In Materia, abbiamo intervistato Antonio Piro e Federico Giusti del Sindacato Generale di Base per saperne di piu’ sui contratti appena siglati
22maggio 2018 redazione Pisa
Contratti: non è oro tutto cio’ che luccica. Cosa non vi convince?
R: Nella busta paga di Giugno troveremo gli arretrati contrattuali, 9 anni senza rinnovi e senza aumenti. Sono mesi che migliaia di lavoratori e lavoratrici attendono il momento della erogazione in busta paga, siamo andati per le lunghe anche perchè una ventina di pagine della intesa sono state riscritte su espressa indicazione del Governo e dall’Aran e badate bene che la loro riscrittura non è stata positiva. Abbiamo buste paga basse, falcidiate da tassazioni inique e pesanti per il lavoro dipendente, il rinnovo contrattuale è atteso messianicamente salvo poi scoprire che in tasca nostra arriveranno pochi euro. Basterebbe considerare cio’ per capire che quanto percepiremo recupera ben poco del potere di acquisto perduto. E poi l’illusione degli arretrati farà perdere di vista i problemi reali, tra buste paga sempre piu’ basse, carichi di lavoro in continuo aumento, profili professionali obsoleti, organici inadeguati, la dotazione organica sostituita dal fabbisogno triennale deciso dai Sindaci. Insomma raccogliamo quanto seminato dai decreti Madia: la svalorizzazione del lavoro lavoro pubblico. Sugli aumenti è bene intendersi, parliamo di una tantum compresa tra 592 e 883 euro lordi per quanto riguarda gli enti locali, mentre in sanità si va da 522 a 841 euro lordi.
Questa cifra, al netto sarà inferiore di quasi il 40%, comprende gli arretrati di ben due anni, 2016 e 2017 e i primi cinque mesi del 2018.
R: Non lasciamoci ingnannare: in media gli aumenti mensili negli enti locali saranno meno di 65 euro lordi con differenze accentuate tra una fascia A ferma a 52 euro e un D6 a 90. Parliamo sempre di cifre al lordo, lo ripetiamo per non suscitare illusioni, a cui aggiungere il cosiddetto elemento perequantivo che sarà erogato solo per 8 mesi dell’anno 2018 e andrà dal massimo di 29\30 euro al minimo di 2 o di 4, in sanità, (per i livelli piu’ alti) .
Ma, poi c’è l’elemento perequativo…
R: L’elemento perequativo è stato finanziato solo per l’anno 2018, quando si sono resi conto che tra quanto promesso e cio’ che veniva effettivamente erogato esistevano differenze tali da dovere correre ai ripari inventandosi questo meccanismo non valido a fini pensionistici e che, ad anno nuovo, dovrà essere di nuovo contrattato e finanziato. L’aspetto economico è quindi assai deludente e tra pochi mesi ci ritroveremo con un contratto già scaduto e con il rischio di perdere anche quella ventina di euro dell’elemento perequativo. Prima di cantare vittoria, allora, sarebbe bene raccontare la verità.
Altri, ma pochi soldi, arriveranno dal calcolo degli straordinari, o delle festività lavorate, che dovrà tenere conto del nuovo tabellare ma sia ben chiaro che si tratta di pochi euro e per una platea ristretta di lavoratori\trici. Per fare un solo esempio la reperibilità viene portata da 10,22 € a 10,33 €, aumentabile fino a 13 € per 10 ore di reperibilità, ovviamente tutto a carico del Fondo per la contrattazione decentrata che sarà incrementato, in virtu’ del nuovo contratto, solo a partire dal 1 gennaio 2019, quando il contratto sarà scaduto. Nel frattempo, quest’ anno il nostro fondo sarà gravato di incombenze e reale è il rischio di percepire minore salario accessorio. Ben altre avrebbero dovuto essere gli aumenti contrattuali per restituire dignità alle buste paga, parliamo di Sanità ed Enti Locali, piu’ basse di tutto il comparto pubblico.
Focalizziamo l’attenzione sulle altre parti del contratto.
R: Partiamo da una notizia ossia dal rifiuto dell’Aran di accogliere oltre 30 modifiche del ccnl sanità avanzate da Cgil Cisl Uil. Questo è sufficiente a far capire quanto residui siano i margini di contrattazione, a forza di sottoscrivere accordi a perdere, intese che ingessano e legano mani e piedi ai lavoratori, il risultato ottenuto è quello di rafforzare il Governo. Come accaduto anni fa sul diritto di sciopero, chi sottoscriveva i codici di autoregolamentazione ha offerto alla controparte l’arma con cui limitare per legge l’esercizio di un diritto costituzionale. E peggio stanno facendo ora come dimostra la intesa di pochi mesi fa per gli autoferrotranvieri.
Il contratto riserverà altre “sorprese” di carattere normativo e con ricadute sulla stessa contrattazione decentrata. La tendenza è quella di ridurre il potere delle Rsu a favore di organismi paritetici formati dai sindacati firmatari, di impedire il diritto di sciopero nel primo mese di negoziato. I provvedimenti disciplinari aumenteranno sempre piu’, questo contratto recepisce normative di legge che considerano il dipendente pubblico un bersaglio da colpire in nome della moralizzazione. Eppure esisterebbero da tempo norme per punire e licenziare i furbetti e i disonesti, invece si è scelta la strada di acuire pene, sanzioni e favorire il licenziamento dei dipendenti, basterebbe ricordare quanto avviene nelle aziende private o partecipate dal pubblico per interviste a mezzo stampa o semplici commenti sui social network.Quanto accade da anni, licenziamenti contro delegati e lavoratori scomodi travestiti da provvedimenti disciplinari, dovrebbe indurre a riflessione: non si puo’ partecipare alla normalizzazione a senso unico del Ministero Funzione Pubblica, la lotta ai furbetti è strumentale per colpire l’intera classe lavoratrice.
Ma nella sostanza, corrisponde alla concretezza il fatto che aumentano le materie oggetto di contrattazione: piu’ salario, piu’ diritti e piu’ potere contrattuale come annuciato da più parti?
R: Parliamo seriamente della contrattazione decentrata, per intenderci analizzeremo insieme alcune novità. Sia chiaro che il messaggio da lanciare ai delegati è quello di sfruttare al massimo ogni residuo spazio per contrattare maggiore salario e piu’ diritti. Ma sarebbe stupido dire che questo contratto rafforza il nostro potere di contrattazione. E’ emblematico il fatto che alcune materie vengono trasferite all’organismo paritetico formato dai sindacati firmatari di contratto e quindi precludendo la possibilità di essere presenti ai delegati rsu eletti dai lavoratori, in primis quelli del sindacato di base. Vediamo poi i criteri , si va dalle procedure per le progressioni economiche che tuttavia saranno sempre piu’ vincolate alla lotteria della performance, ai premi correlati alla performance. Attenzione: non è vero che la riforma Brunetta viene cancellata, anzi è recepita nei contratti, poi una quota di produttività maggiore sarà assegnata a un numero ridotto di dipendenti, la stessa filosofia che aveva guidato le famigerate 4 fasce in cui si voleva dividere la forza lavoro pubblica escludendone il 25% da ogni forma di salario. In questo contratto, come accaduto per i meccanici, si recepisce il welfare aziendale, ossia lo scambio diseguale tra gli aumenti in busta paga, e validi anche a fini pensionistici, con i bonus aziendali, le misure di previdenza e sanità integrativa. Il ricorso all’orario multiperiodale, per risparmiare su nuove assunzioni e straordinari, sarà sempre piu’ forte cosi’ come la possibilità di calcolo delle 48 ore settimanali massime, per finire poi con le Posizioni organizzative che saranno finanziate dal Bilancio d’ente ma non prima di avere sottratto risorse al fondo della produttività
Per concludere, ci sembra che nell’insieme il vostro sia un giudizio estremamente critico
Bisogna trasmettere conoscenza critica, sapere spiegare la portata negativa di un contratto nazionale che non permette recupero del potere di acquisto perduto, non aumenta le materie di contrattazione o le limita ad argomenti non dirimenti. Noi pensiamo che questi contratti siano il frutto della complicità sindacale di cgil cisl uil, se non fai un’ora di sciopero contro l’innalzamento dell’età pensionabile o taci sulle norme che regolano la rappresentanza, se preferisci gli interessi dei Caff o della Previdenza Integrativa ad una azione conflittuale, non puoi che raccogliere questi pessimi risultati. Bisogna quindi trasmettere conoscenze, aprire discussioni e intraprendere percorsi finalizzati a conquistare piu’ salario, maggiori diritti e potere decisionale in materia di organizzazione del lavoro, dei turni e modalità di svolgimento dei servizi. Lo diciamo in un Pubblico Impiego dove i sindacati firmatari di questi contratti a perdere continuano a registrare successi alle elezioni Rsu, il che ci impone qualche riflessione.
Una strada lunga e impervia ci aspetta, ma sicuramente la sola degna di nota, perchè non basta lamentarsi, occorre provare a scardinare quei meccanismi che hanno sancito la sconfitta dei lavoratori pubblici, prima denigrati e vilipesi e poi sviliti nelle loro professionalità.