“Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo” (George Santayana)
27 Gennaio 2019, di Michele Faliani
27 Gennaio 1945, l’Armata Rossa arriva ad Oświęcim, cittadina della Polonia meridionale, e libera il campo di sterminio di Auschwitz Birkenau, fabbrica della morte nella quale sono morte, in poco più di 4 anni, più di UN MILIONE E CENTOMILA persone. I tedeschi in fuga riescono solo a nascondere in parte tutti gli orrori che hanno commesso nei 40km quadrati occupati dal lager, facendo saltare col tritolo i forni crematori che utilizzavano per bruciare i cadaveri dei prigionieri. Tutto il resto lo trovano lì: vestiti, scarpe, occhiali, giocattoli, spazzole e pettini, arti artificiali, tutti i beni personali che venivano tolti ai prigionieri prima di spedirli verso le camere a gas o verso le camerate dove alloggiavano quelli costretti a lavorare. Trovano anche una quantità enorme di capelli umani, che venivano usati per confezionare coperte e tessuti che poi venivano venduti.
Sicuramente lo saprete, ma per i pochi che non lo sanno il campo di concentramento di Auschwitz è oggi un museo, aperto tutti i giorni e visitabile da chiunque. Si trova ad un’ora di macchina (o di treno) da Cracovia, splendida città della Polonia (della quale parleremo magari nelle prossime settimane) collegata con voli low-cost da tutta Italia (anche da Pisa) che costano meno di un biglietto di una partita di calcio o di una cena al ristorante. La visita dura circa 4 ora, equamente distribuite fra la zona del campo di concentramento di Auschwitz e quella del campo di sterminio di Auschwitz Birkenau, distanti fra loro circa 2 Km e collegate da una flotta di autobus (lo spostamento è incluso nel biglietto di ingresso). La visita è accompagnata da una guida ufficiale che vi fornirà di cuffie wireless attraverso le quali voi e i vostri compagni di visita potrete ascoltare la storia di uno dei luoghi simboli della Shoah.
Tutte le informazioni necessarie per le visite le trovate all’interno del sito ufficiale del museo, all’indirizzo http://auschwitz.org/en/
Visitate Auschwitz, portateci anche i vostri ragazzi e i vostri bambini, e fategli conoscere un luogo che per nessuna ragione al mondo deve essere dimenticato. Soprattutto in questi tempi in cui i venti dell’antisemitismo e dell’odio razziale ricominciano a soffiare forte. Come dice De Gregori “La storia siamo noi, nessuno si senta escluso.