E perché oggi, l’8 marzo? Una ricorrenza nata più di cent’anni fa per ricordare le conquiste delle donne, ma anche le discriminazioni e le violenze di cui ancora sono vittime.

festa-della-donna-mimosagr

Molti sono gli otto marzo commemorati da quel lontano 1909 in cui, negli Stati Uniti, si è tenuta la Prima Giornata Internazionale della Donna, questa sarebbe la definizione giusta, anche se con il tempo ha preso la connotazione e il titolo improprio di Festa della Donna, troppo spesso finalizzata/strumentalizzata a fini  commerciali.

8marzo 2014 di S.L. Dedicato a Mila Lami 

Rosa-Luxemburg

Tutto ebbe inizio con il VII Congresso della seconda Internazionale Socialista, tenutosi a Stoccarda nel 1907, con 884 delegati in rappresentanza di 25 nazioni, alla presenza dei maggiori dirigenti marxisti del tempo, come i tedeschi Rosa Luxemburg, Clara Zetkin, August Bebel i russi Lenin e Martov, il francese Jean Jaurès, in quella sede si confrontarono tesi sull’atteggiamento da tenere in caso di una guerra europea, ma anche contro le politiche coloniali e la questione femminile; dello sfruttamento delle operaie (in termini di basso salario e di orario di lavoro), delle discriminazioni sessuali  e in particolare il diritto al voto delle donne, dove il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a “lottare energicamente” per l’introduzione del “suffragio universale anche alle donne”, escludendo alleanze con le femministe borghesi.

In pillole possiamo ricordare che; la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio 1909 negli Stati Uniti, in altri paesi europei nel 1911. In Italia fu tenuta per la prima volta soltanto nel 1922 per iniziativa del Partito Comunista d’Italia (che la celebrò il 12 marzo), in quei giorni fu fondato il periodico quindicinale Compagna, che il primo marzo riportò un articolo di Lenin (scomparso l’anno precedente) che ricordava l’8 marzo come Giornata internazionale della donna, la quale aveva avuto una parte attiva nelle lotte sociali e nel rovesciamento dello zarismo.

udi

Nel settembre del 1944 nasceva l’UDI (Unione Donne in Italia) con attiviste militanti del PCI, PSI, Partito d’Azione, Sinistra Cristiana e Democrazia del Lavoro, fu proprio l’UDI a promuovere la giornata dell’8 marzo nel 1945, fù la prima giornata della donna nelle zone dell’Italia liberata. Con la fine della guerra, l’8 marzo fu celebrato in tutta l’Italia con il simbolo della mimosapianta che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo. Con gli anni cinquanta (in particolare sotto il ministro Scvelba -DC) anche solo distribuire in quel giorno, la mimosa o diffondere il mensile Noi Donne (organo ufficiale dell’UDI), era considerato atto eversivo da contrastare come problema di ordine pubblico.

68Si è dovuto attendere la fine degli anni sessanta, in un nascente clima di conflitti studenteschi/operai e forti tensioni sociali/generazionali, con l’ingresso del femminismo, che penetrò nella sua interezza come nuovo soggetto politico (non privo di laceranti contraddizioni), per poter riaprire quel dibattito generale (sottratto dalla guerra e dalla ricostruzione) in materia di diritti civili e processi di liberazione; divorzio, legalizzazione dell’aborto, liberazione dei costumi, libertà sessuale compresa quella omosessuale/bisessuale. Fino ad arrivare all’otto marzo del 1975, giorno in cui le organizzazioni femminili celebrarono in tutto il mondo la Giornata Internazionale della Donna, finalmente nel 1977 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite stabilì ufficialmente che l’8 marzo fosse istituita, nel mondo, la giornata dedicata ai diritti della donna

donne VII Congresso della seconda Internazionale Socialista di Stoccarda del 1907 Nei periodi storici che si sono succeduti, pur nelle diverse specificità dei diversi contesti, sono state  molte le tesi con cui si è festeggiato l’8 marzo che, tuttavia, ci riconducano (anche se spesso non ne abbiamo visione) al VII Congresso della seconda Internazionale Socialista di Stoccarda del 1907: il rifiuto delle guerre, l’indipendenza femminile, la voglia di riscatto, il non dimenticare tutte le lotte e i sacrifici umani per farci avere quei diritti che, oggi, diamo per scontati.

8-MARZO-

Per consuetudine la commemorazione torna alle 146 donne morte nell’incendio di una fabbrica di camicie, la Triangle Factory di New York, ma in realtà il percorso di questa ricorrenza è stato molto lungo e complesso, oggettivamente ha sempre interagito con molti eventi storici nazionali ed internazionali, spesso drammatici, che hanno anche concretizzato obiettivi nel tempo, ottenuti dalla tenacia e risolutezza di gruppi e singole donne impegnate politicamente che hanno investito generosamente la loro esistenza, non è sufficiente ringraziarle o commemorarle, occorre prenderne esempio e memoria per continuare su questo percorso tracciato.

Esiste ancora un presente da difendere; conquiste sociali, politiche ed economiche nuovamente a rischio, per non dimenticare le discriminazioni e le violenze di cui sono ancora fatte oggetto le donne in molte parti del mondo; vittime delle violenze domestiche, degli abusi/pregiudizi e discriminazioni sessuali, delle molestie, che ancora vedono a rischio diritti inalienabili come il lavoro e la parità di salario, l’autoderminazione e persino il diritto ad una gravidanza consapevole.

Recommended For You

About the Author: Pisorno