Ai clienti degli stabilimenti balneari di Livorno non occorre spiegare che l’ordinanza del Sindaco per l’accesso libero al mare, con attraversamento tramite un percorso obbligato, è un clamoroso flop e un raggiro propagandistico.
17agosto 2015 di Massimo Fanucchi, vignetta di Marco Ristori
Si contano sulle dita di una mano, infatti, i livornesi che nei primi tre mesi della stagione in corso si sono presentati nei bagni per il tanto reclamizzato “un tuffo e via”
Il cosiddetto “accesso libero” si è praticamente sgonfiato sin dai primi giorni, giusto il tempo che i cittadini si informassero e toccassero con mano quanto previsto dall’ordinanza sindacale.
Tanto per dare l’idea, ai Bagni Lido di Ardenza, da circa un mese il percorso obbligato, praticamente inutilizzato, è stato smantellato per restituire lo spazio agli operatori e agli utenti.
Una ventina di ingressi in tutto, concentrati prevalentemente nei primi trenta giorni, di cittadini che non si sono più fatti vedere. Alcuni hanno chiesto informazioni e se ne sono andati senza entrare, altri hanno deciso di fare il biglietto.
Non è andata meglio negli altri stabilimenti balneari.
Come è noto, il tutto è nato da una frettolosa ordinanza del Sindaco emanata – neanche fosse un provvedimento tecnicamente definito “contingibile ed urgente” – un giorno prima dell’apertura della stagione balneare e dieci giorni prima delle elezioni regionali.
L’ordinanza fu presentata alla stampa, in pompa magna, il 21 maggio di quest’anno. Il provvedimento, del 21.5.2015, n. 3493, che disciplina il libero e gratuito accesso e transito per il raggiungimento della zona riservata anche negli stabilimenti cittadini privi di battigia naturale (Bagni Roma, Bagni Lido, Onde del Tirreno, Bagni Fiume, Bagni Pancaldi-Acquaviva, Bagni Nettuno, Bagni Tirreno), prevede cosa si può fare e cosa non si può fare.
Cosa si può fare:
- Seguire il percorso indicato fino al raggiungimento della zona di fronte mare riservata.
- Seguire lo stesso percorso indicato per uscire dallo stabilimento.
- Appoggiare MOMENTANEAMENTE gli indumenti personali (PER IL TEMPO NECESSARIO ALLA BALNEAZIONE) all’interno della zona di fronte mare riservata facendo attenzione che essi non costituiscano ingombro od ostacolo per la circolazione delle persone e per l’attività di salvamento.
Cosa non si può fare:
- SOSTARE E TRATTENERSI nell’area in concessione.
- OCCUPARE, anche momentaneamente, la zona riservata con posa di asciugamani, teli, lettini, sdraio, ombrelloni o altra attrezzatura.
- Lasciare appoggiati gli indumenti personali nella zona di fronte mare riservata OLTRE IL TEMPO NECESSARIO ALLA BALNEAZIONE.
- FRUIRE dei servizi dello stabilimento balneare senza previo pagamento delle relative tariffe (bagni, docce, aree giochi, piscine, bar…).
L’ordinanza prevede anche:
- che l’eventuale furbetto/a, cioè colui/colei che per esempio dopo aver fatto il bagno non rispetterà le regole, potrà subire multe da 100 euro a 1000 euro.
- E il gestore che impedirà il regolare passaggio all’interno della struttura potrà subire una denuncia penale e una multa fino a tremila euro.
Nonostante l’ordinanza sia stata emanata soltanto il giorno prima dell’apertura, i gestori si sono comunque attrezzati immediatamente, nel pieno rispetto delle regole. E i potenziali utenti del “tuffo e via”?
- Qualcuno ha scoperto il grande bluff ed è andato via deluso, scoprendo che la realtà è assai diversa dalla propaganda
- qualcuno c’è rimasto male, ha fatto “il tuffo e via”, si è rivestito, è uscito e non è più tornato;
- qualcuno si è …..arrabbiato;
- qualcuno si è sentito umiliato e “se l’è legata al dito”.
Capita spesso a Nogarin, di pensare di avere il mondo in pugno e di fare pericolosi giochi di prestigio. Ma nell’attimo stesso in cui è convinto che tutto vada per il meglio, la dura realtà dei fatti concreti, lavora alle sue spalle e lo frega, costringendolo, come è avvenuto in questi giorni, a scrivere una commovente letterina al Presidente della Regione Enrico Rossi, da lui definito, circa un anno fa – secondo la migliore tradizione della PNL istituzionale del Sindaco – un “buffone con le panzane contate”.