Sono le 16 di un afoso martedì pomeriggio, quando arriviamo in Via Caduti del Lavoro davanti alla Casa Famiglia
14luglio 2015 di Giacomo Bazzi
Le donne attualmente ospiti della struttura, insieme ai propri figli, sono tre ma solo due sono in strada, l’altra preferisce non svelare la sua attuale residenza.
Comprensibilmente visto che la Casa famiglia è destinata a donne che hanno subito violenza, o con altre storie difficili. Chiara Bosi è lì da circa tre mesi, dopo aver subito a dicembre 2014 lo sfratto esecutivo, racconta a pisorno.it in videointervista la situazione che si vive all’interno.
La nutrita presenza delle forze dell’ordine preannuncia che qualcosa deve accadere, infatti dopo qualche minuto sopraggiunge Matteo Salvini, accompagnato da una ventina di simpatizzanti leghisti, non parla ma chiede di essere messo a conoscenza di cosa sta succedendo nella casa famiglia.
In realtà non succede proprio nulla.
L’arrivo di Salvini è ovviamente in funzione anti immigrati, che secondo la nota posizione della Lega Nord andrebbero cacciati dall’Italia, da Livorno ed anche da via Caduti del Lavoro. Non sappiamo quanto sia rimasto soddisfatto dalle problematiche sollevate dalle ospiti, con le loro comprensibili paure che meritano ascolto, e che non sembrano riconducibili ad atteggiamenti meramente xenofobi.
Le donne tengono a precisare che non vogliono uomini “strutturati, minorenni o maggiorenni che siano”, né italiani né immigrati, né bianchi e né neri, ma che accettano le donne profughe di qualsiasi etnia. Spetta certamente all’Amministrazione comunale di Livorno predisporre al meglio l’accoglienza di questi giovani immigrati, rispettando anche le necessità degli altri ospiti della struttura individuata.