E’ possibile riappacificare i rapporti tra poliziotti e manifestanti?
24maggio 2016 di Giovanna Pagani
Questo interrogativo se lo pone la Francia alla luce dei duri scontri tra la polizia e i manifestanti del movimento Nuit Debout scesi in piazza per opporsi alla proposta di legge sul lavoro/Jobs act francese che vuole imporre la massima flessibilità del lavoro attraverso il licenziamento facile.
Il movimento, esordito il 31 marzo con una grande manifestazione, ha presto esteso i suoi obiettivi di lotta dalla precarietà al degrado dell’ambiente, alla guerra, al militarismo. L’arroganza e il cinismo dell’economia in Francia sta sfidando una cittadinanza che sa reagire e scendere in campo e non si ferma di fronte alla polizia, anche se in assetto di guerra, minacciosa e pronta a tutto.
”Tutti detestano la polizia” “Non siamo carne da macello né per le imprese né per i manganelli”, questi alcuni slogan del manifestanti.
NUIT DEBOUT, infatti, si è esteso ad altre città che hanno risposto agli appelli di convocazione notturna e così molte piazze francesi, a partire da quella parigina di Place de la République si sono trasformate in un appassionato luogo di confronto, dibattito e scambio di esperienze e pratiche di lotta, per costruire nuove soluzioni comuni al comune problema dell’ingiustizia economica.
La polizia sgombra e, il giorno dopo ricomincia l’occupazione…
In questi giorni di grande tensione sociale, durante le manifestazioni indette si è assistito a drammatici scontri: la polizia in assetto di guerra che usa gas lacrimogeni, manganelli, calci e pugni in brutali pestaggi contro i manifestanti. Naturalmente, secondo l’ormai classico cliché, non sono mancati i “picchiatori” infiltrati tra i manifestanti e pure tra la polizia sono stati denunciati e testimoniati dei “poliziotti picchiatori”. Ma, la novità francese è anche un’altra: il 18 maggio in Place de la République (l’agorà del Movimento Nuit Debout) sequestrata e blindata, sono scesi a manifestare gli stessi poliziotti (quelli vicini al sindacato di destra) al grido “contro l’odio verso i poliziotti”, per chiedere al governo strumenti migliori per controllare le manifestazioni. Tra loro esponenti del Front Nacional della Le Pen (fascista e xenofobo).
All’inquietante interrogativo della Francia ha già dato una risposta fattiva l’Italia in un recente Convegno molto partecipato: “Nonviolenza e Forze dell’Ordine-Convegno nazionale” (Livorno, 29 aprile 2016, Comune, Sala Consiliare)” radioradicale
“occorre formare le forze dell’ordine alla nonviolenza”. Già il Mahatma Gandhi sosteneva la necessità di avere corpi di polizia nonviolenta come elemento regolatore di una società basata sui principi della nonviolenza.
In Italia le lotte sociali e politiche per i diritti è segnata da tanti momenti drammatici che hanno contribuito a stigmatizzare le forze dell’ordine come la mano dura della repressione. I fatti di Genova del G8 sono impressi indelebilmente nella memoria collettiva. Il Convegno i Livorno lo ha spiegato:
“senza la democrazia la polizia si trasforma in uno strumento di repressione, sopraffazione, morte”.
La nonviolenza (contemporaneamente fine e mezzo) è fondamentale per ottenere una maggiore efficacia nell’agire di chi è istituzionalmente preposto al mantenimento delle convivenza civile. Ma per questo serve l’educazione alla pratica nonviolenta. Non è sufficiente smilitarizzare la polizia (come avvenuto in Italia con la legge 121 del 1981): occorre smilitarizzare le menti dei poliziotti ed educarli al principio di responsabilità ed etica del dovere. La strada da percorre è ancora lunga, a il cammino è stato indicato:
– Introdurre a nonviolenza nei percorsi formativi del personale delle forze di polizia, attraverso una legge specifica
– Continuare on la Campagna “Un’altra difesa è possibile”, per l’istituzione di un Dipartimento della Difesa civile, non armata e nonviolenta
– Continuare il dialogo tra nonviolenti e polizia, a partire da momenti formativi comuni che vedano lavorare insieme i giovani poliziotti con i giovani del servizio civile, nell’identico obiettivo di essere difensori dei diritti di ogni cittadino;
– Estendere tale percorso anche alle altre componenti delle Forze dell’ordine e delle realtà sociali coinvolte più direttamente.
Il Convegno, proposto fin dal 2014, è stato organizzato dal Centro Studi del Movimento Nonviolento, dal sindacato di Polizia Silp-Cgil della Toscana, dalla rivista Azione nonviolenta, con il patrocinio del Comune di Livorno e del Ministero dei beni e delle attività culturali. Qualificate le presenze: dal Questore al Vicepresidente del Consiglio Comunale, dalla rivista Polizia e Democrazia, al dirigente della Scuola di Polizia, oltre a tanti esponenti dei Movimenti Nonviolenti provenienti da molte parti d’Italia. Per chi lo volesse seguire nuovamente alleghiamo in calce il link di Radio Radicale che lo ha registrato.