18febbraio 2018 redazione Livorno
Nel pomeriggio di martedì la scorso (13 febbraio) l’esponente del centrodestra Giorgio Meloni, nel suo tour elettorale, si è presentata in piazza Garibaldi a Livorno, a quanto sembra la sua presenza non è risultata gradita oltre che provocatoria e, tra disappunti con qualche striscione di protesta è dovuta risalire nell’auto, scortata dalla polizia, lasciando la città.
A seguito di queste proteste in indirizzo alla leader di Fratelli d’Italia, la Digos di Livorno ha denunciato alla magistratura 21 persone, di cui: 14 uomini e 7 donne in età compresa fra i 16 e i 71 anni. Per il minore la procedura è stata avviata al tribunale dei minori di Firenze. L’atto di accusa nelle comunicazioni di reato attengono alla turbativa di riunione di propaganda elettorale, mentre soltanto ad una persona viene contestato il mancato preavviso alla Questura della protesta contro Fratelli d’Italia. Alcuni indagati, potrebbero però essere anche chiamati a rispondere di resistenza a Pubblico Ufficiale, violenza privata, minacce e lesioni personali a danno di una passante. Allo stato attuale proseguono le indagini per identificare altre persono che habbino preso parte alla contestazione.
Il comunicato del sindacato USB di Livorno
Apprendiamo dagli organi di stampa che, a seguito della contestazione non violenta alla candidata di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, ci sarebbero 21 denunce in arrivo nei confronti di altrettanti contestatori presenti in Piazza Garibaldi.
Come Federazione del Sociale-Usb, che da almeno un anno segue le varie vicende del quartiere e della Piazza, vorremmo prima di tutto esprimere la nostra totale solidarietà ai denunciati.
Quella di Giorgia Meloni è stata una provocazione inaccettabile. Inaccettabile che, dopo i gravi fatti di Macerata, un partito razzista, erede del MSI, si presenti a Livorno per divulgare idee xenofobe e anticostituzionali. Inaccettabile perché si è deciso di strumentalizzare politicamente alcuni fatti di cronaca per fare campagna elettorale in un quartiere in cui Fratelli d’Italia non aveva mai masso piede prima. Non è un caso che oltre 16 tra ambulanti e concessionari di baracchine, Italiani e stranieri, abbiano voluto firmare un documento in cui si prende le distanze in maniera netta, dalle idee razziste e fasciste portate avanti dal partito della Meloni.
Quel giorno, in Piazza Garibaldi, non c’è stata alcuna aggressione fisica. E’stata una contestazione dura e determinata ma assolutamente non violenta.
Ci auguriamo che la procura di Livorno non si faccia condizionare dal clima d’odio e dalle pressioni del Ministro dell’interno Minniti e decida di non procedere penalmente nei confronti dei tanti giovani e meno giovani che quel giorno erano in Piazza a difendere la democrazia.