ha suscitato nei dirigenti sindacali la seguente domanda: di questo passo, dove vogliamo arrivare nel mondo del lavoro?
12agosto 2015 da Paolo Francini, cassintegrato, ex dipendente Lucchini Piombino
Non occorre molta perspicacia per capirlo. Vogliono arrivare a ridurre i lavoratori in condizioni di schiavitù. Schiavi moderni, ma comunque schiavi. La crisi economica è stata generata dagli appetiti insaziabili delle banche, multinazionali e finanza che hanno deciso, poi, di farla pagare ai lavoratori. Come ? La faccio breve:
- 1) Il lavoro è stato reso iper – precario.
- 2) Sono state , nei fatti , cancellate le pensioni.
- 3) E’ stato cancellato l’art.18 consentendo licenziamenti ingiusti , anche a livello collettivo . Con l’aggiunta del demansionamento e del controllo a distanza dei lavoratori.
- 4) E’ stata consentita la deroga ai contratti nazionali per cui , quando va bene , si firmano accordi ” difensivi ” in cui i lavoratori perdono salario , organici e diritti.
Oramai, ci sono intere zone del Paese nelle quali per le condizioni dei lavoratori sembra di essere tornati all’800. Dovunque, è in vigore la guerra tra poveri, cioè i lavoratori competono tra loro per assicurare il massimo profitto ai loro sfruttatori , gli stessi che hanno generato la crisi.
Ed anche a livello locale è presto detto, il “Modello Piombino ” prevede:
- 1) Perdita di salario fino a 6mila euro all’anno.
- 2) Sicurezza dell’assunzione solo per 2anni , cioè tutti precari.
- 3) Moratoria sindacale almeno per tre anni nei quali la tutela dei lavoratori sarà affidata al “si salvi chi può”.
- 4) Migliaia di lavoratori, a partire dall’indotto, il cui futuro è affidato più a una grazia da ricevere che agli accordi firmati.
Mi fermo qui per carità di Patria ma si potrebbe andare oltre.
Ecco, se questo e’ il quadro, non c’è da chiedersi dove stiamo andando ma cosa si fa per impedirlo e qui, vengono le note dolenti.
Tutto ciò si è verificato anche perché’ vi è stata l’inerzia e spesso l’accondiscendenza del sindacato , solo perché’ non si sono voluti turbare alcuni equilibri politici . Infatti, dove sono state e dove sono le lotte per togliere dalle braccia dei lavoratori le catene della schiavitù moderna? Dove sono le lotte, ora , che massacrano la sanità e la scuola pubblica .
Come si dice, non è schiavo chi perde la libertà ma chi accetta di essere schiavo.
Quando il sindacato tornerà a fare il sindacato e molti lavoratori smetteranno di sostenere politicamente chi gli mette la palla al piede potremo tornare ad essere uomini e donne liberi. Fino a quel momento ci vengano risparmiate, almeno, domande che suonano come l’ennesima presa in giro.
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