Alcuni dei film che si devono recensire hanno la sventura di essere terribili, diciamo la verità. Non sempre escono dei film veramente convincenti, Questa volta, penso che scriverò di un film davvero incredibile… per il cinema americano degli anni sessanta
24marzo 2017 di Enrico Bulleri
I fan dei film di oggi potrebbero spazientirsi con alcuni dei modi utilizzati per accumulare le relative scene di tensione, ma il sangue mostrato per un film uscito nel 1966 è decisamente sorprendente. Se davvero è piaciuto il film “Apocalypto”, e in particolare l’atto finale di esso, si è allora piacevolmente sorpresi da “La Preda nuda”.
La trama:
Durante un safari in Africa, un gruppo di uomini viene attaccato da una tribù e torturato, fino a quando solo uno sopravvive. L’uomo viene spogliato nudo e gli è dato un vantaggio iniziale prima che i guerrieri della tribù inizino a dargli la caccia. Uno dopo l’altro gli uomini lo attaccano mentre il protagonista cerca di sopravvivere al clima brutale e agli attacchi degli inseguitori, per riuscire a riguadagnare la sicurezza del forte.
Il cast:
Diretto e interpretato dal veterano attore hollywoodiano Cornel Wilde, “The Naked Prey” è un tour de force di sopravvivenza, forza di volontà, e santa fortuna per non farsi trafiggere dalle lance scagliateli contro. Fra tutti i film basati su di un solo attore e una sola situazione, Wilde ha in questo lavoro messo veramente tutto il cuore e l’anima. Wilde era stato da giovane un olimpionico di scherma, e , ovviamente, si era mantenuto in gran forma per tutta la sua carriera cinematografica fino a quel momento; qui lo dimostra ancora all’età di oltre cinquant’anni, perennemente inseguito e impegnato in scene di lotta che avrebbero sfiancato anche un Grizzly.
Una cosa è certa, Cornel Wilde mise tutto sé stesso in questo film.
Il cattivo: se Cornel Wilde è l’eroe della storia, allora i cattivi sono gli uomini delle tribù africane che hanno ucciso i suoi compagni e gli stanno dando la caccia. Sono la stessa tribù cui Wilde e i suoi amici stavano occupando il territorio, dando la caccia e uccidendo gli animali. Sono anche la stessa tribù che aveva offerto il passaggio sulla loro proprietà se l’amico di
Wilde avesse pagato loro una sorta di pedaggio che invece gli ha negato. Quindi definire la tribù i cattivi è come dire che George Custer era un bravo ragazzo e i Sioux erano un gruppo di malvagi. Ora sappiamo quanto sia stata orribile la colonizzazione dell’Africa è quali siano stati i disastri compiuti dagli inglesi e dagli altri bianchi. Questo non vuol dire che la caccia al protagonista sia un atto leggero ed esente da un giudizio morale, ma per gli scopi di immedesimazione preposti da questo film, Wilde sembra davvero come un uomo positivo e retto, mentre i tizi neri e nerboruti che gli sono alle calcagna dandogli instancabilmente la caccia, hanno appena cucinato un suo compagno in una pentola di terracotta sul fuoco, mentre ad un altro tizio lo hanno fatto mordere ripetutamente da un cobra, quindi sì, credo che siano loro i cattivi.
L’azione:
le scene di combattimento sono particolarmente brutali per un film degli anni sessanta, ma nulla che non si possa tranquillamente mostrare a tutti, ai nostri giorni. Quando uscì divenne certamente un film piuttosto controverso, in quanto raffigurava la brutalità della tribù e anche degli uomini bianchi, che uccidono gli elefanti e varie altre specie animali. Wilde combatte contro i suoi inseguitori e non si può trarre indietro di fronte alle uccisioni e quant’altro. Credo che quando si è inseguiti da un gruppo di guerrieri armati di lance non ci si possa pensare due volte, prima di attaccare a propria volta per difendersi, e cercare di piantargli una lama nel loro petto. Si può vedere come questo film abbia ispirato titoli più recenti quali “Apocalypto”, soprattutto negli ultimi quaranta minuti dello stesso film di Mel Gibson. Allora prima di scavare a fondo ne “La Preda nuda”, vi basti sapere questa cosa, Joel e Ethan Coen hanno rifatto il film di Wilde in un corto, quando erano ragazzini. Questo dovrebbe dirvi due cose; che è un film che ha influenzato una intera carriera di cineasti come la loro, e che è stato abbastanza impressionante da determinare la scelta di fare il cinema sempre per molti dei cineasti cresciuti con i film americani degli anni sessanta.
Curiosità:
- Shabütie: La rock band Coheed and Cambria si chiamava originariamente Shabütie per il canto africano utilizzato nel film. Shabütie si traduce approssimativamente proprio come “Naked Prey”.
- Amante degli animali: Cornel Wilde è stato attento a non fare del male agli animali che compaiono nel film, quando possibile. In una scena successiva, un varano e un pitone lottano, e quando sembrava che il varano stesse oramai soccombendo, Wilde è intervenuto e il pitone lo ha preso ad una gamba. Il pitone non mollava la presa e i membri della troupe hanno dovuto ucciderlo e liberare Wilde ferito, portandolo poi in un ospedale per farsi medicare.
- Fusioni: Il personaggio di Cornel Wilde è semplicemente conosciuto come “l’uomo” nei titoli di coda, anche se egli è chiamato Larry due volte, all’inizio del film.
- Sulla base: Lo script era in origine basato su di un vero e proprio evento storico, con protagonista un cacciatore di nome John Colter, inseguito dagli indiani Piedineri in Wyoming, ma i costi di ripresa più bassi, gli sgravi fiscali e l’assistenza materiale e logistica offerti dal Sud Africa convinsero Cornel Wilde e gli altri produttori, a girare il film lì.
- Cornel Wilde è stato attento a cercare di evitare ferimenti agli animali che compaiono nel film, se possibile. Nella scena in cui il pitone e il varano si affrontano, è apparso chiaro che il pitone stava vincendo e che il varano era in serio pericolo. Wilde è intervenuto personalmente per salvare il varano; il serpente lo ha preso alla gamba, senza lasciarlo andare. I membri della troupe sono intervenuti e lo hanno ucciso, Wilde dovette essere portato in ospedale per le cure.
- Nell’ottobre del 1808 il cacciatore di pellicce John Colter assieme all’altro cacciatore John Potts, intrapresero una spedizione di caccia. Stupidamente, tornarono nella zona di Three Forks nel Montana, dove furono stati in grado di accumulare quasi una tonnellata di pellicce. Tuttavia, a Jefferson Forks vennero attaccati da indiani Piedineri, che spararono a Potts e presero le pellicce. Colter venne fermato e reso inoffensivo, però lasciato vivo. Fu spogliato nudo e gli vennero dati 30 secondi di vantaggio per iniziare a correre e quindi a fuggire, per salvarsi la vita. Egli superò tutti gli indiani ad eccezione di uno. Quando erano gli unici due sopravvissuti, Colter venne raggiunto dal suo inseguitore, e nella lotta conseguente prese la lancia dell’indiano e con essa riuscì ad ucciderlo. Colter fuggì ancora per cinque miglia attraverso una pianura rocciosa tra Jefferson e Madison Forks. Una volta raggiunto il fiume Madison, si tuffò sotto una massa di tronchi e si nascose nelle nicchie delle tane dei castori e lì nascosto, rimase fino a sera, respirando in quelle sacche d’aria nell’acqua gelida. Galleggiò per sei miglia fino a valle, e poi risalì per uno strapiombo. Camminò, ancora senza vestiti, per 250 miglia fino a Fort Raymond, dove arrivò dopo 11 giorni.
- La sceneggiatura era in origine basata si di un vero evento storico incentrato su un cacciatore di nome John Colter, inseguito da indiani Piedineri del Montana, ma i costi di ripresa più bassi, sgravi fiscali e l’assistenza materiale e logistica offerti da Sud Africa convinsero Cornel Wilde e gli altri produttori a girare il film lì .Cornel Wilde ha detto in alcune interviste che la scena in cui il suo personaggio si gira e viene sfiorato da una lancia, era stato un incidente che avrebbe potuto avere uno sviluppo terribilmente tragico, ma la scena funzionava e venne mantenuta.
- L’uomo chiede alla bambina se parla Swahili, Sesotha o Zulu. Lei risponde che parla Venda – una lingua bantu comune a nord del Sud Africa e a sud dello Zimbabwe.Wilde era malato per gran parte delle riprese, ma continuò, notando che questo sembrava aggiungere verosimiglianza alla sua interpretazione.
- Un attimo prima che Wilde trovi l’acqua, può essere visto chiaramente un veicolo trainante alcuni alberi, sullo sfondo.
- Nella traccia di commento sul DVD, lo studioso di film Stephen Prince rivela che i guerrieri inseguitori parlano un dialetto Nguni. Lo Nguni è un gruppo di lingue bantu comuni dell’Africa sud-orientale.
- Quando Wilde all’inizio del film lascia il forte con gli altri cacciatori del safari, ci sono tra loro Gert Van Den Bergh, Patrick Mynhardt e Kevin Lee. Quando il gruppo viene attaccato, la scena doveva essere attentamente studiata perché molte lance stavano per volare attraverso l’aria. Un robusto tappetino di sughero venne posto sotto alla sahariana di Lee, con una linea sottile di acciaio in collegamento con la piattaforma rialzata della cinepresa di Wilde, da dove egli gridò le istruzioni per la sequenza da realizzare, e dove la troupe del film era al sicuro. Wilde aveva una lancia che correva lungo la linea determinata, una volta che l’azione era cominciata, la lanciò affondandola apparentemente attraverso la figura di Lee, che cadde. Mentre poi diresse nuovamente la scena, non rivolto a personaggi specifici, gettò in aria nuovamente un’altra lancia, incautamente. Che colpì Lee nel piede, penetrando attraverso lo stivale nella carne del piede destro, e conficcandosi nella caviglia, mancando di poco il suo tendine di Achille. Quando la scena fu finita, il medico in attesa, dovette trattare la ferita e praticare un’iniezione antitetanica. Che mise Lee fuori dal film per le seguenti scene. Cornel Wilde non fu quindi l’unico ferito di questo film.