In vista delle prossime elezioni Legambiente invita, tutte le forze politiche in campo, ad alcune riflessioni.
27marzo 2019 da Legambiente, circolo Costa Etrusca
Vista da Legambiente, circolo Costa Etrusca, “la visione del futuro” ha bisogno di una programmazione lunga nel tempo, per ottimizzarla in 3 fasce generazionali di 25 anni, cioè 75 anni, da qui all’anno 2100.
In questo percorso i cambiamenti climatici avranno una parte importante che potrebbero essere anticipati o meno a seconda di come essi verranno “letti ed interpretati”, anche dalle Amministrazioni Comunali, da quelle dei Comuni più piccoli a quelle delle città metropolitane, da quello che potranno fare direttamente con i propri cittadini e da come esse inter- agiranno con gli enti superiori Regione ,Governo e via di seguito. Nel 2013 e nel 2018 Legambiente circolo Costa Etrusca aveva organizzato, a Donoratico, 2 seminari “sul futuro”, partendo dall’esistente, sulle tematiche seguenti , le cui conclusioni erano:
- Natura, cultura, salvaguardia e protezione dei territori: mare, spiagge, pinete, boschi, paesaggio agricolo, beni essenziali e principali fonti di attrazione per turisti e visitatori.
Turismo: nelle varie forme:
questo è un settore chiave per il territorio, oggi in maggior parte si punta sul turismo estivo di pochi mesi allora che si potrebbe cambiare , effettuare una destagionalizzazione , lavorare stabilmente tutto l’anno con flussi turistici diversificati, dato anche il clima e la zona geografica favorevole, zona, che potrebbe offrire molte possibilità anche per un “ turismo lento” a piedi, in bicicletta, a cavallo. Un’ ospitalità per gli sportivi e le squadre, per gli anziani, ecc. , senza tralasciare quel che può aggregare i giovani.
Agricoltura e qualità della vita:
se oggi è possibile fare un’agricoltura di qualità è perché i terreni agricoli in gran parte non sono stati ancora frammentati e selvaggiamente urbanizzati ( non in tutti i Comuni è così) le aziende agricole non vanno depauperate , le Amministrazioni dovrebbero adoperarsi favorendo la collaborazione con università ecc. per facilitare la rendita delle produzioni agricole, ed il mantenimento dalle aziende.
Edilizia ed energie rinnovabili:
intese come adeguamento all’efficienza energetica, al rischio sismico e produzione di energia rinnovabili. La riqualificazione degli edifici avrebbe un forte impatto sull’aumento di posti di lavoro , ed è uno degli elementi diretti per la possibilità di incidere sui cambiamenti climatici nonché sulla mitigazione degli stessi. La trasformazione della illuminazione pubblica dai tradizionali lampioni a quelli a LED consentirebbe ai Comuni ( quindi ai cittadini) di risparmiare dal 50 all’80% sui costi dell’energia, oltre ai benefici ambientali. Durante questa fase di trasformazione dovrebbero essere presi in considerazione le opportunità di abbinarvi sistemi di controllo della sicurezza cittadina, tutto ciò in un percorso partecipato con la popolazione. L’installazione di pannelli solari termici ed elettrici sui tetti : produzione di energia elettrica ed acqua calda dal sole; cominciando da scuole, impianti sportivi , edifici pubblici, facilitando al privato cittadino di farlo sulla propria abitazione , ecc.
Industria:
un’altra precondizione necessaria per il rilancio di questa importante area della nostra regione è il mantenimento ed il recupero di una soglia pur minima di tessuto industriale nei poli entro cui si dispiega, quello livornese a nord e quello piombinese a sud, con Solvay al centro. Ciò non vuol dire ripercorrere le anacronistiche formule industrialiste della metà del Novecento, caratterizzate da prelievi estremi di Capitale Naturale e da insostenibili impatti sugli ecosistemi. Ma semmai rileggere la tradizione manifatturiera toscana, anche e soprattutto nell’hard economy, alla luce delle dirompenti novità (strutturali, sociali e tecnologiche) introdotte dallo scenario 4.0.