Hanno iniziato sul finire degli anni ottanta, con le ferrovie e i servizi pubblici, attraversando codici di autoregolamentazione, che hanno fatto da apripista alle norme anti-sciopero, imponendo regole progressivamente sempre più restrittive
19settembre 2015 da Federico Giusti, Cobas
E visto che questo Paese non reagisce, dopo l’abolizione dell’art. 18, ora non si fa più’ alcuna distinzione e si vorrebbe estendere tout cort le limitazioni non solo al diritto a scioperare ma, anche alla semplice riunione sindacale o di lavoro.
Il settore della cultura a parole, è uno strumento per incentivare il turismo, ma attenzione solo a parole. In ogni città italiana trovate monumenti, chiese, patrimoni artistici in stato di abbandono e spesso, chiusi al pubblico da anni. Alcune associazioni hanno documentato centinaia\migliaia di monumenti di rilievo e valore artistico/culturale che necessitano di urgenti investimenti prima del loro disfacimento.
Ma per il Governo la salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio artistico\culturale non sono priorità ed emergenze da affrontare e su cui dover investire, se lo fossero i fondi necessari sarebbero stati trovati, magari distogliendoli da qualche grande e inutile opera e/o spesa bellica (per non parlare di quanto ci costano i viaggetti del Sig. Renzi). In queste ore ci si ricorda di musei e patrimoni artistico:
- Ma, non per un attivare un necessario piano di riordino delle sovraintendenze, restituendo loro fondi e strutture per il recupero e la manutenzione delle opere d’arte.
- Ma, non per concretizzare norme che escludano, interamente, dai patti di stabilità le spese sostenute dai comuni per scuola, sociale e recupero\salvaguardia dell’ambiente e della cultura.
- Ma per ricordare agli italiani, che è il diritto di assemblea il vero problema dei beni artistici e culturali e che, abolirlo rilancerà il turismo e l’economia riprenderà fiducia.
L’assemblea indetta dai sindacati al Colosseo, regolarmente comunicata da una settimana e poi regolarmente autorizzata con la chiusura al pubblico per alcune ore ha provocato l’ira del premier Renzi sui social network e Cgil Cisl Uil si sono messi sulla difensiva, un film di ruolo e delle parti, ormai già visto. Il classico atteggiamento, quello del Pd, che bacchetta lavoratori e sindacali, continuando indisturbato in quella campagna contro i diritti del mondo del lavoro che necessita di situazioni propizie e del favore di una opinione pubblica ormai fortemente disorientata.