Il Comitato dializzati di Pisa ha vinto il primo round della lunga battaglia per avere un reparto dialisi più sicuro e più a misura di malato
05ottobre 2016 di Beatrice Bardelli, foto e video di Giacomo Bazzi
Dopo oltre un anno di assoluto silenzio, la direzione dell’Ospedale Cisanello li ha ascoltati ed ha firmato un’ipotesi di accordo redatta dai malati. Giovedì mattina l’incontro con l’Ufficio tecnico dell’Ospedale per verificare la fattibilità della proposta.
Succede anche questo nella nostra Toscana che si vanta della sua eccellenza sanitaria. Oggi, 4 ottobre, i dializzati dell’Ospedale di Cisanello a Pisa sono stati costretti a manifestare all’interno dell’ospedale, con tanto di striscioni, per protestare pubblicamente contro la totale indifferenza e l’assoluto silenzio con cui l’amministrazione ospedaliera ha finora reagito alle ripetute e sacrosante richieste dei malati in trattamento dialitico presso l’UO Nefrologia trapianti e dialisi che pretendono di essere trasferiti in ambienti più sicuri e meno a rischio di infezioni ospedaliere. Per anni, ovvero dal 2009, da quando vi furono trasferiti dal Santa Chiara, i circa 100 dializzati sono stati costretti a scendere a 5metri sotto terra, il cosiddetto “seminterrato” dell’edificio 30C, tre volte alla settimana per essere attaccati alle macchine per 4ore a volta.
“Doveva essere una sistemazione provvisoria invece ci ritroviamo come sempre in quei due stanzoni senza finestre e senza privacy dove siamo costretti a guardare per ore il muro di fronte, spiega Tommaso Como portavoce del Comitato dializzati Ospedale di Pisa, mentre si avvia in corteo verso l’edificio della direzione dell’Ospedale circondato da altri malati, dai loro familiari, da OOSS, infermieri, medici ed operatori della sanità, da studenti, da sindacalisti dei Cobas e della CGIL, da consiglieri del Comune di Pisa (Ciccio Auletta di UCIC-PRC, Elisabetta Zuccaro e Gianfranco Mannini del M5S e dalla loro consigliera regionale, Irene Galletti), da semplici cittadini.
Perché è impossibile dimenticare quella data, il 24 agosto dell’anno scorso, quando successe qualcosa che ha acceso la miccia della protesta e la determinazione a dire basta ad una situazione che da oltre un anno crea non solo disagi in tutti questi malati in trattamento salvavita ma anche paura e stress psicologico ogni volta che piove. “Quel giorno una pioggia torrenziale allagò le sale della dialisi, 40 cm d’acqua che arrivava a fiumi dal piano stradale e scendeva dalle pareti.
“Lo scivolo per macchine e ambulanze che portano i pazienti che non possono deambulare e che collega il piano stradale alle sale si era trasformato in una enorme piscina anche perché le pompe non funzionavano”, racconta una addetta al servizio pulizie della Sodexo. “Per fortuna l’allagamento era successo di notte ed abbiamo fatto in tempo ad avvertire i malati prima del turno di mattina. Se, infatti, il nubifragio si fosse verificato mentre i malati erano attaccati alle macchine sarebbe potuto succedere qualcosa di drammatico e forse di tragico, perché l’acqua era arrivata alle prese di corrente con il pericolo di folgorazioni e scariche elettriche sui malati immobilizzati durante lo svolgimento della terapia dialitica, continuano i testimoni di quel giorno e precisano, “se si fosse presentata l’emergenza della evacuazione non si potevano usare gli ascensori che si erano bloccati e che sono di solito utilizzati dal 70 per cento dei dializzati che non possono camminare. Ma anche se avessimo dovuto staccarli con urgenza dalle macchine ci volevano almeno 10/15 minuti per paziente per permettergli di riprendere i 3-4 etti di sangue che scorre nell’apparecchio per essere depurato, in caso contrario i malati avrebbero dovuto lasciare il loro sangue in macchina, essere “pinzati” e portati via a spalla”.
Ricordiamo che da allora si sono verificati altri 5 eventi di pioggia eccezionale e per altre 3 volte le sale dialisi si sono allagate. In seguito a questi eventi, si sono susseguite interpellanze in Regione (Sì Toscana a Sinistra), mozioni (del Consiglio comunale di Pisa), petizioni del Comitato all’Azienda Ospedaliera (ottobre 2015) che sono rimaste lettera morta: nessuna risposta è stata data. C’è stato solo un incontro con l’Azienda ospedaliera in Commissione Politiche sociali del Comune di Pisa che, tuttavia, non ha avuto seguito.
“Ci hanno detto che avrebbero provveduto ad identificare una nuova area e che si sarebbero impegnati a ritornare in Commissione per presentarci la documentazione sui vecchi progetti e su quelli nuovi, raccontano Paola Bigongiari di Rifondazione Comunista e Gianfranco Mannini. E ieri, racconta Auletta, è stata inviata al presidente della Regione, Rossi, una lettera a nome del gruppo regionale e pisano di Sì Toscana a Sinistra per annunciare la manifestazione di oggi e per chiedere di favorire la sottoscrizione dell’Azienda ospedaliera sulla proposta di una collocazione diversa del reparto dialisi.
“La dialisi è un diritto, non un privilegio”, “Più dignità per i dializzati, levateci dalla fogna”, “Tomassini, Gemmi, Giraldi ascoltateci”, si leggeva in alcuni dei cartelloni che i manifestanti hanno portato fin sotto le finestre dell’edificio 200A, sede della Direzione generale dell’Ospedale. Determinati a dire basta ad una situazione insopportabile e decisi ad ottenere una risposta chiara dalla Direzione Generale a costo di stazionare notte e giorno davanti all’edificio dormendo dentro le tende.
Invece, inaspettatamente, la porta della Direzione si è aperta ed il direttore, Carlo Tomassini, ha accettato di incontrare i dializzati ed ascoltare le loro richieste.
Sotto le telecamere di Rai Tre ed alla presenza di numerosi giornalisti (tra cui pisorno,it), Tommaso Como ha letto ad alta voce l’Ipotesi di Accordo per la realizzazione e l’inizio attività di un nuovo reparto dialisi. Presso lo stesso edificio 30C (ma a piano terra), nelle 10-12 stanze occupate prima come sale studio dagli studenti ed ora destinate a pronto soccorso.
Como ha spiegato le caratteristiche, ottimali per loro, del nuovo reparto:
- vicinanza al reparto Nefrologia, all’Unità di Rianimazione ed al Laboratorio Analisi;
- la dimensione delle stanze, più piccole, e adatte a 3-4 postazioni ciascuna al posto delle 12 e 29 postazioni attuali concentrate in due stanzoni, per una migliore asetticità ambientale ed una migliore gestione sanitaria;
- con pochi accorgimenti e con una spesa equa si metterebbe in funzione il nuovo reparto: gli scarichi dell’acqua delle macchine potranno essere allacciati agli attuali canalizzando le tubature al piano superiore perché il nuovo reparto si troverebbe proprio sopra l’attuale dove dovrebbe rimanere l’impianto di osmosi che alimenta tutte le macchine dialitiche.
“I lavori di ristrutturazione – ha spiegato Como – potranno essere fatti senza spostare il reparto in una struttura provvisoria con notevole risparmio finanziario e di tempi di realizzazione. Durante la stesura del progetto tecnico di ristrutturazione, ha continuato, i rappresentanti del Comitato dializzati Pisa ed il direttore U.O. Nefrologia Trapianti e Dialisi potranno interagire con i progettisti per realizzare una struttura funzionale ed a misura dei pazienti e degli operatori sanitari”.
Per i tempi, l’Accordo prevede di cominciare entro la fine del 2016 e finire dopo circa sei mesi. Da parte sua, il direttore Tomassini ha dimostrato tutta la sua piena disponibilità a collaborare, ha siglato l’Ipotesi di Accordo ed ha fissato per giovedì 6, la mattina, un incontro insieme ai rappresentanti del Comitato dializzati ed all’Ufficio tecnico. Ha inoltre proposto al Comitato di occuparsi del layout, ovvero di come vorrebbero che venisse progettato il nuovo reparto, e si è impegnato a contattare subito la Regione per attivare il capitolo finanziamenti ed a spostare i 10 posti letto per il Pronto soccorso in area idonea.