In attesa del 19 febbraio con la convocazione al Mise per fare il punto della situazione.
3febbraio 2019 da associazione Coordinamento Art.1-Camping CIG
Intanto, siamo venuti a conoscenza da fonti attendibili che l’azienda ha comunicato alle OO.SS. la riduzione del monte ore lavorative del 30% per il personale in forza (seppur con % diverse da reparto a reparto) e della probabile esternalizzazione del servizio di vigilanza. La riduzione del 30% riguarderebbe anche i reparti di manutenzione degli impianti con ovvie e pericolose ricadute sulla sicurezza del lavoratori. A fronte di tutto questo al momento le OO.SS. non mostrano l’intenzione di convocare le RSU e le assemblee dei lavoratori, rimandando tutto a dopo l’incontro al Ministero. Il Camping CIG invece domanda loro di esprimersi dichiarando subito se le notizie di cui sopra risultano anche ai sindacati.
Noi riteniamo inconcepibile questo attendismo dato che manca ancora molto all’incontro. Pur non sottovalutando affatto neppure il disinteresse che anche l’attuale governo sta dimostrando sul caso Aferpi, riteniamo indispensabile ed urgente che i Sindacati convochino al più presto RSU e assemblee per informare della gravissima situazione e intraprendere finalmente iniziative di lotta e mobilitazioni contro l’azienda. Come piccola a nota a margine vogliamo ricordare che la famiglia Jindal in Italia, seppur con un altro ramo familiare, non sta dando buona prova di imprenditorialità vedi il caso Treofan a Battipaglia e la Tubi in ghisa Saw a Trieste.
Tante promessi e alle prime difficoltà la grande famiglia Jindal scarica subito sui lavoratori attivi, diminuendo l’attività lavorativa del 30%. Quali speranze possono esserci per i lavoratori in CIG ormai da anni?
Da Lami Massimo Unione Sindacale di Base, Piombino
Troppe sono le preoccupazioni, è arrivato il momento del rispetto degli impegni presi, sia da parte del nuovo imprenditore Indiano Jindal sia per quanto riguarda le istituzioni, Regione e Governo in testa. Se, da una parte, le tempistiche previste dall’accordo di programma (firmato quest’estate) sembrano al momento rispettate, dall’altra non possiamo non denunciare alcuni segnali che ci inducono a pensare che i veri e propri investimenti, indispensabili per far ripartire gli impianti, sono ben lontani da essere effettuati.
A seguito del passaggio a JSW per molti soggetti sia sindacali che istituzionali, la vertenza di Piombino sembrava ormai risolta e oggi ci ritroviamo cosi. Per USB è arrivato il momento di sollecitare tutti gli attori in campo, affinchè gli accordi presi siano rispettati. In questo senso registriamo anche la palese mancanza di interesse da parte del Governo che non ha ancora speso una parola rispetto alla situazione di Piombino. L’acciaieria potrà ripartire solo e soltanto se ognuno farà la sua parte ed è evidente che al momento le incognite sono veramente troppe. In un momento come questo in cui la richiesta dell’acciaio è diminuito, il governatore Rossi deve portare a Piombino i soldi promessi per poter iniziare le piccole bonifiche, perché hanno diritto di poter lavorare anche i lavoratori in cig da ben quattro anni a casa, e il governo deve iniziare a pensare di fare come alla iribus, mettere delle risorse e non essere assente. Oggi, che ancora pagano i soliti, i responsabili ci sono e hanno nome, cognome e sigle; da togliere le bandiere dal cavalcavia, perché i problemi erano terminati a sbandierare un accordo beffa, un accordo dove i lavoratori fanno addestramento con la ricompensa a fine mese della cassa integrazione è veramente uno schiaffo ai diritti dei lavoratori, tutto questo con un accordo sindacale, corredato da quasi festeggiamenti. L’azienda chiede ancora sacrifici, perché le spese sono molte per portare avanti questo stabilimento. Come al solito i lavoratori pagheranno di conseguenza e taglieranno il 30% del monte ore.
Le multinazionali sono queste e Jindal non è la famiglia dei lavoratori, ma porterà avanti il progetto?
Dopo aver sentito applausi al metropolitan, dopo aver sentito che siamo tutti una famiglia, dopo la festicciola di natale effettuata dall’azienda per i lavoratori corredata dai sindacati, ci ritroviamo al punto di partenza e ci facciamo questa domanda: ma jindal sarà in grado di sostenere il progetto annunciato al cinema Metropolitan? Abbiamo sempre annunciato che l’unico scopo di jindal era superare i dazi e crediamo che questo obbiettivo sia stato raggiunto, ma colare acciaio? Crediamo che i lavoratori debbano restare tutti uniti e chiameremo a breve una grossa mobilitazione per il rispetto dei ruoli e degli impegni sia dell’azienda che del governo.