La Toscana di nord-ovest un territorio sempre più militarizzato: confermata la realizzazione della “ferrovia della morte” fra Camp Darby e il porto di Livorno.
11settembre 2018 da Manlio Dinucci pubblicato il manifesto
L’8 agosto ha fatto scalo nel porto di Livorno la Liberty Passion (Passione per la Libertà) e il 2 settembre la Liberty Promise (Promessa di Libertà), che saranno seguite il 9 ottobre dalla Liberty Pride (Orgoglio di Libertà). Le tre navi ritorneranno quindi a Livorno, in successione, il 10 novembre, il 15 dicembre e il 12 gennaio. Sono enormi navi Ro/Ro, lunghe 200 metri e con 12 ponti, capaci ciascuna di trasportare 6500 automobili. Non trasportano però automobili, ma carrarmati.
Fanno parte di una flotta statunitense di 63 navi appartenenti a compagnie private che, per conto del Pentagono, trasportano in continuazione armi in un circuito mondiale tra i porti statunitensi, mediterranei, mediorientali e asiatici. Il principale scalo mediterraneo è Livorno, perché il suo porto è collegato alla limitrofa base statunitense di Camp Darby. Quale sia l’importanza della base lo ha ricordato il colonnello Erik Berdy, comandante della guarnigione in Italia dello Us Army, in una recente visita al quotidiano «La Nazione» di Firenze. La base logistica, situata tra Pisa e Livorno, costituisce il più grande arsenale Usa fuori dalla madrepatria.
Il colonnello non ha specificato quale sia il contenuto dei 125 bunker di Camp Darby. Esso può essere stimato in oltre un milione di proiettili di artiglieria, bombe per aerei e missili, cui si aggiungono migliaia di carrarmati, veicoli e altri materiali militari. Non si può escludere che nella base vi siano state, vi siano o possano esservi in futuro anche bombe nucleari.
Camp Darby – ha sottolineato il colonnello – svolge un ruolo chiave, rifornendo le forze terrestri e aree statunitensi in tempi molto più brevi di quanto occorrerebbe se venissero rifornite direttamente dagli Usa. La base ha fornito la maggior parte delle armi per le guerre contro l’Iraq, la Jugoslavia, la Libia e l’Afghanistan.
Dal marzo 2017, con le grandi navi che mensilmente fanno scalo a Livorno, le armi di Camp Darby vengono trasportate in continuazione nei porti di Aqaba in Giordania, Gedda in Arabia Saudita e altri scali mediorientali per essere usate dalle forze statunitensi e alleate nelle guerre in Siria, Iraq e Yemen. Nel suo viaggio inaugurale la Liberty Passion ha sbarcato ad Aqaba, nell’aprile 2017, 250 veicoli militari e altri materiali.
Tra le armi che ogni mese vengono trasportate via mare da Camp Darby a Gedda, vi sono certamente anche bombe Usa per aereo che l’aviazione saudita impiega (come risulta da prove fotografiche) per fare strage di civili nello Yemen. Vi sono inoltre seri indizi che, nel collegamento mensile tra Livorno e Gedda, le grandi navi trasportino anche bombe per aereo fornite dalla Rwm Italia di Domusnovas (Sardegna) all’Arabia Saudita per la guerra nello Yemen.
In seguito all’accresciuto transito di armi da Camp Darby, non basta più il collegamento via canale e via strada della base col porto di Livorno e l’aeroporto di Pisa. È stata quindi decisa una massiccia riorganizzazione delle infrastrutture (confermata dal colonnello Berdy), comprendente una nuova ferrovia.
Il piano comporta l’abbattimento di 1000 alberi in un’area protetta, ma è già stato approvato dalle autorità italiane. Tutto questo non basta.
Il presidente del Consiglio regionale toscano Giani (Pd), ricevendo il colonnello Berdy, si è impegnato a promuovere «l’integrazione tra la base militare Usa di Camp Darby e la comunità circostante».
Posizione sostanzialmente condivisa dal sindaco di Pisa Conti (Lega) e da quello di Livorno Nogarin (M5S). Quest’ultimo, ricevendo il colonnello Berdy e poi l’ambasciatore Usa Eisenberg, ha issato sul Comune la bandiera a stelle e strisce.