Un nuovo management dirige l’azienda che sembra chiudersi nella logica dei tagli
26ottobre 2017 da Barbara Uloremi, Ufficio stampa CGIL Livorno
La Unicoop Tirreno è una storia lunga ben 72 anni, una storia che ha attraversato il tempo transitando per epoche diverse, incrociando fasi esaltanti ma anche periodi difficili, portando progressivamente i propri negozi ed il marchio Coop in territori lontani dalla città di Piombino dove la cooperativa era nata in quel lontano e straordinario 1945, l’anno della Liberazione, scegliendo il nome evocativo di “La Proletaria”.
La cooperativa ha fatto impresa, e lo ha fatto anche bene per tanti decenni, crescendo e sviluppandosi, generando socialità e cultura del consumo, calmierando i prezzi, garantendo lavoro a tanti lavoratori, promuovendo le produzioni locali e territoriali, offrendo opportunità a fornitori di servizi, di beni, a collaboratori e aziende del territorio. Offrendo a soci e consumatori occasioni di acquisto migliori rispetto al mercato.
Oggi però Unicoop Tirreno rischia la sua stessa esistenza. La sua autonomia. La sua identità. Come sia stata possibile questa deriva, passata quasi sotto un silenzio imbarazzante, sarà forse oggetto di studio e di analisi di esperti dell’economia. Le cause sono tante come le responsabilità.
Ma oggi non possono essere i lavoratori a pagare le conseguenze di tali colpe, non possono essere le comunità territoriali e le realtà sociali a vedere impoverito il territorio, i fornitori locali a vedere scomparire una presenza economica qualificata ed uno sbocco per i propri prodotti, non possono essere i soci e i consumatori a veder svanire o indebolire i loro negozi, le loro sezioni soci. La scomparsa di Unicoop Tirreno, la sua incorporazione passiva e quasi colposa in altre realtà più grandi e solide, in questi termini, sarebbe un impoverimento del territorio, una sconfitta di tutti, realtà istituzionali, forze politiche ed economiche, associazioni ed enti territoriali, consumatori, soci cittadini.
Per questo chiediamo a tutti uno scatto d’orgoglio ed un impegno d’onore.
La Cooperativa oggi è impegnata in uno sforzo di risanamento immane. I lavoratori non si tirano indietro e sono disposti ai sacrifici, purché distribuiti su tutti in modo proporzionato, sacrifici che consentano di vedere un traguardo, una luce, una strada. Una prospettiva di futuro. Sacrifici che richiedono un tempo adeguato per essere affrontati e sopportati. Sacrifici che devono consentire alla Cooperativa di riprendersi, non semplici tagli. Chiediamo a tutti pertanto, alle forze politiche in primis, di sostenere questa lotta e questo impegno a rendere realista e possibile il piano industriale di rientro.
Oggi le altre cooperative del Movimento hanno finanziato con 170 milioni di € il patrimonio della Unicoop Tirreno che oggi ammonta comunque a circa 300 milioni di €. Un nuovo management dirige l’azienda che sembra chiudersi nella logica dei tagli. Ma non di soli tagli ha bisogno la cooperativa ma di prospettive.
Distribuire il piano industriale su più anni, con risultati certi e progressivi ogni anno, potrebbe consentire di meglio affrontare il momento evitando soluzioni traumatiche per i lavoratori, privilegiando invece la progressività dei sacrifici economici e retributivi, ma salvaguardando i posti di lavoro e le prospettive della cooperativa. Ricevere un sostegno vero e solidale, di questo abbiamo bisogno, con l’obiettivo di risanare e riprendere il proprio cammino.
- Chiediamo un sostegno nei confronti dell’Associazione Nazionale delle Cooperative di Consumo e delle altre grandi Cooperative finanziatrici, come Unicoop Firenze e Coop Alleanza 3.0, affinchè siano consentiti tempi e modi più dignitosi ed accettabili per recuperare la competitività di Unicoop Tirreno.
- Chiediamo solo tempo e possibilità. La ripresa della cooperativa consentirà di restituire i prestiti ricevuti. Il resto lo faranno i lavoratori della Cooperativa.