Con un percorso pubblico e aperto a chi ne condivide metodi, principi e obiettivi, che abbiamo chiamato Diritti in Comune, da marzo di quest’anno le rappresentanze cittadine di Rifondazione Comunista, Possibile, Sinistra Italiana e Una Città in Comune hanno dato vita ad un laboratorio politico-sociale attraverso assemblee, eventi pubblici e tavoli programmatici permanenti. Hanno partecipato attivamente cittadini e cittadine mossi dai problemi dei loro quartieri, appartenenti a realtà associative, lavoratori e lavoratrici, che hanno affrontato specifici argomenti riguardanti la città.
31ottobre 2017 da Rifondazione Comunista, Possibile, Sinistra Italiana e Una Città in Comune
Un’attenzione ai problemi concreti che parte dalla conoscenza del territorio e delle sue dinamiche sociali ed economiche, e che rappresenta già da sola una chiara discontinuità rispetto alle scelte e ai metodi portati avanti dal Partito Democratico e da tutta la maggioranza che amministra Pisa. Lotta alle diseguaglianze e alla povertà, giustizia sociale e redistribuzione della ricchezza: vogliamo partire dalla concreta applicazione di quanto scritto nella nostra Costituzione.
Partendo proprio dalla Costituzione antifascista, ci candidiamo così alle prossime elezioni per amministrare Pisa con politiche nettamente alternative tanto a quelle delle tante destre in campo, quanto a chi in questi anni di centro-sinistra è stato protagonista di un sistema di potere che ha prodotto insicurezza sociale, alimentato la paura per il diverso, sgomberato spazi sociali e bloccato ogni confronto con le voci critiche.
Le politiche liberiste di questa Giunta (come delle passate) a guida Pd e i grandi affari per i soliti noti hanno portato, infatti, a un sostanziale impoverimento della città e a nuovi muri tra le tante cittadinanze che vivono, lavorano e studiano a Pisa, e che costituiscono una mescolanza che è, invece, la prima ricchezza della nostra città. La voglia di valorizzare e riconoscere questa ricchezza è quello che in primo luogo ci rende alternativi a tutte le altre forze politiche. I nostri punti fermi per amministrare la città ribaltano, quindi, l’attuale visione partendo in primo luogo dai bisogni di tutte e tutti e soprattutto di chi ha subito più di altri gli effetti della crisi e delle politiche neoliberiste: casa, lavoro, beni comuni, giustizia fiscale, ambiente e mobilità, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, cittadinanza studentesca, difesa degli spazi sociali, riappropriazione e riutilizzo del patrimonio pubblico e privato abbandonato. Un quadro coerente e sinergico che ci permetterà di sviluppare nuove opportunità occupazionali di qualità. Non si tratta di un libro dei sogni, anzi: la realtà ci dice che a Pisa negli ultimi anni sono transitate decine se non centinaia di milioni di euro sia pubblici che privati, molti dei quali dissipati in speculazioni edilizie fallimentari che non hanno prodotto alcun beneficio effettivo ai cittadini e alle cittadine. Noi invece pensiamo ad un’amministrazione orientata verso un nuovo corso che privilegi e favorisca investimenti per attività produttive di qualità utili al territorio.
Questa coalizione della sinistra si candida così alle prossime elezioni con l’ambizione di affermare un nuovo corso a Pisa in aperta rottura con quanto fatto dalle giunte del Partito Democratico che si sono susseguite in questi anni: per un’amministrazione che non sia succube dei poteri economici, ma che rimetta al centro del proprio agire ciò che è pubblico e il bene comune.
Tra populismi spesso beceri, guerre tra correnti e tra “capibastone”, ordini dall’alto, e logiche politiciste fatte di tavoli e tavolini, noi abbiamo scelto un altro metodo, imparando e stando nelle tante mobilitazioni di questi anni di interesse sia locale che di respiro più nazionale, come la battaglia per la difesa della Costituzione culminata con la vittoria del No lo scorso 4 dicembre fino al percorso di “Non una di meno”. Partecipazione, trasparenza e dimensione pubblica del dibattito contro ogni personalismo, e valorizzazione delle differenze, sono le regole che ci siamo dati nello stare insieme in questo progetto, a partire dalla stessa definizione del programma che stiamo sottoponendo ad una grande consultazione nei quartieri, tra le associazioni e i soggetti organizzati, etc,, Siamo convinti, infatti, che una città dei diritti di tutte e tutti si costruisca collettivamente e quotidianamente, con il contributo di ognuno di noi, con un coinvolgimento popolare che parte dalle periferie e da chi è più a rischio di esclusione, con l’ascolto e la partecipazione, con il conflitto, il coraggio e proposte innovative ispirate al bene comune. Per questa coalizione della sinistra la città non è un affare per pochi ma lo spazio pubblico dove ognuno e ognuna possa vedere riconosciuti i propri diritti.
Dalla Costituzione ‘Diritti in Comune’: prime linee programmatiche
1) Pisa laboratorio per la giustizia fiscale. Applicazione dell’articolo 53 della Costituzione:
- a) Riformulazione in senso progressivo di tutti i tributi locali;
- b) Sanzione di 200 euro a mq2 nei casi di fenomeno di abbandono di immobili se non è stato presentato un piano di recupero;
- c) tassa di scopo sulle grandi proprietà immobiliari;
- d) lotta alla evasione ed elusione fiscale; e) riduzione dei soggetti esenti IMU e restringimento delle agevolazioni IMU sullo sfitto inagibile.
2) Welfare municipale: abbattere le disuguaglianze per garantire i diritti. Applicazione degli articoli 3 e 32 della Costituzione:
- a) Esenzione e integrazione del Ticket sanitario;
- b) Odontoiatria sociale; c) Osservatorio Salute con mappe di quartiere per le diverse necessità delle zone della città.
3) Lavoro. Applicazione degli articoli 1, 36 e 37 della Costituzione:
- a) inchiesta sulle condizioni di lavoro attraverso un apposito questionario;
- b) un protocollo d’intesa tra Comune e parti sociali per migliorare e garantire la qualità del lavoro negli appalti che preveda: l’applicazione del principio della parità di salario a parità di mansioni; il divieto di forme di lavoro gratuito; la clausola sociale di “riassorbimento di manodopera”; la non applicazione del Jobs Act;
- c) elaborazione di un modello di bando pubblico per il sostegno di “start up sociali”.
4) Patrimonio bene comune. Applicazione degli articoli 41 e 42 della Costituzione:
- a) un piano di riattivazione del patrimonio pubblico e privato e
- b) una consulta popolare per progettarne l’uso, definendo
- c) incentivi e forme di supporto alle idee virtuose grazie alle competenze presenti e diffuse nella città e
- d) risolvere l’emergenza abitativa.
5) Per Pisa città della cultura diffusa. Applicazione articolo 9 della Costituzione:
Per cultura intendiamo la trasmissione del patrimonio storico, artistico e bibliografico, ovvero l’appartenenza collettiva di tali beni e la loro fruizione pubblica; ugualmente intendiamo un laboratorio permanente delle varie realtà del territorio (sale-prova per gruppi musicali, biblioteche di quartiere, centri di aggregazione e sport).
6) Le opere che servono. Applicazione articolo 9 della Costituzione
Basta alle Grandi Opere inutili calate dall’alto: sicurezza, bellezza e lotta al cambiamento climatico. Un grande piano di riqualificazione degli spazi pubblici da anni abbandonati per favorire la mobilità gentile:
- a) rifacimento e completamento dei marciapiedi in tutta la città;
- b) realizzazione di collegamenti in sicurezza tra i quartieri (passerella Sant’Ermete, allargamento Ponte alla Vittoria, collegamento Gagno-Passi, attraversamento Aurelia Nord);
- c) alberatura dei viali cittadini; d) un parco e una piazza in ogni quartiere, a partire dalla realizzazione immediata e partecipata del Parco di Cisanello.