Calamità imprevedibili o eventi amplificati dagli interventi antropici, con precise responsabilità di chi ha amministrato Pisa in tutti questi anni?
25agosto 2015 da Tiziano Carradori
Sono oltre trecento, ma la cifra è destinata ad aumentare, le richieste di intervento giunte al Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Pisa in seguito al l’ondata di maltempo che ha colpito la zona nel corso della giornata. E’ quanto emerso nel corso della riunione alla sede della Protezione Civile
Alle 13.30 erano oltre 220 gli interventi ancora in corso e oltre 60 quelli conclusi. Poche cifre che forniscono la misura dell’entità di un fenomeno che, come ha ricordato il vicesindaco di Pisa, Paolo Ghezzi, ha fatto sì che in tre ore si riversassero sul territorio dai 5 ai 7 milioni di metri cubi d’acqua.”
Di fronte a questa nuova emergenza – ha commentato il presidente Enrico Rossi – tutti hanno ben operato, dalla Prefettura, ai Vigili del fuoco, alle associazioni del volontariato ben coordinate dalla Protezione civile”. Si stima che circa 300 famiglie siano rimaste senza energia elettrica ma si conta di riattivare la corrente entro la serata. “Vorrei invitare tutti – ha sottolineato l’assessore Federica Fratoni – a non alimentare aspettative perché difficilmente riusciremo a reperire nuove risorse per riparare i danni. Intendiamo però replicare il sistema di garanzie al credito già adottato a Torrita di Siena e insieme all’assessore Ceccarelli inizieremo presto un giro in tutti i territori a rischio per predisporre, con gli amministratori locali, un piano che preveda interventi strutturali”.
Per i cittadini e gli imprenditori che faranno interventi, anche semplici, di messa in sicurezza dei locali di loro proprietà a partire dagli scantinati si pensa a prestiti a tasso zero con rimborsi in tre anni ed una sospensione nel primo anno. Quanto alla possibilità di ottenere fondi statali è stato sottolineato come, per l’uragano del 5 marzo scorso, a fronte di una stima sobria di 500 milioni di euro di danni, da Roma ne siano arrivati soltanto 12.
Da “una città in comune”: “Pisa sott’acqua: non una calamità naturale, ma il frutto delle politiche del cemento”
Quello che sta avvenendo a Pisa in queste ore purtroppo non è una calamità non prevista, è bene dirlo subito e con chiarezza.
Se è vero che i fenomeni naturali stanno diventando già da qualche anno sempre più violenti e distruttivi, non solo a Pisa, è altrettanto vero che questi eventi vengono amplificati negli effetti dagli interventi antropici e dalla gestione del territorio, sia per quanto riguarda i nuovi insediamenti, sia per quanto riguarda la messa in sicurezza dell’esistente.
L’entità del danno è sempre di più il frutto di politiche ben precise: il consumo di suolo e l’impermeabilizzazione sempre crescenti, connessi alla assenza della minima manutenzione ordinaria contribuiscono in modo determinante a questi disastri.
Nella nostra città negli ultimi anni si è pensato sempre di più a costruire, senza realizzare tutti quei lavori indispensabili per fronteggiare i cambiamenti climatici a cui siamo assistendo.