Giornata di protesta il 28 dicembre. Presidi di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil davanti alle Prefetture contro il blocco delle rivalutazioni previsto nella manovra.
I sindacati: “Governo ipocrita, con una mano sembra dare e con l’altra toglie”
23dicembre 2018 da Spi Cgil nazionale
I pensionati italiani si schierano decisamente contro la manovra finanziaria del governo. E annunciano l’avvio di una mobilitazione, con presidi e sit-in davanti alle Prefetture. Una giornata di protesta in tutta Italia sarà venerdì 28 dicembre. Lo afferma il segretario generale dello Spi, Ivan Pedretti, in un post su Facebook.
Il messaggio lanciato da Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil in un comunicato unitario, commentando la decisione della maggioranza di ridurre la rivalutazione per tre anni (dal 2019 al 2021) per quelle d’importo superiore a 1.540 euro mensili lordi e di attuare un prelievo straordinario di solidarietà (pari dal 15 al 40 per cento) a quelle sopra i 100 mila lordi annui:
“Continua la vessazione dei pensionati. In tre anni la manovra sottrae 2,5 miliardi di euro dalle tasche dei pensionati, intervenendo nuovamente sull’adeguamento delle pensioni all’inflazione. Ora diciamo basta”.
I sindacati pensionati faranno sentire la propria voce:
“per denunciare l’ipocrisia del governo che con una mano sembrerebbe dare, ma con l’altra certamente toglie. Pur essendo un periodo di festività, le nostre strutture cominceranno a manifestare davanti a tutte le prefetture d’Italia”.
Dal nuovo sistema di riduzione della perequazione per le pensioni superiori a 1.500 euro lordi al mese il governo conta di ricavare buona parte dei risparmi per finanziare le altre misure promesse.
“Questo è inaccettabile” il commento di Annamaria Furlan e Gigi Bonfanti, segretaria generale della Cisl e segretario generale della Fnp della Confederazione. “Da anni chiediamo – spiegano i due esponenti sindacali – che venga finalmente riconosciuto ai trattamenti pensionistici un meccanismo di rivalutazione che risponda ai bisogni di milioni di pensionati e di pensionate e che permetta davvero di non far perdere il potere di acquisto delle pensioni, come di fatto oggi accade. E, invece, la risposta del governo ‘del cambiamento’ si omologa alle prassi degli ultimi governi: colpire e fare cassa con i pensionati ancora una volta e non agire in modo forte e determinato, ad esempio, contro l’evasione fiscale”.
Sui tagli alle pensioni interviene anche il segretario confederale della Uil Domenico Proietti:
“La rivalutazione delle pensioni è una questione di equità, che il governo deve garantire”, spiega l’esponente sindacale, precisando che ‘per una pensione lorda pari a sei volte il minimo, la mancata ripresa dell’indicizzazione si traduce in una perdita di 167 euro annui dal 2019 e per il resto della vita del pensionato’. Sono dieci anni che la rivalutazione è bloccata, siamo contro questo tipo di politica, contro un Governo a cui piace parlare di reddito di cittadinanza, ma non dice nulla sulla necessità di una legge sulla non autosufficienza. Dobbiamo essere più radicali.