Il giorno 17 marzo alle 10,40 è crollata una copertura in vetro di un laboratorio linguistico nel Liceo Filippo Buonarroti di Pisa.
4aprile 2015 da Giovani Comunisti/e, coordinamento provinciale di Pisa
Solo la fortuna ha evitato che ci fossero studenti nel laboratorio, che in quel momento si trovava libero ma era stata occupato fino a quaranta minuti prima del crollo da una classe. Purtroppo il Liceo Buonarroti non è l’unica scuola, in ambito provinciale, ad essere in condizioni di manutenzione drammatiche, anche se è certamente il caso più eclatante.
Del resto, a livello nazionale, la popolazione scolastica si trova a studiare in edifici costruiti nel 50% dei casi prima del 1965; un quinto delle scuole italiane è ubicato in zone ad alto rischio sismico; in molte manca la manutenzione necessaria e i casi di crolli e incidenti legati all’edilizia scolastica sono purtroppo all’ordine del giorno in tutte le regioni.
La situazione di abbandono e degrado in cui versano le scuole italiane deriva da anni di riforme in cui si è preferito tagliare alla scuola pubblica e quindi all’edilizia scolastica, aumentando paradossalmente i contributi alle scuole private (che, è bene ricordarlo, secondo la nostra Costituzione possono sussistere “senza oneri per lo Stato” – art. 33). Per anni si è preferito investire in missioni belliche, grandi opere inutili e dannose per il territorio come la TAV ed attrezzature militari da miliardi di euro invece che stanziare fondi per sanare il sempre più drammatico problema dell’edilizia scolastica.
Anche alla luce dei recenti fatti accaduti nel Liceo Buonarroti, i Giovani Comunisti di Pisa si uniscono agli studenti, ai movimenti studenteschi e ai sindacati scuola nel chiedere un’inversione di tendenza del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Ministro che insieme a Renzi, a PD e alle destre promuove nella “Buona Scuola” nuovi tagli alle scuole pubbliche pur aumentando i finanziamenti alle scuole private e pretendendo altresì che gli studenti suppliscano di tasca loro, con il contributo volontario, alla mancanza di finanziamenti statali.