L’Istituto di statistica: Pil -0,2%, secondo calo consecutivo e dato peggiore da 5 anni. Aumenta il lavoro temporaneo, tengono gli indipendenti, ancora in calo il tempo indeterminato. Fracassi (Cgil): “Cambiare politiche economiche è una priorità”
31gennaio 2019 di Gianna Fracassi (vicesegretaria generale della Cgil) da www.rassegna.it
L’Italia è in recessione tecnica. Mentre aumentano i lavoratori precari e calano ancora gli occupati permanenti. È quanto certifica oggi (31 gennaio) l’Istat. Sono notizie non certo auspicate, ma comunque attese. L’Istituto di statistica, infatti, nel quarto trimestre del 2018 stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e sia aumentato dello 0,1% in termini tendenziali. Una variazione congiunturale che è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e in quello dell’industria e di una sostanziale stabilità dei servizi. Dal lato della domanda, invece, c’è il contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto positivo della componente estera netta.
Nel 2018 il Pil corretto per gli effetti di calendario è aumentato dello 0,8%. La variazione annua del Pil stimata sui dati trimestrali grezzi è invece pari all’1% (nel 2018 vi sono state tre giornate lavorative in più rispetto al 2017). Il calo congiunturale dello 0,2% segnato dal Pil italiano nel IV trimestre del 2018 è il peggiore da 5 anni. Per trovare un analogo dato negativo nelle serie dell’Istat, bisogna infatti risalire al quarto trimestre del 2013. Anche in quell’occasione l’istituto di statistica rilevò una contrazione dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. 0,2% nel quarto trimestre significa #recessione. Cambiare politiche economiche è priorità urgente x il paese: investimenti, infrastrutture materiali e sociali. Anche x questo il 9/02 saremo in piazza x #FuturoAlLavoro.
Per quanto riguarda il lavoro, invece, l’occupazione risulta cresciuta a dicembre dello 0,9% su base annua, pari a +202 mila unità. L’espansione interessa entrambe le componenti di genere, ma il lavoro che cresce è solo quello precario, i lavoratori a termine (+257 mila) e gli indipendenti (+34 mila). Continua il calo dei dipendenti permanenti (-88 mila). Nell’arco di un anno sono aumentati gli occupati tra i 15-24enni (+36 mila) e gli ultracinquantenni (+300 mila), mentre si registra una flessione tra i 25-49enni (-135 mila).
Una crescita comunque “debole” secondo l’Istat.
Nei dodici mesi, l’aumento degli occupati si accompagna infatti al calo dei disoccupati (-4,8%, pari a -137 mila unità) e degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,5%, -197 mila). “A dicembre si conferma un quadro di debole crescita dell’occupazione, presente da alcuni mesi, con segnali di calo della disoccupazione – si legge nella nota di commento -. Contrariamente ai due mesi precedenti, il leggero incremento dell’occupazione è di nuovo dovuto ad una crescita dei dipendenti a termine più ampia della flessione dei permanenti, a cui si aggiunge una lieve ripresa degli autonomi. Il secondo mese consecutivo di diminuzione dei disoccupati non è tuttavia sufficiente ad evitare un aumento della disoccupazione nella media del quarto trimestre. La diminuzione piuttosto contenuta dell’inattività registrata a dicembre non consente di tornare ai minimi storici toccati ad aprile e giugno 2018″.
“Meno 0,2% nel quarto trimestre significa recessione – ha commentato sul suo account Twitter Gianna Fracassi, vicesegretaria generale della Cgil -. Cambiare le politiche economiche è una priorità urgente per il Paese. Servono investimenti, infrastrutture materiali e sociali. Anche per questo il 9 febbraio saremo in piazza”.