inghilterra per rilanciarsi e vendicarsi di chi non ha creduto in lui si allontanano i problemi reali e il gesto ripetuto delle quattro dita più uno che accarezzano la parte anteriore del mento serve per togliere il fastidio-piacere dello zucchero a velo.
Mario si alza alle 6 e 30 perché vuole essere il primo a leggere la Gazzetta, altrimenti l’attesa del prezioso foglio rosa potrebbe diventare più lunga di quella alla mutua. Entra nel bar deciso perché Gino a volte riesce ad anticiparlo. Infatti Gino è lì. Come cazzo farà ad essere sempre in anticipo? Eppure io metto la sveglia ogni giorno 5 minuti prima … Sorpresa. Gino è di spalle che parla con la barista Angela cercando di scrutare all’interno della maglietta attillata dove il prorompente seno sembra esplodere. Mario diventa casto quando si tratta del quotidiano sportivo: si getta su di esso e lo prende quasi con energia orgasmica… una vittoria contro il mondo. Pensa ai malcapitati che se lo dovranno contendere tra qualche ora e lui come un re può godersi l’infinito poetico che si trova all’interno del giornale … Dejavu, la notizia di Acciuga alla Juve e la foto sembrano uguali a ieri… Cazzooo… è il giornale di ieri…cerca spasmodico di vedere dove può essere nascosto quello nuovo … Gino si gira e lo guarda beffardo e dice “La bimba non ha avuto il tempo di comprarlo, tanto vado io dopo con comodo”, e ripete l’espressione con comodo come a dire che sarà lui il primo a leggerlo perché ha l’onore di poter giungere trionfale all’edicola a chiedere i giornali per il bar. Potresti andare ora Gino, pensa Mario, ma capisce che l’altro, per puro sadismo, vuol godersi il trionfo … Mario ordina, mangia, beve il caffè e guarda implorante Gino che fa un passo, un altro verso la porta… vai vai vai( pensa Mario) ma Gino torna indietro continuando a fare allusioni nei confronti di Angela. Dolori allo stomaco dalla rabbia: cazzo, possibile arrivare al bar di prima mattina rinunciando al sonno durante le ferie, essere lì vicini al sogno ed essere ostaggio di Gino…
20 minuti di agonia, Gino ripete più volte la pantomima dei passi e torna indietro, Mario capisce che è un gioco di nervi contro di lui, allora ribatte in modo strategico. Torna a casa, va in bagno, a questo punto pensa che Gino, che si è preso la sua rivincita per essersi visto sfilare per un soffio il quotidiano Rosa il giorno dopo la finale dei mondiali , ora sarà lì soddisfatto a leggere il giornale… e solo dopo toccherà a lui. Torna al Bar pieno di persone, quel tipo di situazione che l’amico Alessandro definiva una voliera; la situazione è strana, Gino non è presente, gli uomini sono tutti a scherzare con Angela ed il prezioso cimelio è lì nelle grinfie di un avventore tedesco che lo sfoglia distrattamente. Mario, usando la tecnica zen, contrae ogni muscolo del corpo, ogni nervo, si concentra per lo scatto: quando il tedesco abbandonerà la preda dovrebbe essere facile, gli altri sono lontani, ma mai fidarsi… Il tedesco lascia la Gazzetta e, con tecnica sopraffina, Mario prende il giornale prima che ricada sul tavolo, goduria, vittoria, è mio, sono io il campione…cazzo, ancora la foto di Acciuga uguale, stessa notizia… Cazzoooo, è ancora quello di ieri.
Entra Gino sorridente, cede il Tirreno alla signora Assunta con gesto cavalleresco e si mette a leggere la Gazzetta fresca di stampa: inutile rimanere, Gino farà di tutto per tenere per un tempo enorme il quotidiano tra le mani e poi lo cederà ad altri… Nel Bar non vale la regola del chi arriva prima prima legge, perché tutti vogliono leggere la Gazzetta ma non vogliono far vedere che sono andati lì proprio per quello. Mario prende un altro caffè per giustificare la sua presenza ed esce; il dottore gli ha detto che ha una leggera cardiopatia, lui sa che dipende dal numero enorme di inutili caffè che prende per attendere la regina: così ha soprannominato la Gazzetta.
Torna di nuovo a casa, si rade, annaffia le piante… gesti inutili nevrotici perché la giornata è rovinata ormai… la lettura della Gazzetta è questione di principio, però la rabbia è feroce.
Torna al bar verso le 11 , situazione favorevole e rilassante… il giornale è in mano ad uno con la tuta da operaio che lo legge in piedi e nel Bar, oltre a loro, è presente solo Gino. Mario ordina un nuovo caffè ed attende rilassato: è fondamentale per il lettore di Gazzetta analizzare la tipologia di chi possiede temporaneamente il quotidiano, perché dal modo di sfogliarlo, dallo sguardo, dalla posizione del corpo ecc …si riesce a calcolare con un margine infinitesimale di errore i tempi di attesa. Angela gli passa il quotidiano locale, si può fare… in genere lo lascia come seconda scelta perché meno ambito, ma in questo diminuiscono i tempi di attesa, tranne quando finisce tra le grinfie di Assunta che lo legge a voce alta con l’amica coetanea di 96 anni. Oggi può concederselo e inizia a sfogliarlo e si rende conto di aver commesso un errore tremendo… è arrivato Massi, che lo anticipa di un niente; quando l’operaio lascia il diamante rosa lui è in svantaggio perché deve compiere un gesto doppio, abbandonare il quotidiano locale e gettarsi sulla Gazzetta. Massi dice la frase pericolosa, “Tanto faccio presto”… in effetti arriva avidamente alle pagine finali e Mario, ad ogni giro di pagina, esulta dentro…Massi arriva in fondo e lo guarda con sorriso confortante e amichevole …si, si, dai… E poi inizia a sfogliare al contrario commentando a voce alta alcune notizie con il bastardo di Gino… Noooo, non si può svelare prima il mistero dell’esistenza… voglio leggere le notizie. non sentirle raccontare da loro. Mario vorrebbe urlare queste parole ma la timidezza gli impedisce di parlare; Massi dopo 42 minuti e 11 secondi lascia l’oggetto ma non lo mette sul tavolo, lo consegna nelle mani di Gino che, prima di girare le pagine, lo guarda con ghigno terrificante, si mette il pollicione in bocca, lo riempie di saliva e riprende a sfogliare con calma ed ogni tanto ripassa il pollicione in bocca a ritmo cadenzato..,schifo, nervoso, rabbia, lo legge la seconda volta solo per ferirmi, pensa Mario, devo resistere, si, devo resistere, l’attesa del piacere rende più intenso il piacere.
Intanto è entrato Fede; il vagabondo arriva sempre tardi ma è rapidissimo nel procurarsi il prezioso rosa… Gino si comporta bene, lascia il giornale in un tavolo equidistante tra Fede e Mario, un atto di riconoscimento del conflitto che dona dignità alla situazione (come dire ad entrambi “Quando un giorno lo leggerete prima di me ricordatevi il gesto). Mario si alza, per etica non si può correre; si trova Fede di fronte occhi negli occhi, le mani ferme e pronte come in un duello western. Mario immagina la musica di Morricone, Fede è in leggero vantaggio, ma Mario con uno scatto di reni degno del miglior Cipollini giunge sulla preda dicendo ironico “Posso?” Mentre esprime la richiesta la sua mano viene bloccata da dietro da Margherita, la donna da sempre segretamente amata, che dolcemente gli sfiora la mano, cosa mai accaduta, che gli dice “Mi offri qualcosa?” Intanto la Gazzetta è nelle mani decise di Fede: Mario sente che ha perso il controllo, guarda duro la donna e le risponde “No, non ti offro un cazzo, sei una troia…”
Lei fugge piangendo, cazzo cosa ho fatto, la donna della mia vita, ma sicuramente non vale la Gazzetta. Guarda duro Fede come per dire fai presto, sono caduti i freni inibitori; Fede è intimorito e abbandona dopo solo 6 minuti e 22 secondi; Mario prende la Gazzetta in mano, un gesto che dà enorme potenza… sei tu il padrone del tempo,gli altri devono attendere, ma mentre inizia a leggere un terribile strizzone di pancia… e di corsa a casa, solo il bisogno della merda supera quello della Gazzetta. Dopo una doccia rigeneratrice torna al bar, cerca come un disperato il foglio, ma non lo intravede… Angela è sola , le si avvicina e con voce roca chiede “Ma la Gazzetta?” E’ venuto a trovarmi il mi’fio, tanto l’avete letta tutti, l’ho data al mio amore.
Mario si avvia mesto all’edicola… non è tirchieria…la Gazzetta si legge al bar per gusto di conquista, per capacità di attendere…all’edicola perde valore, anche perché al bar costa di più se si pensa a tutti i caffè e le colazioni fatte controvoglia…edicola chiusa. Mario torna a casa: ora è un altro uomo… ha capito che si può vivere anche senza Gazzetta: si può, ma manca terribilmente.