Con lo spettacolo “In terza e in ottava: la Pia nelle rime dell’Alighieri e del Niccheri”, si cantano l’amore infelice di Pia e la tragica passione di Paolo e Francesca
25agosto 2016 da Comune di Castelnuovo Val di Cecina
“Negli anni che de’ Guelfi e Ghibellini/repubblica a que’ tempi costumava…”
Così comincia la prima delle 54 ottave che Giuseppe Moroni (1810-1880), detto il Nìccheri, scriveva sulla “…dolente Pia de’ Tolomei”.
Il poemetto del Niccheri, grazie alla tradizione orale dei poeti improvvisatori in ottava rima, è stato tramandato fino ai nostri giorni; ancora oggi queste ottave sono fra le più amate e conosciute delle storie in rima e vengono ricordate a memoria in tutta la Toscana. Certamente i più anziani, ma anche persone più giovani, ritroveranno, la prossima domenica a Montecastelli e a Sasso Pisano, il sapore della più viva tradizione popolare nello spettacolo, dal titolo In terza e in ottava: la Pia nelle rime dell’Alighieri e del Niccheri, promosso dal Comune di Castelnuovo Val di Cecina, in collaborazione con l’Associazione Compagnia del cerchio di Livorno.
La vicenda dell’infelice moglie di Nello Pannochieschi – quei Pannocchieschi cui appartenne proprio la Torre che ancora oggi vigila su Montecastelli – a metà fra storia e mito, trae origine dai versi della Divina Commedia
“…ricorditi di me, che son la Pia; Siena mi fe’; disfecemi Maremma…” ed ha ispirato, nei secoli, la fantasia dei poeti tanto quanto la curiosità degli storici.
Nel 1848 Bartolommeo Sestini, patriota e poeta, dedicò alla Pia un poemetto di ben 3 canti e 248 ottave, nelle quali si ritrova tutto l’armamentario di un romanticismo tardo e intriso di retorica.
A questi versi s’ispira il Nìccheri, che si autodefinisce “poeta illetterato”, che nelle sue sole 54 ottave incatenate dI poeta cantore, come quelli che ancora oggi animano le feste rurali e i Maggi tradizionali, riscatta la storia della Pia della retorica pomposa del Sestini e riesce a toccare in più momenti le corde della commozione. Insieme con la storia dolorosa dell’amore, puro e fedele, di Pia, ingiustamente travolto nel fango della calunnia, In terza e in ottava canta, con le terzine dantesche, la tragica passione che avvinse Francesca da Rimini e Paolo, fratello giovane e bello del marito di lei, Gianciotto Malatesta.