Toscana prima Regione italiana a dotarsi di una legge di riordino istituzionale e il riassorbimento delle funzioni e del personale delle Province
7ottobre 2015 di Silvio Lami
Parlando del riordino istituzionale l’assessore regionale alle riforme istituzionali Vittorio Bugli intervenendo in Consiglio regionale con una comunicazione sul futuro del personale delle Province, ha ricordato che entro il 31 di ottobre dovrà essere stabilito in via definitiva l’elenco del personale che transiterà dalle Province alla Regione. Negli accordi definiti tra Province, Città metropolitana e Regione il personale interessato al trasferimento è di 990 unità e comprende:
- I dipendenti che si occupano di ambiente, agricoltura, formazione professionale, strade regionali.
- Il trasferimento delle funzioni di agricoltura dalle Unione dei Comuni alla Regione.
- Restano da definire la polizia provinciale e i servizi per l’impiego. Riguardo a questi ultimi Governo e Regioni si sono impegnati a reperire le risorse necessarie per il personale a tempo indeterminato con questa suddivisione: 2/3 a carico dello Stato, 1/3 a carico delle Regioni e a sottoscrivere singole convenzioni tra ciascuna Regione e Ministero. Per la polizia provinciale, invece, il decreto-legge 78/2015 prevede il passaggio del personale ai Comuni per le funzioni di polizia municipale, salvo il personale che la Provincia trattiene per l’esercizio delle sue funzioni fondamentali.
- Il tutto non riguarderà i dipendenti che cesseranno il servizio entro il 2016. Dunque chi andrà in pensione entro il 2016 resterà nel ruolo provinciale fino al pensionamento.
Le risorse attualmente disponibili per il trasferimento di funzioni dalle Province alla Regione sono 41,3 milioni (derivanti dalla somma dei circa 22 milioni che la Regione trasferiva alle Province e 18,8 milioni provenienti da entrate extratributarie). Queste risorse saranno sufficienti per coprire le spese del personale e per il trasferimento di ulteriori dipendenti provinciali con funzioni di supporto amministrativo.
Insomma tra non poche contraddizioni, tutto il pacchetto di riorganizzazione, di un diverso assetto istituzionale, fortemente centralizzato e al riparo dal controllo dei cittadini, (a partire dal Senato fino alle Autonomie Locali) alla fine chi lo ha preteso, se lo sta portando a casa.