Si aspettavano qualcosa di meglio, dal Consiglio Comunale del 20 settembre gli alluvionati che sono riusciti ad entrare nell’aula, ma così non è stato.
21settembre 2017 da Donatella Nesti
Certo era inevitabile trovarsi davanti un sindaco in evidente difficoltà per quanto accaduto ma scoprire tutte le falle della filiera di comando non ha attenuato la rabbia ed il dolore per le vittime e i danni ingenti. Man mano che le ore passavano e gli interventi dell’opposizione si facevano sempre più duri, in particolare quelli di Cannito, Raspanti, Bruciati, gli alluvionati del comitato Ardenza-Alluvionata hanno cominciato a lasciare l’aula perchè nessun conforto veniva dato rispetto al futuro delle famiglia in grande difficoltà.
Tra bizantinismi, strumentalizzazioni politiche, balletto tra i colori dell’allerta e del poco edificante triangolo Nogarin-Rossi-Giusti tutto si è consumato come al solito: non si sono individuata le vere responsabilità di una tragedia annunciata, (speriamo nella magistratura) e soprattutto non si è capito quali sono i provvedimenti urgenti per dare sicurezza alle persone senza casa con immobili insicuri e gravemente danneggiati.
Non si è capito il pericolo costante che alla prima pioggia tutto possa ripetersi provocando altre vittime alle quali nessuno aveva dato l’allerta che le avrebbe salvate da una morte assurda ed inconcepibile nell’epoca dei telefonini, social, app di vario genere.
Andrea Raspanti ha prodotto un documento sottoscritto dal sindaco nel quale si recepisce una app per la continua reperibilità in caso di allerta ma mai utilizzata dallo stesso sindaco firmatario. Chi si aspettava che venisse data notizia di facilitazioni per rimborsi e sgravi fiscali è rimasto assai deluso ma la battaglia non finisce qui, molti Comitati stanno sorgendo ed è già in programma un’assemblea dei comitati all’ARCI di Via Grotta delle Fate per martedi 26 alle ore 17.30.
In tutto il pressapochismo dimostrato dall’Amministrazione Comunale e dal nuovo responsabile della Protezione Civile è da elogiare la grande solidarietà dimostrata dal popolo livornese, dai numerosissimi ‘bimbe e bimbi motosi’ da ‘le mi bimbe’ del circolo Arci di via della Gherardesca che hanno cucinato per i volontari ed alluvionati, fornendo latte, confezioni di cibo, guanti, secchi, scope e assistenza di ogni tipo.
Si poteva evitare la tragedia almeno per quanto riguarda il Rio Ardenza dopo l’esondazione del 1990? Tutto è cominciato quando fu eretta una specie di collina con materiale di risulta che innalzò la sponda dove non ci sono abitazioni mettendo a rischio costante la sponda dove esistono da tempo numerose abitazioni e la situazione è proseguita con la costruzione del campo di golf che ha innalzato la collina.
“Gli abitanti della zona hanno più volte segnalato la situazione senza risposta dalle Amministrazioni passate e presenti. Inoltre la foce del Rio Ardenza ai Tre Ponti è sempre ingombra di detriti, rami, canne che nessuno pulisce.”