Si premette che la discarica di Bulera emerge come principale, o almeno determinante sostegno economico della ditta SCL di Larderello, che da sola e con la configurazione aziendale attuale non potrebbe reggere alla concorrenza di mercato.
2novembre 2017 da Maurizio Marchi, Medicina Democratica Livorno e della Val di Cecina
Un prolungamento nel tempo della discarica aggraverebbe il suo impatto ambientale e renderebbe sempre più costosa e complessa la sua chiusura con bonifica, mettendo a rischio la tenuta finanziaria dell’azienda.
Si chiede pertanto di non autorizzare detto prolungamento nel tempo, di prescrivere la chiusura con bonifica del sito di discarica e d’altra parte chiedere alla SCL un Piano Industriale serio, al fine di garantire i posti di lavoro dei lavoratori impiegati nello stabilimento, che rilanci e innovi la produzione industriale, senza che la società possa più avvalersi della stampella della discarica, che al contrario si manifesta sempre più come “core business” della presenza di SCL in val di Cecina. L’autorizzazione del prolungamento nel tempo della discarica – a prescindere per il momento dai danni ambientali – si configurerebbe come un intervento da “medico pietoso che rende la ferita cancerosa”, che la Regione non può né deve concedere, proprio per il suo ruolo di garante del buon governo della valle.
Richiamiamo al proposito la tardiva e inadeguata bonifica del sito Canova ad opera della stessa SCL, sito dichiarato fin dal 1999 come “da bonificare con urgenza” per il grave inquinamento da mercurio, bonifica avviata solo nel 2015 con gravissimo e colpevole ritardo, e con modalità del tutto inadeguate. E’ fin troppo facile prevedere che anche per il caso Bulera, la bonifica post mortem si trascinerebbe- senza svolte strutturali in SCL – allo stesso modo. Perciò, anziché autorizzare l’aggravamento della discarica, si chieda un Piano Industriale di rilancio sostenibile dello stabilimento di produzione di SCL.
- Dal verbale della conferenza dei servizi del 19.7.17 si desume che quella richiesta è una nuova discarica (pur all’interno dei confini della discarica esistente), non una “riprofilatura” della vecchia, come scrive lo stesso Comune di Pomarance nella sua nota 4479 del 13.7.17 a pag. 2. La stessa nota conclude comunque che il Comune chiederà una compensazione economica alla SCL , qualora la Regione autorizzi il progetto, accampando una inaccettabile monetizzazione del rischio e del danno, anziché prevenirlo.
- Si desume altresì che, all’ombra di “intermediari e smaltitori toscani” i rifiuti smaltiti proverrebbero per la maggioranza da fuori regione, ciò che deve essere disincentivato dalla Regione Toscana, anche impostando un Piano regionale dei Rifiuti Speciali Pericolosi e non, sottraendoli al mercato libero e favorendo una programmazione dello smaltimento responsabile, partendo dalla riduzione dei rifiuti industriali in fabbrica.