Un’assemblea molto sentita e partecipata, quella di ieri (7 agosto) svoltasi a Livorno davanti al fast-food ‘Porca Vacca’, a sostegno dei quattro ex dipendenti licenziati tramite messaggio Whats App. Un licenziamento immediato, privo di giusta causa e senza il rispetto di quanto previsto dai Contratti Nazionali di Lavoro, senza neanche i 14 giorni di preavviso.
8luglio 2017 da Zannotti Fabrizio, Cgil Livorno
Questa che segue è la risposta della Cgil di Livorno:
“Carissimi Imprenditori del Porca Vacca, vorrei farvi notare che il mondo del lavoro e dell’economia non funzionano così, non funzionano così soprattutto nei modi, nelle forme e nei metodi da voi tenuti in questi mesi. Gli esseri umani (lavoratori) hanno una dignità e un contratto di lavoro sul quale sono indicati: diritti (parola a voi sconosciuta) e doveri. Attraverso le regole stabilite dal Contratto Individuale di Lavoro, Voi giovani e rampanti imprenditori, “acquistate” (mi rendo conto della bruttezza della parola) il lavoro pagando il salario dei dipendenti con regole chiamate contratti nazionali di lavoro e Leggi dello Stato.
Stranamente, vi stupirete di quello che vi dirò ma, funziona proprio come i prestiti par acquistare materiali, immobili e materie prime per la vostra attività, anche questi sono sottoposti a un contratto e a un costo (per i lavoratori si chiama salario, per altro si chiama mutuo o prestito). Immaginate come sarebbe bello se a vostro piacimento potreste decidere di ridurre un mutuo, un prestito o di non pagare un macchinario, un fornitore oppure un immobile, sicuramente le vostre attività aumenterebbero, quanti posti di lavoro si creerebbero, che imprenditori sareste, senza pagare il lavoro altrui. Ma vi do una notizia che vi stupirà, purtroppo non si può fare perché il lavoro altrui va pagato ed è normato da leggi e da contratti, così come sono normati da leggi e contratti anche i rapporti di lavoro, e quindi, sottoposti a regole, che per vostra sfortuna non vi permettono di fare certe scelte, strano il mondo del lavoro e dell’economia vero?
Ma torniamo al caso specifico del vostro negozio, noi temiamo che ci siano altre motivazioni che vi hanno indotto a fare certe scelte sgradevoli (perché licenziare delle persone solo perché non accettano di modificare un contratto è una scelta sgradevole) la prima motivazione è quella di cacciare chi è iscritto al sindacato, la seconda, con la speranza di essere smentiti, è la scadenza degli incentivi per le assunzioni.
- Ma non sarà mica che quando avete assunto questi dipendenti avete usufruito degli sgravi previsti dal Jobs Act o da altri incentivi regionali o nazionali?
- Non sarà mica che finiti gli incentivi, per ridurre i costi avete proposto la modifica del contratto di lavoro da full time a part time per rientrare nella cifra mancante?
- Non sarà mica che avete assunto nuovamente per ottenere altri incentivi, magari legati alle aree di crisi complessa?
Sicuramente ci sbagliamo e speriamo di essere smentiti. Ma se così fosse Giovani e rampanti imprenditori, vi ricordiamo che quegli incentivi sono soldi pubblici e quindi anche nostri, e sarebbe opportuno che la politica, cosi solidale con i lavoratori intervenisse, non si possono privatizzare gli utili e socializzare le perdite attraverso licenziamenti e/o con l’utilizzo di ammortizzatori sociali! Inoltre utilizzare la motivazione della soppressione del posto di lavoro (troppo spesso abusata sia nel pubblico che nel privato) con la motivazione della riduzione dell’orario di lavoro e la riassunzione di nuovo personale è moralmente inaccettabile”.
“Come è discriminatorio e intollerabile licenziare la gran parte delle persone solo perché iscritto alle organizzazioni sindacali. Infine alla politica diciamo che se si ritiene la forma della soppressione del posto di lavoro e il Jobs Act forme inaccettabili di licenziamento dei lavoratori, allora occorre essere coerenti ovvero evitare che nel pubblico si applichi la forma della soppressione del posto di lavoro come forma di ricatto e soprattutto ci si batta come ha tentato di fare la CGIL con il referendum per ripristinare l’art .1”
“Insomma avete provato a fare i “Padroni”, calpestando i diritti dei lavoratori ma avete fatto male i conti”.
La vicenda del ristorante livornese “Porca Vacca” approda in Regione. Il consigliere del Pd, Francesco Gazzetti, infatti, ha deciso di presentare un’interrogazione alla giunta toscana, per chiedere se:
“è a conoscenza della vicenda e se, nell’ambito delle proprie competenze ed attribuzioni, intende attivarsi al fine di favorire una soluzione positiva”
“Ho appreso dalle cronache, spiega Gazzetti, la denuncia del delegato sindacale della Cgil circa il licenziamento di 4 lavoratori del ristorante di Porta a Mare, dipendenti che addirittura sono stati avvisati attraverso un messaggino. Credo che la Regione, da sempre sensibile ai problemi del lavoro e dei diritti dei lavoratori, debba trovare il modo di intervenire, perché se sono veri gli episodi raccontati dai sindacalisti, non solo nello specifico caso dei 4 licenziamenti, ma in generale per le condizioni di lavoro, ci troviamo di fronte a una vicenda molto grave. Intanto, conclude, esprimo la piena solidarietà ai lavoratori, con l’impegno di continuare a seguire da vicino l’evolversi della situazione per cercare di fare quanto è nelle nostre possibilità per un esito favorevole della vertenza».