“Il drammatico caso di Loris Bertocco, l’uomo di 59 anni di Fiesso d’Artico che ieri si è andato a suicidare in Svizzera, non può essere strumentalizzato per chiedere una legge sull’eutanasia.
13ottobre 2017 da Comitato Difendiamo i Nostri figli
Non si tratta infatti di un malato in fase terminale o affetto da una malattia non curabile ma di una persona che, malgrado una gravissima disabilità, aveva una vita piena e molto attiva, anche nel campo dell’impegno politico. Il vero calvario di Bertocco, come ammesso da lui stesso nella sua ‘lettera testamento’ di denuncia, è stato l’abbandono della società civile e dello Stato.
“La sua scelta è legata alla disperazione esistenziale di una persona lasciata sola da tutti. I suoi appelli al diritto di ricevere un’assistenza adeguata sono infatti più volte caduti nel vuoto e lui è rimasto senza più sostegni e soldi per curarsi”, così Massimo Gandolfini presidente del comitato promotore del Family day. Se passa il principio che ci sono vite che non sono degne di essere vissute e che le istituzioni non possono farsi carico dell’assistenza ai soggetti più fragili arriverà presto il momento in cui per tagliare pesanti spese sanitarie si comminerà la cosiddetta eutanasia di Stato, cosa che sta già accadendo in Olanda e Belgio”.
“Ci poniamo quindi una domanda: come mai non si trovano fondi sufficienti per il sostegno alla disabilità mentre sono disponibili risorse per la fecondazione artificiale eterologa che è stata inserita nei Lea? La politica è chiamata a delle scelte e quella operata nella fattispecie è sicuramente di natura ideologica”, afferma ancora il presidente del Family day.
“In Italia abbiamo centinaia di migliaia di anziani e disabili a quali attualmente non è garantita un’assistenza dignitosa, continua Gandolfini, offrire loro la strada del suicidio assistito come soluzione alle sofferenze svela la mentalità tipica della filosofia delle vite indegne di essere vissute e della società dello scarto più volte denunciata da Papa Francesco”. “I sentimenti di solidarietà e compassione saranno cancellati nel nome del principio dell’autodeterminazione che, in realtà, cela solo il desiderio dello Stato di sottrarsi ai suoi doveri assistenziali verso gli ultimi e più fragili”, conclude Gandolfini.