10 giugno @ 15.56
Campione di pugilato che per anni è stato esponente di spicco della Curva Nord del Livorno, una tra le più a sinistra in Italia. Intervista con Lenny Bottai “campione del popolo” amaranto spiega le ragioni del crollo clamoroso dei democratici e del successo del sindaco grillino
LIVORNO – “Chi semina odio raccoglie tempesta. Se un partito che prende il venti per cento al primo turno, il M5S, ne batte uno che ha preso il doppio, il Pd, la ragione se la deve chiedere quest’ultimo. Sono stati sbranati da tutto quello che hanno creato”.
A parlare è Lenny Bottai, pugile livornese che negli anni ha raggiunto traguardi di livello internazionale: l’ultimo successo è del 24 marzo scorso con la conquista del titolo intercontinentale Ibf dei pesi superwelter. Ma Lenny per Livorno è anche più di questo. Lui è il “campione del popolo”, che nonostante i successi non ha dimenticato da dove è venuto e ha creato una palestra (la Spes Fortitude) che, come spiega: “È nata per dare alla città uno spazio dove si vivesse sport di qualità in maniera sana, un progetto che avesse anche un respiro sociale e popolare, quindi non business ma condivisione di un percorso”.
Non solo pugilato, restando in ambito sportivo, Bottai, anche se ci tiene a sottolineare che si tratta di un’esperienza da non confondere con la boxe, è stato un esponente fondamentale della Curva Nord del Livorno, probabilmente la curva più “a sinistra” d’Italia: “Allo stadio sono cresciuto, come molti altri miei coetanei. La fede politica intesa come idee e non partitocrazia figlia delle clientele fa parte della vita della comunità, essendo lo sport un evento di massa e per le masse, un fatto popolare e pubblico che non può prescindere dagli stati d’animo e dalle esigenze di queste”.
A Livorno il ballottaggio è stato un referendum sul Pd ed è evidente che un ruolo determinante l’abbiano giocato proprio gli elettori della sinistra: “Perché avrei dovuto dare la preferenza al Pd che proponeva come assessore allo sport Maurizia Cacciatori (ex-candidata Pdl a Massa) mentre invitava i livornesi a difendersi dalla deriva destrorsa del M5S quando poi tutte le cose più di destra negli ultimi 20 anni di politica le ha fatte proprio il Pd che è diventato la nuova Dc? – riflette Lenny Bottai e continua – Se c’è una cosa che mi ha fatto schifo è vedere riesumare termini come ‘compagni’ e ‘antifascismo’ per vincere un ballottaggio che aveva solo interessi economici e di potere, e in molti ci sono cascati. Poi al ballottaggio non si vota ‘per’ ma ‘contro’, ed era anche una questione di salute. Livorno ha un’altissima incidenza di tumori. Dopo il fallimento del rigassificatore Olt, questi (Pd) avevano promesso discariche e un altro inceneritore. Serviva un segnale chiaro. Le città non si governano con le Lobby, figuriamoci Livorno. In ogni caso il grande lavoro politico di antagonismo al Pd storicamente a Livorno l’ha sempre fatto la curva con le Bal (Brigate autonome livornesi) e il movimento antagonista e autonomo composto da varie realtà sparse in città”. In alcun casi i luoghi diventano simboli e Livorno, un simbolo, lo è sempre stata.
Qui nel gennaio del 1921 nacque il Partito comunista italiano. Qui le amministrazioni di sinistra hanno cambiato nome (da Pci, Ds a Pd) ma negli ultimi 68 anni hanno amministrato continuativamente la città e sempre qui, su uno dei principali monumenti cittadini, la Fortezza Nuova, dal ’74 campeggia la scritta “Msi fuorilegge” . Poco importa che il Movimento sociale italiano non esista più, anche quello è un simbolo e di fatto nessuna amministrazione ha mai avuto la voglia o il coraggio di farlo cancellare. Livorno negli anni ha declinato il suo essere di sinistra in tanti modi e se oggi è conosciuta a livello nazionale e non solo come la “roccaforte rossa” probabilmente è anche grazie alla tifoseria della curva della sua squadra di calcio, la Nord. Basti ricordare un esempio su tutti: lo sfoggio delle bandane a San Siro nel 2004 per sfottere Berlusconi in occasione della partita contro il Milan.
Dal 9 giugno qualcosa è cambiato. Il risultato del ballottaggio per le elezioni amministrative parla chiaro: il Movimento Cinque Stelle è il primo partito della città. Con il 53 per cento dei voti Filippo Nogarin ha sconfitto Marco Ruggeri (candidato sindaco del Pd).
Per comprendere il risultato elettorale è importante capire perché e da chi il Pd sia stato sconfitto. Quel 53 per cento che ha relegato per la prima volta il Pd all’opposizione non è composto unicamente dai voti degli elettori “grillini”.
Un dato importante da notare è quanto alcune forze di sinistra che non si rispecchiano con il Pd abbiano contato sul terreno delle amministrative: un’area che con il passare degli anni e l’aumentare della delusione nei confronti dell’amministrazione Pd si è allargata, al punto da raccogliere l’approvazione anche di chi nel Pd ci aveva creduto.
Di fatto, per lanciare la sfida della “battaglia da sinistra al Pd” è addirittura nato un partito, “Buongiorno Livorno”, che in pochi mesi è riuscito a ottenere al primo turno il 16 per cento dei consensi diventando così la terza forza politica della città. Anche questo è un segnale importante per capire che i livornesi non hanno smesso dalla sera alla mattina di essere di sinistra, forse è il Pd che non riesce più a rappresentare le istanze di quello che dovrebbe essere il suo elettorato.
E a chi sostiene che il neo sindaco Nogarin sia stato sostenuto dalla parte più “radicale” della sinistra livornese, Lenny risponde così: “È pura demagogia. Livorno ha bisogno di quello che il peggior Pci degli anni ’70/’80 ha distrutto, ovvero partecipazione, appartenenza, cultura, e soprattutto far marciare gli interessi comuni sempre avanti a quelli privati – conclude Bottai – Secondo me qualcosa in questi termini nascerà, vedremo. Si apre una pagina nuova per la città.”
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