Niente, neanche questa volta il pesante masso è arrivato in cima alla vetta
13settembre 2015 di Luca Menoni, associazione “Oltre”
La condizione del nostro sindaco ci ricorda il mito di Sisifo, condannato da Zeus a spingere il masso per poi vederselo far rotolare giù dalla vetta ogni volta. Come annunciato siamo andati di nuovo in comune sicuri del fatto che il Sindaco Nogarin stavolta ci potesse ricevere dopo i piccoli problemi di salute della volta scorsa.
Dopo un’altalena di “vi ricevo… no siete troppi… non vi ricevo…vi ricevo se siete quindici”… una delegazione di lavoratori lo ha incontrato. Eravamo sollevati, stava meglio dopo le notti insonni che lo hanno visto nei suoi sogni inseguito da un pescecane, immagine che ha voluto condividere con tutta la città via Facebook. Ma sono state notti costruttive. Il pescecane è stato avvistato in Capraia. Il sindaco una volta fatti entrare qualcuno di noi inizia il racconto: “non vi dico le lettere che sono piovute a Roma ed in Regione scritte di mio pugno per perorare la causa di Livorno capitale della depressione”.
Ma niente, nessuna risposta, il masso si sposta molto lentamente e quando pensava che fosse arrivato in cima…ecco che per motivi burocratici le pratiche di assegnazione finanziamenti ed aiuti si fermano sulla scrivania o del Ministero o della Regione. Che tenerezza, questo sindaco che vorrebbe ma non può. Verrebbe quasi la voglia di togliere il disturbo, tanto i suoi occhi implorano compassionevole comprensione. Il demone alato è alle sue spalle, perché “in Regione ci mettono i bastoni tra le ruote, a Roma hanno le mani legate”. Intanto il tempo passa ed il pesante masso rotola a fondo valle, nuovamente.
Lasciamo il Sindaco ai suoi tristi languori.
Niente, anche questa volta i disoccupati livornesi tornano a casa con i pugni in tasca, senza comandi e senza comandanti, come l’otto settembre di oltre settant’anni fa che vide il nostro esercito andare allo sbando. Fra le macerie della vecchia politica intanto accartocciata su se stessa, derisa dal nuovo corso di Renziani per cui se sei out non conti nulla, Livorno sembra di nuovo bombardata, non nelle case, ma nei cuori della gente. Sono stati eretti alti muri fra la gente e la sua amministrazione, talmente alti che non si ode più il grido di dolore di chi sta oltre.
I sindacati inermi alzano le braccia e cercano di farsi sentire dalle retrofile dei lavoratori, e mi viene da pensare, ma il loro posto non era davanti, a guidare la protesta contro chi sembra fare cosi’ poco per il popolo che lo ha eletto? Bello il momento in cui quando il sindaco M5S ha parlato di guidare lui una carovana di protesta fino a Firenze, al sindacalista che era presente è venuto a mente di chiamare il Consigliere Regionale PD di Livorno, Francesco Gazzetti. Lo abbiamo chiamato. Ha detto che fra due giorni ci fa sapere quando possiamo incontrarlo…
Un’amica mi ha chiesto se pensavo di raccontare questo triste episodio, senza un barlume di speranza. Se dico che faranno un tavolo il 23 settembre, è una nota positiva? Se dico che il sindaco ha pensato che quando verrà Esselunga ci saranno piu’ posti di lavoro, che ha pensato che il polo tecnologico potrà attirare professionalità che ci daranno fabbriche che ci daranno lavoro, che ha pensato di creare intanto una fidelity card spendibile nei negozi di vicinato?