Prime battute di calcio mercato a Livorno sulle colonne di un quotidiano locale, ed è una cronaca che appassiona moltissimo perché a Livorno il calcio è una vera e propria religione. Si legge che il futuro è in mano a tre giovani promesse che vestiranno la maglia Amaranto nella prossima stagione ed è un bene che sia così.
31agosto 2017 da Simona Ghinassi e Andrea Cionini (Sinistra Italiana), Livorno
Largo ai giovani quindi, belle soddisfazioni piene di speranze per tornare ad essere grandi.Peccato che sul finale ci sia una stonatura resa ancor più efficace da una fotografia che non lascia spazio all’immaginazione: la scritta sulla maglia in bella vista è quella di uno sponsor che al netto dei sorrisi smaglianti e soddisfatti, i giovani li ama davvero pochissimo e l’ha dimostrato licenziandoli per aver scioperato e cercato, in vano, di far valere i loro diritti. Porcavacca tenta il colpaccio per ripulirsi la faccia sapendo quanto sia importante il calcio per i Livornesi, ed è un’operazione meschina, la peggiore perché mira a cancellare un danno fatto proprio a tre giovani che a oggi sono senza lavoro e quindi senza futuro. Le tre giovani promesse dai piedi d’oro, potevano essere al loro posto, la generazione è infatti la stessa più o meno. Forse i tre fortunati non conoscono la storia e sarebbe un bene raccontarla a chi non la conosce.
“Sinistra Italiana di Livorno chiede ufficialmente al Presidente Spinelli di respingere l’accordo promozionale con l’azienda Porcavacca perché il Livorno Calcio merita molto di più di questo, per la sua storia e per la sua immagine. Non sta a noi ricordare qui quanto sia importante e popolarmente condivisa la passione per il calcio in questa città, ha regalato soddisfazioni, lacrime e dolori ma resta sempre una delle passioni più accese che orizzontalmente uniscono i cittadini di tutta la città, a prescindere dalla fascia sociale di appartenenza. Proprio per questo, sentiamo di dire a tutti che quella scritta è infamante ed equivarrebbe a sporcare la storia degli Amaranto con una macchia indelebile. Chi licenzia giovani lavoratori in quel modo, deve capire che la pubblicità e un vestito nuovo indossato per opportunità non possono cancellare lo sdegno e la rabbia che ha scatenato quel gesto”.
“Oggi, possiamo affermare con certezza che la crisi non è solo dovuta a guasti strutturali a livello globale, ma anche e soprattutto dal comportamento di certe aziende che, sulla scorta di leggi nazionali capestro portate a regime dagli ultimi governi di questo Paese, usano e abusano del lavoro delle giovani generazioni, comprimendo i diritti di chi lavora fino a farli scomparire. Questo è successo al Porcavacca. Noi non lo abbiamo dimenticato”.
“Il calcio è una cosa bella, non rendiamolo complice, non sporchiamolo e ricordiamoci la storia di questa città, una città sorretta dai lavoratori che potrà rialzarsi solo se gesti come ciò che è accaduto al Porcavacca non diventeranno una pericolosa consuetudine”.