Nei giorni passati passando accanto alle mura in via della Cinta Esterna si avvertiva il cattivo odore del depuratore, eppure anni fa si parlò con insistenza e si progettò la liberazione del quartiere Venezia per renderla un polo turistico, con il recupero degli ex macelli comunali. Di questo abbiamo parlato con alcuni urbanisti che operano a Livorno.
14 ottobre 2015da Ruggero Morelli pubblicato su Costa Ovest
Nel 1999 i Patti Territoriali previdero il finanziamento di un progetto (Asa+Comune) per la creazione di una piattaforma per lo smaltimento dei rifiuti industriali pericolosi provenienti da tutta la Toscana e per lo smaltimento dei reflui che allora, ma anche oggi, arrivavano nel depuratore del Rivellino, dentro il quartiere della “Venezia”. Sul piatto Livorno aveva 29 miliardi di lire. Non se ne fece di nulla perché l’intero intervento fu giudicato troppo costoso. Da allora molti hanno continuato a pensare che il depuratore non doveva rimanere nell’ambito cittadino.
Tanto vero che l’attuale Prg mantiene la previsione del suo spostamento. Perché non riprendere questo tema e verificare se ancora oggi è possibile usare i terreni della raffineria, che sono molto ampi, per la realizzazione di un nuovo depuratore o della piattaforma più avanzata che le nuove tecniche consentono? Di recente per il giornale onlineOgniSette abbiamo interpellato alcuni amministratori ed urbanisti, e tutti si sono detti favorevoli all’operazione di ‘’delocalizzazione’’ del Rivellino dall’area del Forte San Pietro.
D – Il primo ad essere interpellato è il sindaco Filippo Nogarin: “Il piano regolatore attuale ha mantenuto la previsione delle spostamento del depuratore Rivellino. Ti adopererai per l’attuazione?”
R – “Valuto tale previsione del PR assolutamente positiva: liberare le strutture del Rivellino, oltre a migliorare la qualità della vita della Venezia, restituirebbe una struttura seicentesca alla quale abbiamo rinunciato per troppo tempo. Esistono, a questo proposito, progetti per il recupero delle vie d’acqua di un tempo che passavano anche dal Rivellino. Garantisco il massimo impegno del M5S su questo.
D – Anche all’architetto Fabrizio Filippelli rivolgiamo la stessa domanda.
R – “Il ministero ha scelto 28 progetti su 457 proposte, e l’ammontare dei cofinanziamenti che saranno erogati è pari a complessivi 318 milioni di euro. Non credo che Livorno, se avesse partecipato con il progetto di delocalizzazione del Depuratore e riqualificazione del comparto Forte S. Pietro-Rivelino, avrebbe avuto successo, ma sono convinto che la proposta andava comunque presentata, e si doveva provare con forte determinazione, perché il futuro della nostra città e del nostro porto non possono essere condizionati da un’attività così degradante, dequalificante e condizionante come quella del depuratore. Nel bilancio nazionale rispetto alle scelte delle grandi opere Livorno è fortemente in credito dai tanti “no” incassati e dei troppi impegni sul territorio: il mancato finanziamento del lotto zero, il rigassificatore, la centrale Enel ad olio combustibile, il SIN dal polo chimico al mare…
D – All’architetto Roberto Idà, chiediamo: “Per dare prospettiva al quartiere Venezia, il Comune ha mantenuto la previsione dello spostamento del depuratore Rivellino. Sarebbe una grande opera ma se ne parla poco o niente. Perchè?
R – “Non so perché non se ne parli – risponde – Probabilmente mancano i finanziamenti. Certo è che è un’opera non più rinviabile. Costruire il depuratore dietro il Forte San Pietro, interrando un braccio dei Fossi fu un errore gravissimo. La vera Porta a mare di Livorno, la Venezia, un quartiere storico di grande valore, con grandi potenzialità turistiche, non può rimanere deturpata dal depuratore fognario».
D – Infine chiediamo all’architetto Ivano Falchini: “Il piano regolatore attuale ha mantenuto la previsione delle spostamento del depuratore Rivellino. Ti adopererai per l’attuazione?
R – “L’attuale depuratore è obsoleto e quindi va comunque cambiato: è l’occasione per una sua dislocazione in altra area più consona, naturalmente più lontana dalla città. Si libererebbe una vasta area (Rivellino S.Marco – Forte S.Pietro) da poter recuperare anche in funzione del limitrofo intervento Piuss della Dogana d’acqua. Andrebbero quindi ripristinate tutte le vie d’acqua interrate tra il Rivellino S.Marco ed il Forte S.Pietro. Mi adopererei in questo senso”.