3luglio di Monica sgherri
Fare anche in Toscana come in Emilia Romagna. Così potremmo sintetizzare la proposta di legge elettorale che ho presentato ieri – insieme al collega Romanelli – la quale ricalca i cardini del testo normativo approvato oltre Appennino nei giorni scorsi. Non è la “mia” legge, ma garantisce la rappresentatività del Consiglio e il pluralismo politico (senza quindi cannibalizzare le forze non allineate a PD e FI) e nel contempo garantisce la governabilità.
– Non prevede invece quella che potremmo definire la riserva dei seggi privilegiati, cioè il cosiddetto listino, che è uno schiaffo alla volontà degli elettori e in netto contrasto con il pronunciamento della Corte Costituzionale.
– Pluralismo garantito dalla previsione di una soglia di sbarramento bassa, al 3% per tutti, e addirittura senza sbarramenti (quindi rimanendo solo soglie fisiologiche) se la lista risulta in una coalizione che raggiunge il 5%.
Insomma questa proposta di legge sana le principali storture della proposta frutto dell’inciucio PD FI (quest’ultima accettata anche da un pezzo di maggioranza toscana in cambio di soglie più basse per chi è “dentro”), garantendo comunque maggioranze certe e salde. Fare diversamente in Toscana rispetto a quanto fatto in Emilia Romagna (proposta lì approvata a larghissima maggioranza) quindi vorrebbe dire unicamente voler costruire per legge il “partito padrone della coalizione”, senza altre motivazioni di sorta! Insomma gli alibi sarebbero caduti definitivamente.
Con questa proposta si rende davvero tutto il potere di scelta ai cittadini tramite le preferenze (come detto senza listini) prevedendo un sistema proporzionale dell’80% e un premio di maggioranza variabile al fine di garantire maggioranze certe e stabili.
Il sistema quindi rende inutile il ballottaggio, che infatti non è previsto. Ballottaggio previsto invece nella proposta PD FI, che serve solo a nascondere il fatto che, anche con il 25% percento dei voti, si potrà governare con una maggioranza consistente. Ma soprattutto, la legge presentata da me e il collega Romanelli invece rispetta la volontà dell’elettore, garantisce pluralismo politico e la rappresentatività: questa l’unica via per ridare credibilità alle istituzioni e combattere l’astensionismo, vero vincitore delle elezioni negli ultimi dieci anni.
Legge, la nostra, in direzione opposta a quella frutto dell’inciucio PD FI, che invece incoraggia i cittadini a non andare a votare, proprio perché, grazie a un meccanismo perverso, bypassa e annienta di fatto la volontà dell’elettore. Un impianto teso a annientare la possibilità di elezione da parte di chi non è allineato e a rendere il voto dei cittadini non più uguale – delle storture al limite del grottesco, come una coalizione che supera il 10 % dei voti ma che non elegge perché nessuna lista supera il 3%, oppure possibili casi in cui se vi è dentro una sola lista che supera tale soglia si prende tutti gli eletti della coalizione! Follie all’interno di un impianto ingiusto e sbagliato, ma funzionale a garantire gli interessi dei due “partiti padroni”.
Con la presentazione della proposta nostra (senza dimenticare che in essa è presente l’alternanza di genere) chiamiamola emiliana “toscanizzata”, ora la palla passa agli altri, vorranno percorrere una strada che i loro omologhi emiliani hanno dimostrato possibile ed efficace senza listini, ballottaggi e distorsioni inaccettabili della volontà degli elettori o si vorrà sacrificare tutto sull’altare di una riproposizione in salsa toscana dell’accordo Renzi Berlusconi?