Marta Sbranti ci parla di danza e uso dei giochi tecnologici cell.-Ipad-iPhone-tablet
14aprile 2019 di Marta Sbranti – www.uninfonews.it
Ironico, divertente e interattivo, lo spettacolo Home Alone del Balletto di Roma, presentato nella Rassegna ‘Teatri di Confine’ del Teatro Verdi di Pisa lo scorso venerdì 5 aprile, ha entusiasmato adulti e bambini.
Lo spettacolo ideato da Alessandro Sciarroni rientra nel progetto Teatro Ragazzi con cui il Balletto di Roma ha dato il via a programmi di danza per il più piccoli.
Home Alone
La danzatrice Eleonora Pifferi entra e si siede al centro della scena, davanti a un computer collegato ad un proiettore, che riproduce l’immagine dello schermo sullo sfondo. Sceglie varie canzoni dalla sua playlist e danza come se fosse da sola nella sua camera, prima con le punte, poi a piedi nudi. Insoddisfatta però dei risultati, decide di sperimentare la tecnologia come mezzo per stimolare la sua creatività. La web cam viene rivolta verso la platea, mentre lei si muove davanti ad essa, prima con le mani, poi con tutto il corpo, creando un sorprendente gioco visivo. La sua immagine subisce varie trasformazioni, allungamenti, sdoppiamenti e vorticose curve rendendola simile a un cartone animato o una caricatura, provocando grande ilarità tra il pubblico presente.
Tramite una chiamata via Skype, viene mostrato anche il secondo danzatore, Simone Zannini. I due dialogano attraverso il social, mostrando cartoncini sui quali scrivono teneri messaggi, fino a quando decidono di ballare insieme. Da subito però si accorgono che il mezzo digitale impedisce loro di divertirsi e di raggiungere una certa complicità. Così terminano la performance, insieme sul palcoscenico, con una tutina dai toni rosa e arancioni, accompagnati da uno sfondo che illumina la scena con le stesse tonalità, felici di condividere quel momento finalmente insieme. Una coreografia che esplora in modo originale e ironico l’unione della danza e del dispositivo tecnologico come strumento per stimolare l’immaginazione, ma che invita tutti a riflettere sull’utilizzo dei mezzi digitali e dei social come forme di comunicazione, che non devono sostituire il valore del rapporto umano.