28ottobre 2015 di Unione Sindacale di Base Livorno
Con questo processo (e la precedente indagine chirurgicamente svolta per colpire solo determinate persone) la questura livornese sta cercando di coprire le proprie responsabilità per quanto riguarda la gestione dell’ordine pubblico durante quelle giornate. Una gestione improntata su esigenze intimidatorie e repressive piuttosto che di tutela della libertà di manifestazione di tutti i cittadini indipendentemente dal proprio pensiero politico.
Non possiamo dimenticare, infatti, come tutto abbia avuto inizio, ossia dalle cariche ingiustificate ai danni di un gruppo di lavoratori, studenti e disoccupati che volevano semplicemente contestare il segretario del Pd Bersani, esponendo uno striscione durante il suo comizio. Il giorno successivo, la nostra città è stata testimone ancora una volta di una violenza brutale e ingiustificata che ha coinvolto, oltre che i manifestanti, anche cittadini di passaggio.
È un processo politico per questo motivo, ma lo è anche per il fatto che gli unici imputati a processo sono tutti appartenenti ad organizzazioni politiche e sindacali a fronte di manifestazioni che hanno visto la partecipazione di centinaia e anche migliaia di persone. Chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale non avrà problemi ad ammetterlo.
Tra gli imputati c’è anche Giovanni Ceraolo, membro attivo del coordinamento provinciale del nostro sindacato nonché dirigente Asia, compagno che da tempo svolge un lavoro sindacale e sociale preziosissimo per il territorio in cui operiamo, contribuendo a porre un argine fondamentale all’avanzata di fascismi e leghismi di vario genere, sempre pronti purtroppo a cavalcare i disagi di lavoratori e abitanti per fomentare il loro becero razzismo.