Pisa e fondi speculativi. Progetto Rebeldia: “Saldi invernali in città, si svendono le Caserme”

L’agenzia del Demanio, il Ministero della Difesa e il Comune di Pisa, hanno venduto la caserma Artale (che si trova tra via Roma, via Savi e via Derna) e la caserma Curtatone e Montanara (tra via San Martino e via Giordano Bruno) ad un Fondo d’Investimento privato.

11gennaio 2017 da Progetto Rebeldia, Pisa

Quest’ultimo stabile è stato riaperto alla città nel 2014 dal Municipio dei Beni Comuni, a tutti gli effetti l’unico soggetto che – attraverso l’autogestione e l’auto-recupero – aveva restituito alla città per due mesi il gruppo di immobili, ribattezzato “Distretto 42”, e un giardino di 8 mila mq abbandonato da più di vent’anni, intitolato alla memoria di don Andrea Gallo.
Negli ultimi vent’anni il “Distretto 42” è stato utilizzato come parcheggio abusivo dal personale militare che approfittava dell’abbandono dello stabile per posteggiare la propria auto a due passi da Corso Italia; con l’occupazione e la riapertura era invece diventato un luogo di socialità e di rigenerazione del verde pubblico, nonché uno spazio di mutualismo, dove iniziavano a radicarsi progetti collettivi per far fronte alla morsa della crisi economica. La ricchezza collettiva e le ricadute virtuose di quell’esperienza sono state spazzate via dalla violenza dei plotoni della celere.

L’operazione di vendita di cui apprendiamo la finalizzazione è di fatto una clamorosa svendita e dismissione del patrimonio pubblico, anomala poiché portata avanti senza evidenza pubblica, come trattativa privata tra istituzioni pubbliche, ai danni della cittadinanza.
Un po’ di dati e un po’ di memoria storica sono utili a ricostruire il quadro complessivo. Innanzitutto, le due caserme sono passate dal Demanio al “Fondo investimenti per la valorizzazione Comparto Extra”, un fondo di investimenti gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti, soggetto che col tempo è stato privatizzato e scorporato.

In totale si parla di circa due ettari di centro cittadino che a novembre 2017, durante la firma dell’accordo con la presenza del Ministro Pinotti, erano stimabili per un valore di circa 40 milioni di euro. In data odierna il valore pare essere precipitato a 8 milioni.

  • Ci pare lecito evidenziare che il deprezzamento di 32 milioni di euro in soli 2 mesi è un vero e proprio regalo alle banche: è forse compresa nei saldi che – com’è noto – si aprono nel mese di gennaio?
  • In secondo luogo, il sindaco e l’assessora Zambito parlano di riutilizzi sociali, dicendo che le due caserme saranno riconvertite in studentato e housing sociale. Tali dichiarazioni, tuttavia, non sono comprovate da atti concreti, in particolare sia nel protocollo firmato dal sindaco che nell’atto d’indirizzo approvato dal consiglio comunale non è predisposto alcun vincolo stringente; di fatto sarà il fondo speculativo di investimenti a proporre e decidere il futuro dell’area, potendo anche proseguire nella strategia dell’abbandono.
  • Registriamo il fatto che il Comune di Pisa a guida Pd e sostenuto da MdP – fu l’amministrazione Fontanelli ha inaugurare i progetti speculativi su questa larga porzione del centro storico – preferisce vendere a un fondo finanziario anziché accogliere la progettazione partecipata proposta dal Municipio dei Beni Comuni, promossa per mezzo di una mozione popolare sostenuta da migliaia di cittadini e abitanti del quartiere San Martino.

Ricordiamo che l’amministrazione Filippeschi ha scelto consapevolmente di precludersi l’occasione di acquisire le caserme a titolo gratuito con il federalismo demaniale e restituirle a una reale funzione pubblica e sociale.
Ancora una volta le operazioni di speculazione economica vengono predilette rispetto alle proposte che giungono dalla cittadinanza. La partecipazione delle persone alle scelte sul futuro della città sono relegate a mero spot elettorale, esattamente come questa svendita, che avrà l’unico effetto di pesare come un macigno sulle prossime generazioni.

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