Questa non è l’università che vogliamo
Nell’ambito dell’inchiesta su concorsi truccati, per reati corruttivi, dalla Guardia di Finanza di Firenze, sono sette i docenti universitari attualmente agli arresti domiciliari:
- Fabrizio Amatucci, docente alla Federico II di Napoli,
- Giuseppe Maria Cipolla (Università di Cassino),
- Adriano di Pietro (Università di Bologna),
- Alessandro Giovannini (Università di Siena),
- Valerio Ficari (Università di Roma 2),
- Giuseppe Zizzo (Università Carlo Cattaneo di Castellanza, Varese),
- Guglielmo Fransoni (Università di Foggia).
- E sono 22 i docenti interdetti dalle loro funzioni di docente, per la durata di un Anno Accademico.
Complessivamente risultano essere 59 le persone al vaglio dalla Guardia di Finanza, tra i quali l’ex ministro Augusto Fantozzi, anche lui docente di diritto tributario. Ovviamente restiamo in attesa di una evoluzione delle indagini della Magistratura sui concorsi truccati ma, occorre che il Governo prenda posizione su: trasparenza nei meccanismi di accesso alla carriera e fine di un sistema clientelare.
Art 97 C, comma 2 e 3. “…L’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e negli enti di diritto pubblico è libero ai cittadini, salvo le limitazioni stabilite dalla legge, senza distinzione di sesso, razza, religione e fede politica. A tali impieghi si accede mediante concorso…”
25settembre 2017. La dichiarazione della Sen. Petraglia di Sinistra Italiana, Roma
Così la senatrice di Sinistra Italiana, Alessia Petraglia, commenta la notizia diffusa questa mattina sui sette arresti ai domiciliari di altrettanti docenti universitari per una indagine nell’ambito di un’inchiesta su concorsi truccati:
“Vogliamo conoscere la posizione del governo ora: la ministra Fedeli, di fronte a un caso che sembra veder coinvolto anche un ex ministro, non può tacere. La magistratura farà il proprio lavoro ma a noi spetta ancora una volta ripetere e denunciare che il sistema è malato, così non funziona. Non è la prima volta che leggiamo notizie di indagini su concorsi pilotati e decisi a tavolino nelle università. In questi anni, i docenti sono stati chiamati in causa più volte perché non esiste trasparenza e nessuna certezza per i giovani ricercatori di poter liberamente partecipare a concorsi senza trovarsi di fronte a scelte già fatte o a promesse di stabilizzazioni dei propri allievi.”
“Il mondo accademico è stato sordo alle rimostranze di chi ha denunciato modalità poco trasparenti di accesso alle carriere e spesso ha difeso il sistema per stabilizzare i tanti ricercatori precari che lavorano nelle università – conclude la senatrice Petraglia – La ministra Fedeli dinanzi a questo ennesimo caso, gravissimo, non può tacere. Noi presenteremo interrogazione perché ancora una volta questa non la nostra università.”