Solo pochi giorni fa la firma di un protocollo di intesa tra i sindacati Cgil Cisl Uil e Fiadel, esclusi i sindacati di base che hanno portato la loro protesta distribuendo un volantino
6luglio 2015 da Cobas igiene ambientale\ cobas lavoro privato \USb lavoro privato Pisa
Contestati alcuni dei contenuti del protocollo che disciplina il passaggio del personale impiegato presso le attuali gestioni dei rifiuti urbani della costa al futuro gestione unico, misto pubblico-privato Retiambiente s.p.a, il cui partner privato verrà deciso dopo la conclusione del percorso di gara in corso.
I 14 gestori dislocati nelle province di Livorno, Lucca, Massa e Pisa occupano oltre 1400 addetti a tempo indeterminato,109 a tempo determinato, 350 che lavorano per soggetti terzi e circa 450 addetti per i servizi esterni. Questo personale sarà rilevato dal nuovo gestore otto mesi prima della conclusione dell’iter di affidamento
Ma il protocollo non dà garanzie al variegato e complesso sistema degli appalti e dei subappalti che impiega centinaia di lavoratori\trici che da anni , pur svolgendo lo stesso lavoro dei colleghi a gestione diretta, percepiscono stipendi inferiori di 400\500 euro “grazie” al contratto sfavorevole loro applicato:il multiservizi
Ma Cobas e Usb puntano il dito anche sulle modalità di gestione di questa trattativa, oltre che sui contenuti, contestano la esclusione dei sindacati di base dalla trattativa e puntano il dito sulla gestione di Retiambiente spa a capo della quale si trova il sindaco di Pisa Marco Filippeschi. A seguire il comunicato diffuso all’assemblea. Reti ambiente o Ato costa? Cosa succede nell’igiene ambientale toscana…
La questione è lunga e complessa. Ato costa, autorità per la gestione dei rifiuti urbani, viene costituita quasi 4 anni fa dai vari comuni della costa toscana. l’Ato dovrebbe transitare a Reti Ambiente, società che rileverà tutte le quote pubbliche cedendone il 49% ad un soggetto privato. Un iter lungo perchè sono in ballo migliaia di posti di lavoro e i rischi riguardano soprattutto i subappalti che nei rifiuti sono con scarse tutele e contratti sfavorevoli
In questi due anni la critica dei Cobas era proprio rivolta a questo doppio binario, da una parte il passaggio a una azienda pubblica di dipendenti delle ditte piu’ grosse e il subappalto che continuerà ad operare con contratti sfavorevoli e ora con la minaccia dei licenziamenti del Jobs act. Allo stesso tempo vediamo che almeno la proposta di scongiurare la mobilità degli operai è stata accolta, giusto per evitare che chi sta all’Isola d’Elba si ritrovi a lavorare in Continente (ma allo stesso tempo non è scontato lo stesso discorso per province limitrofe)
La discussione è avvenuta senza il coinvolgimento dei consigli comunali, il Pd che detiene la maggioranza nei comuni di Ato costa ha dato sostanzialmente carta bianca ai vertici per arrivare a una trattativa che non offre garanzie precise al personale degli appalti, che non vuole far crescere Reti ambiente come soggetto pubblico, anzi il suo mancato decollo sembra funzionale a favorire l’ingresso di un socio privato che porterà i suoi manager a gestire un immenso patrimonio pubblico
I Sindacati cgil cisl uil e fiadel sono stati complici di questo percorso che invece di potenziare la natura pubblica sembra spianare la strada all’arrivo di soggetti privati che già hanno fatto il bello e il cattivo tempo nel settore dei rifiuti. Ma vogliamo ripercorrere la storia degli ultimi anni?
La storia incomincia il 13 dicembre del 2011 che dopo uno studio approfondito della situazione dello smaltimento rifiuti nelle 4 provincie Pisa,Lucca,Livorno, Massa Carrara) ci aveva consegnato un rapporto dettagliato sia sulle aziende che sul personale tracciando le linee guida di Reti Ambiente.
Queste linee guida avevamo fotografato il personale individuando azienda per azienda le problematiche, prima tra tutte la elevata percentuale degli appalti e dei subappalti e le insopportabili differenze contrattuali e salariali
La firma del protocollo con cgil cisl uil e fiadel è avvenuta all’indomani dell’incontro di Ato costa con cobas e usb, sindacati di base che sicuramente non avrebbero firmato cambiali in bianco chiedendo precise garanzie per tutto il personale degli appalti e l’assunzione di responsabilità gestionali da parte del soggetto pubblico Retiambiente spa, società interamente di proprietà dei Comuni