Occorre ripensare il concetto di fragilità, includendovi non solo il disabile bensì l’intero nucleo familiare
3agosto 2015 di Lamberto Giannini
Quando arriva un soggetto disabile, è una splendida e sconvolgente esperienza che modifica spazi, tempi e relazioni della famiglia. La legge 104 è vero che tutela la famiglia, ma è pensata per un mercato del lavoro, dinamico e tutelato, collegato alla concezione fordista dell’economia.
Le recenti trasformazioni del mercato del lavoro prodotte dalla crisi economica, rendono residuale la possibilità di accedere a determinate garanzie. Inoltre spesso i genitori dei soggetti disabili subiscono una discriminazione aprioristica nei colloqui di lavoro, perché i soggetti privati hanno paura di accollarsi una parte della fragilità familiare.
E’ necessario un intervento legislativo che tenga conto delle nuove esigenze e che tuteli i genitori dei soggetti disabili, non tanto e soltanto nel lavoro acquisito ma nell’ingresso al lavoro, creando una specifica categoria con diritto di riserva nelle assunzioni delle aziende pubbliche e private.
Nel caso di aziende pubbliche si dovrebbero poi togliere i vincoli del patto di stabilità, almeno per questa specifica voce, ed ovviamente anche incentivare il privato che assume.
Occorre anche capire che la disabilità ha un costo sociale altissimo che diminuisce se il disabile riesce a costruire una relazione nutriente con l’ambiente e con il tessuto sociale. Questo meccanismo virtuoso si realizza solo se il disabile all’interno del nucleo familiare respira una situazione tranquilla, dove non esistono invischiamenti in situazioni economiche che offuscano la meravigliosa energia genitoriale, in grado di rispecchiarsi anche nel dramma tramite l’amore.
Lacan sostiene che la struttura psichica del soggetto si rinforza tramite lo specchio sociale, e lo specchio del disabile si rinforza, anche in età adulta tramite lo sguardo del genitore. Quindi un genitore tutelato e garantito riesce a creare uno spazio transizionale con il figlio, nutriente e positivo e l’intera comunità trova giovamento. Non occorre pensare a tutele che portino il genitore a lavorare meno, avendo un ritmo scandito dalle esigenze familiari. In molti paesi questo ha migliorato lo stesso rendimento lavorativo.